IL BLOG DI SERGIO VIVI



sabato 30 agosto 2008

La Festa Democratica

Perchè deprimersi?
Pensino, piuttosto, che il prossimo anno potranno fare meglio:
avranno la possibilità (circa il 50% di probabilità) di invitare Barack Obama.


domenica 24 agosto 2008

Olimpiadi

Questo è il medagliere generale delle prime 10 nazioni classificate alle Olimpiadi di Pechino 2008.
Nell’ordine: Nazione, medaglie d’ORO, d’ARGENTO, di BRONZO e TOTALE

Cina, 51, 21, 28, 100
Stati Uniti, 36, 37, 36, 109
Russia, 23, 21, 28, 72
Gran Bretagna, 19, 13, 15, 47
Germania, 16, 10,15, 41
Australia, 14, 15, 17,46
Corea del Sud, 13, 10, 8, 31
Giappone, 9, 6, 10, 25
Italia, 8, 10, 10, 28
Ucraina, 7, 5, 15, 27

Questo sarebbe invece il medagliere generale se i 15 Stati che hanno adottato l’Euro (Germania, Italia, Olanda, Francia, Spagna, Slovenia, Finlandia, Belgio, Portogallo, Grecia, Austria, Irlanda, Cipro, Lussemburgo, Malta) si fossero presentati uniti sotto la bandiera dell’Unione Europea:

Cina, 51, 21 28, 100
Unione Europea, 46, 59, 58, 163
Stati Uniti, 36, 37, 36, 109
Russia, 23, 21, 28, 72
Gran Bretagna, 19, 13, 15, 47
Australia, 14, 15, 17,46
Corea del Sud, 13, 10, 8, 31
Giappone, 9, 6, 10, 25
Ucraina, 7, 5, 15, 27
Giamaica, 6, 3, 2, 11

Se si comprendessero, inoltre, le medaglie vinte dagli altri dodici Stati europei che NON hanno ancora adottato l’Euro (Gran Bretagna, Romania, Polonia, Rep.Ceca, Slovacchia, Ungheria, Danimarca, Bulgaria, Lettonia, Estonia, Svezia, Lituania), che ammontano a:
39, 41, 33, 113

l'Unione Europea balzerebbe al primo posto con 85 ori, 100 argenti, 91 bronzi, con un totale di 276 medaglie.

Insomma l’Europa dello sport è un colosso pari a Cina e Stati Uniti.
Perché, dopo avere unito l’economia e la moneta, non si riesce ad unire lo sport?


Fine delle vacanze

Le vacanze sono finite. Peccato, si stava bene! Bagni, sole e cene al chiar di luna (ciccioli croccanti e salamino come se ne trovano di rado).
Per un mese non ho comprato i giornali e non ho guardato blog.
Ho letto soltanto un libro: “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano. Da profano, l’ho trovato scritto molto bene. Anche se mi ha procurato un po’ d’angoscia. Basta pensare al fatto che Mattia, il protagonista maschile, chiamato ad insegnare matematica in un’università tedesca, essendosi fulminata la lampadina della sala da pranzo -appena un mese dopo l’arrivo nella casa dove era andato ad abitare- da allora mangiava con la luce accesa nell’altra stanza.
Terminata la lettura, ho riposto il libro a fianco di “Non ti muovere” di Margaret Mazzantini, nello scaffale degli “sfortunati”.
Tornato a casa, ho prolungato le vacanze guardando un po’ d’olimpiadi. Non mi sono sorpreso dei record di Michael Phelps (dati come per scontati). Mi hanno entusiasmato di più le corse d’Usain Bolt. Tra i due, Usain è certamente “un numero uno” mentre Michael mi è sembrato un altro “numero primo”.
Chissà che bei racconti si potrebbero ricavare dalle storie dei “numeri irrazionali”.

Finite le olimpiadi si torna alla banalità del calcio e della formula uno e, purtroppo, si ripiomba pesantemente nell’Italia sinistrata del PDuno e in quella parolaia del PDdue.
Proprio ieri, ho ricevuto una lettera dell’Agenzia delle Entrate.
Allo scopo «di verificare la corrispondenza tra i dati esposti in dichiarazione e quelli risultanti dalla relativa documentazione da Lei (cioè da me) conservata», sono invitato -«entro 30 giorni dal ricevimento della presente»- a trasmettere le fatture delle spese sanitarie del 2005 per un totale di 445 euro che mi hanno dato diritto ad una detrazione di 60 euro.
La lettera è stata redatta in data 6 agosto 2008, è stata ricevuta sabato 23 agosto ma non reca nessun altro timbro postale. Tanto per la certezza del diritto. Che cosa succederebbe se mi recassi all’Agenzia il 10 d’ottobre, dichiarando d’averla ricevuta due giorni prima?
La verifica era già stata fatta, a suo tempo, dal Caaf che ha il compito istituzionale di effettuare proprio questi controlli (e che, per la mia dichiarazione, ha ricevuto dallo Stato un compenso di circa 15 euro) ma, evidentemente, anche il fisco “un po’ più amico” di Tremonti, oltre che dei cittadini, non si fida nemmeno dei Caaf (che si sono ripartiti nel 2006 un compenso statale stimato in 172milioni e 500mila euro).




 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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