IL BLOG DI SERGIO VIVI



lunedì 29 marzo 2010

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In televisione, i soliti politici stanno commentando i risultati delle regionali. Come si fa a sostenere «Noi governiamo tot milioni d'italiani ...» quando dieci ore dopo la chiusura dei seggi non sono ancora in grado di dirci chi ha vinto in Piemonte e nel Lazio?
Il governo è un'altra cosa!


giovedì 25 marzo 2010

Raiperunanotte

Che linguaggio volgare usano, in privato, questi intercettati.
Perché non prendono ad esempio quello più forbito e castigato di Daniele Luttazzi?


martedì 23 marzo 2010

Elezioni regionali del 28-29 marzo 2010

Il 28 e 29 marzo sono indette le elezioni per il rinnovo dei consigli in tredici regioni (nota 1).
Intanto, sono in arrivo, insieme alle elezioni, le liquidazioni per i consiglieri che non verranno rieletti o che non si ricandideranno. In Emilia-Romagna, ogni singolo assegno sarà di 7.607 euro moltiplicati per cinque, vale a dire 38.035 (nota 2), a prescindere dal fatto che i consiglieri cui sono state affidate funzioni pubbliche le abbiano adempiute con disciplina ed onore, come richiede l’articolo 54 della Costituzione. Vista la posta in gioco, non c’è da meravigliarsi se la rissa fra candidati, protratta fino all’ultimo minuto utile, possa provocare, a volte, l’esclusione di una lista dalla competizione.
Come dite? Sono le solite considerazioni antipolitiche?
Per rimediare, lascio subito la parola a persone più autorevoli e responsabili.

Il Popolo della Libertà è «una somma di rissosi potentati locali riuniti intorno a figuranti di terz’ordine, rimasuglio delle oligarchie e dei quadri dei partiti di governo della prima Repubblica. E tra loro, mischiati alla rinfusa — specie nel Mezzogiorno, che in questo caso comincia dal Lazio e da Roma— gente dai dubbi precedenti, ragazze troppo avvenenti, figli e nipoti, genti d’ogni risma ma di nessuna capacità». Così Ernesto Galli della Loggia
sul Corriere della Sera.

Sull’altro versante, Alberto Bisin - Professore d’Economia alla New York University, collaboratore della Stampa e co-fondatore del sito “noiseFromAmerika”- facendoci sapere che «pur con tanti dubbi e strizzamenti di stomaco, ho sempre votato per la parte sinistra di quello che oggi è il PD»- denuncia,
in una lettera aperta al segretario Bersani, la totale mancanza di comunicazione del PD che, a differenza di Di Pietro, non riesce più a farsi sentire sui media e neppure nella campagna elettorale.
Il PD semplicemente non esiste: «Non esistete col cervello. Qual è la vostra analisi degli ultimi 15 anni di politica in Italia? Io non l'ho sentita, o quantomeno non ho sentito nulla di coerente. Mi permetto di suggerirle io un'analisi, chiedendole di smentirla, di argomentare che ho torto. L'analisi è molto semplice, persino (volutamente) semplicistica: il centro sinistra in Italia ha sviluppato la reputazione di essere il partito delle tasse (la reputazione è peraltro ben riposta). La destra, di conseguenza, riesce ad ottenere il voto di coloro che pagano troppe tasse e di coloro che non le pagano per niente (cioé di tutti i cittadini per cui le tasse hanno un posto rilevante tra le motivazioni di voto), senza fare assolutamente nulla, semplicemente dichiarando che faranno di tutto per abbassarle. Lei dirà che voi le tasse le volete solo far pagare agli evasori. E lo dirà con quel tono poco originale, un po' triste addirittura, che aveva usato da Mentana. Come se fosse ovvio. E lo è ovvio, se non fosse che se gli evasori pagassero le tasse, e quelli che le pagano adesso continuassero a pagarle, il paese sarebbe enormemente più asfissiato di quanto già non sia. Le parlo anche da economista, mi permetta».

Le due analisi non hanno la stessa valenza. Mentre quella di Galli della Loggia non ammette repliche, quella di Bisin lascia intendere che il PD resta comunque una risorsa per la democrazia italiana, e che, se avesse una comunicazione migliore, potrebbe vincere le elezioni e governare.
Il guaio è che «gli italiani sono un popolo di cialtroni (e di fascisti secondo alcuni), votano sempre e soltanto per il proprio tornaconto, passando sopra ai “valori” e alle “regole”».
Chi sostiene questo sa benissimo che è sempre stato così, in ogni tempo e in ogni luogo. Enzo Biagi era solito dire che «la gente vota col portafoglio». Anche buona parte degli americani è contraria a spendere per estendere l’assicurazione sanitaria (la verifica si avrà alle elezioni di mezzo termine di novembre). Forse che, in questi giorni, i greci non stanno protestando perché l’UE ha richiesto loro dei sacrifici per ridurre deficit e debito?

