IL BLOG DI SERGIO VIVI



mercoledì 31 maggio 2006

Il buon governo e l'astensione

Nel giorno in cui, nelle pagine nazionali della Repubblica, Filippo Ceccarelli tesse l’elogio dell’insostenibile «leggerezza» dei sindaci (… una leggerezza tanto più significativa al cospetto delle gravose armature e delle mazze ferrate che i leader nazionali sono costretti a indossare e brandire nei loro tornei, anche in quelli televisivi), nella cronaca locale, Andrea Chiarini ci racconta il rovescio della medaglia. L’ennesima tegola caduta sulla testa dei cittadini: è nata Bologna metropolitana. Cioè non proprio, per adesso è stato approvato dalla «bicameralina» di Palazzo d’Accursio l’allargamento della giunta da dieci a SEDICI assessori. Olè, todos caballeros!

Ecco la cronaca
«La maggioranza di centro sinistra dopo tante divisioni ritrova l’unità e con un accordo bipartisan con la Cdl vota il via libera all’aumento degli assessori che potranno passare dagli attuali dieci a un massimo di sedici, all’aumento dei fondi per i partiti rappresentati a Palazzo d’Accursio, all’abolizione del tetto di due gettoni al giorno (70 euro cadauno) in caso di più riunioni di consiglio o di commissione (*). Il provvedimento è passato all’unanimità con un dibattito ridotto al minimo, quasi sotto silenzio, ma è destinato a far nascere nuove polemiche sugli alti costi della politica anche a livello comunale».
(la Repubblica-Bologna, 30 maggio 2006)

(*) Se ci saranno tre riunioni al giorno i consiglieri riceveranno tre gettoni (210 euro), «nonostante il malcostume diffuso di politici che arrivano, firmano e se ne vanno poco dopo» (un operatore di call center guadagna 6,869 euro all’ora, in otto ore 54,95 euro, lordi).

Più assessori e più soldi ai partiti
Approvato all’unanimità

Ecco le dichiarazioni degli oligarchi
“Ma sono state fatte simulazioni sulle eventuali maggiori uscite? «Spero di sì –risponde l’assessore diessina al Bilancio Paola Bottoni- le ha fatte la segreteria generale». Marcello Napoli, segretario generale:«I costi? E chi lo sa.Non ne ho la più pallida idea perché non sono stati individuati i parametri da comparare». L’assessore Giuseppe Paruolo, Margherita, fa dell’ironia, «cos’è, una campagna moralizzatrice?», poi spiega controcorrente che «potrebbero esserci risparmi perché ci sono le premesse per una razionalizzazione dei lavori del consiglio». … L’ex assessore al Bilancio Gian Luca Galletti, deputato UDC, fa alcuni conti. «Istituire un assessorato costa circa 150-200 mila euro l’anno» è la sua stima.
(la Repubblica-Bologna, 31 maggio 2006)

Sei assessori in più, 900.000- 1.200.000 euro di costi in più
Soldi in più anche a tutti i partiti
Quando si tratta di soldi, nessun politico si astiene

Chi volesse farsi un’idea dei costi della politica, può leggere «Il finanziamento della politica» a cura di Federico Punzi per Radio Radicale

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Si sono astenuti in molti invece, domenica,
alle elezioni amministrative. Politici e sociologi non riescono a farsene una ragione e s’interrogano sul modo migliore di motivare gli elettori al voto. Fatica sprecata. Non ci vuol molto a capire che c’è una bella fetta di elettori (Eugenio Scalfari li definisce “individualisti anarcoidi”) che cerca di farsi gli “affari suoi” e che dal governo vuole meno stato e più libertà individuale. Con delle scelte di campo in politica estera ben precise. E che non gliene può fregare di meno se l’Ulivo si rafforza negli enti locali.
L’amministrazione interessa loro molto poco, sia perché sono disposti a monetizzare una certa libertà dalle incombenze della cittadinanza, sia perché consapevoli che, quando si tratta di soldi, messe da parte le differenze ideologiche, i politici tutti vanno d’amore e d’accordo e si fanno i loro pacs per estorcere i soldi a Pantalone. Questi elettori i voti li mettono in frigorifero, per tirarli fuori alle prossime politiche.

Dall’altra parte c’è il popolo delle primarie (quello di Caserta compreso) sempre ben disposto a pagare un euro a testa e a votare per quei “politici leggeri” e “non”, ai quali non gliene può fregare di meno se lievitano i costi della politica e che restano sordi agli ammonimenti di Tito Boeri, di Cesare Salvi e del Presidente Napolitano.

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Per quanto riguarda la Repubblica, ormai non perde occasione per criticare una certa parte politica, anche a costo di alimentare l’antipolitica. Gli ordini di scuderia sono: bene Rutelli e Veltroni, male Prodi e chi non pratica il “veltronismo”. Ad esempio, Cofferati il “sindaco oligarca”.


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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