IL BLOG DI SERGIO VIVI



lunedì 1 maggio 2006

La Politica con la maiuscola

La Politica con la maiuscola
Dopo la giornata di tregua per l’elezione di Bertinotti a Presidente della Camera dei Deputati, è ripresa con asprezza, a Palazzo d’Accursio, il duello rusticano tra i DS e Rifondazione.
Il Sindaco (come riporta la Repubblica) pone condizioni ben precise per la permanenza del Prc nella maggioranza.
1 – Ritrattare le accuse fatte al magistrato titolare di un’inchiesta sull’«eversione» di alcuni studenti.
2 – Condannare i fatti di Milano del 25 aprile.
3 – Non opporsi allo sgombero delle case occupate.
4 – Non opporsi al blocco del Rave parade.
5 – Chiarire il caso del consigliere Monteventi del Prc, presidente della commissione Sanità, Welfare e Casa, che si è autosospeso dalla maggioranza e che ogni giorno riconferma che non ha obblighi di lealtà verso la coalizione.

Rifondazione replica affermando: «Siamo nella maggioranza (a pieno titolo) ma non per dire sì a tutto, dialoghiamo con i movimenti e le forze sociali». Perciò, niente abiura su legalità ed eversione. E ancora: «Sergio Cofferati è uomo di parola, abbiamo fatto un accordo che avremmo affrontato il tema della nostra presenza in giunta dopo le elezioni, con l’allargamento della giunta» (Rifondazione reclama un posto in giunta, dopo le dimissioni dal Prc dell’assessore alla Mobilità). Sarà una bella lotta, visto anche che il neo segretario del Prc, Franco Giordano, ha finora sostenuto le posizioni dei dirigenti locali del partito.

I costi della politica
Per far posto in giunta ai rappresentanti dei partiti della coalizione è al vaglio della commissione Statuto del Comune di Bologna l’aumento del numero degli assessori dai NOVE attuali a DODICI (almeno credo che questo sia il numero).

Ovviamente con un aggravio delle spese per il Comune, cioè per i cittadini.
Mentre dal sito della Camera è possibile conoscere la remunerazione di un deputato, non così dal sito del Comune di Bologna per quanto riguarda lo stipendio di un assessore, che stimerei non inferiore ai 4.000 euro mensili.

Occorre anche tener presente che nessuno dei nove assessori attuali è stato eletto nel Consiglio comunale.
Attualmente un sindaco ha molto più potere di un tempo, ma è anche più esposto e più vulnerabile nei confronti della legge (tangentopoli insegna). Capita così che come vicesindaco sia scelto un giudice, capita che come assessore agli Affari generali e istituzionali sia scelto un ex magistrato e capita che come assessore alla Cultura sia scelto un critico letterario, già storico direttore della Terza Rete Rai. Persone con competenze specifiche che difficilmente si trovano tra i 46 consiglieri comunali eletti, in genere volonterosi, colti e intelligenti funzionari di partito o degli enti pubblici locali.

Ma perché i partiti non candidano direttamente le figure adatte all’Esecutivo?
Perché i cittadini devono pagare lo stipendio oltre che ai consiglieri anche ai componenti la giunta?
I costi della politica lievitano anche per questi motivi. Chissà se i senatori Cesare Salvi e Massimo Villone li hanno previsti nel loro saggio.
Naturalmente scegliere gli assessori è nei poteri di un sindaco. E’ tutto perfettamente legale. Capita nel centrosinistra come nel centrodestra.


C’è la legge in forza alla quale è possibile nominare assessore un magistrato un giorno dopo che è stato pensionato. C’è la legge che permette di assumere con un contratto di «alta specializzazione» una figura che si occuperà, tra l’altro, di «atti e iniziative di carattere internazionale come i gemellaggi». Purtroppo c’è anche una legge che obbliga un laureato con 110 e lode (ma vale anche per gli 85 su 110), assunto a 900 euro il mese con un finto contratto a progetto, ad iscriversi alla Gestione separata dell’Inps, in altre parole a perdere nel tempo quei pochi contributi previdenziali che gli sono trattenuti.

Perché non sia intaccata la sua credibilità, anche i cittadini potrebbero porre delle condizioni al Sindaco, che si accinge a risolvere i suoi problemi di poltrone.
1 – Proporre alla commissione Statuto di lasciare inalterato il monte stipendi degli assessori, suddividendolo per il numero degli stessi (metodo Volkswagen).
2 – Sostituire l’assessore alla Mobilità con un esponente di Rifondazione. Non si vede perché il consigliere Monteventi debba lasciare la presidenza di una commissione perché si è autosospeso dalla maggioranza, mentre possa restare al suo posto l’assessore che dal Prc si è dimesso.
3 – Semplicemente non aumentare il numero degli assessori.


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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