Il mugugno, la costernazione e il disagio regnano, comunque, sovrani. Sulla stampa, in internet ed in TV tutti parlano male di tutti, anche della loro parte politica. Intercettazioni e scandali a ripetizione. E’ il caos. «Fuori c’è la bolgia», ha detto il Capo dello Stato.
L’unico serio comportamento sembrerebbe l’astensione. Personalmente l’ho già sperimentata in un paio d’occasioni e devo dire che, col senno di poi, l’ho trovata sterile. Andrò, quindi, a votare.

Nonostante i mal di pancia, il 28 e 29 marzo almeno il 60% dei votanti, turandosi sicuramente il naso, depositeranno la scheda in uno dei
due contenitori a disposizione.
Consegnando, così, il potere di amministrare i soldi delle tasse a chi reputano meno pericoloso per i loro interessi.
D’altra parte, l’esito di un’elezione non è il portato razionale dei cultori di discipline specialistiche (costituzionalisti, economisti, editorialisti, filosofi, maestri di morale …) ma, piuttosto, quello artigianale della gente comune che utilizza al meglio gli strumenti di cui dispone per prendere –empiricamente- quelle decisioni che danno luogo al “governo democratico” (una testa, un voto).
Purtroppo, di fronte all’AUT AUT dell’imperfetto bipolarismo all’italiana, l’unica possibilità concessa all’elettore è di VOTARE PER ESCLUSIONE, nel tentativo di ridurre il danno. Come diceva quello? Non importa che il gatto sia bianco o nero, l’importante è che prenda il topo.

* * * * * *
Parliamo di politica, cioè di problemi concreti, in particolare dell’Emilia Romagna.
Vasco Errani, candidato presidente per la terza volta, sostiene che la regione è leader in Italia nella sanità. Considerata tutta una serie di parametri, un rapporto del Censis (agosto 2009), assegna all’Emilia Romagna un indice di qualità di 67,6, il più alto di tutti.
Peccato che in quello che manca per arrivare a 100 ci sia l’essenziale. Chi ha un incidente, al pronto soccorso del Maggiore, non se la cava in meno di dieci ore; peggio ancora, chi ha bisogno di un’operazione (un’ernia, la prostata) viene messo in una lista d’attesa lunga da un anno ad un anno e mezzo. Se ha urgenza, ricorre all’attività libera professionale dei medici.
Errani promette che risolverà questi problemi, ma sa benissimo che non ci sono i soldi per farlo: occorrerebbe triplicare l’organico d’ogni ospedale della regione.

La sanità è la pietra dello scandalo di tutte le regioni. L’unica cosa da fare è quella di eliminare il carattere universalistico del Servizio sanitario nazionale, smantellando le USL, AUSL, ASL o comunque si chiamino, i CUP, che non servono a niente, e tutto l’apparato politico-burocratico che lo caratterizza.
Si potrebbero prendere due piccioni con una fava, perché la riforma della sanità permetterebbe di liberare risorse per
ridurre drasticamente il debito pubblico, che grava sul futuro delle giovani generazioni.
Non siamo ancora messi come la Grecia (per fortuna, oltre che cialtroni, gli italiani sono dei virtuosi risparmiatori), ma prima o poi toccherà anche a noi far fronte a quest’immane problema. Non sarebbe meglio cominciare subito, rinunciando a tenere in piedi un costosissimo welfare inefficiente ed inefficace?

Errani evidentemente va annoverato tra coloro che hanno paura della scienza. Ha dichiarato, infatti, d’essere contrario all’energia nucleare e di volere restare libero in tema di OGM.
Invece, per una serie di ragioni «è necessario riconsiderare la necessità di ricorrere all’energia nucleare, sia con le attuali centrali a fissione che utilizzano l’uranio, sia con quelle a fusione che potrebbero arrivare in un futuro ancora lontano» (Margherita Hack, Libera scienza in libero stato, pagina 104, Rizzoli Editore, gennaio 2010).
«L’altra fonte di paura riguarda gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati). Sia i governi di centro-destra sia di centro-sinistra si sono opposti, tagliando i finanziamenti alle ricerche biotecnologiche nel campo della genetica agraria. … sebbene i risultati delle ricerche svolte in Europa e negli Stati Uniti abbiano dimostrato che non sono pericolosi e risultano molto più remunerativi. … Sarebbe ora che si desse il via libera almeno alla sperimentazione … Tutti questi vincoli impediscono agli agricoltori italiani di essere competitivi in Europa e nel mondo, e fra la popolazione permane la diffidenza. Ancora una volta l’analfabetismo scientifico ci penalizza» (ibidem, pagina 106 e 107) .

Nota 1 - Ministero dell’Interno - Come si vota
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/elezioni/00934_2010_03_13_quando_e_come_si_vota.html
Nota 2 – La liquidazione dei consiglieri regionali
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2010/18-marzo-2010/milione-consiglieri-uscenti-ognuno-38-mila-euro-liquidazione-1602677739990.shtml


 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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