venerdì 5 maggio 2006
Verso un paese normale
«Nel pieno della sua popolarità e al massimo del consenso politico, sia a destra che a sinistra, Carlo Azeglio Ciampi si fa da parte e non accetta la ricandidatura per il Quirinale. E’ un gesto molto poco italiano, questa capacità di rinunciare ad un plebiscito parlamentare che lo avrebbe visto eletto già lunedì, al primo voto, con l’applauso convinto delle due Camere». Così Ezio Mauro su la Repubblica di ieri.
Il fatto che sia un gesto molto poco italiano può significare anche che non è un gesto “normale”, ossia che l’Italia non è un paese normale. Ecco perché l’elezione di Massimo D’Alema sarebbe auspicabile. Con lui al Colle l’Italia diventerebbe, per definizione, un paese normale e diventerebbero possibili tanti altri gesti molto poco italiani.
Perfino, ad esempio, che D’Alema a 64 anni, finito il suo settennato, cancelli –almeno per una volta- quell’anomalia tutta italiana che consiste nel fare senatore di diritto e a vita chi è stato Presidente della Repubblica, avvalendosi del «salvo rinunzia» dell’articolo 59 della Costituzione.
Il fatto che sia un gesto molto poco italiano può significare anche che non è un gesto “normale”, ossia che l’Italia non è un paese normale. Ecco perché l’elezione di Massimo D’Alema sarebbe auspicabile. Con lui al Colle l’Italia diventerebbe, per definizione, un paese normale e diventerebbero possibili tanti altri gesti molto poco italiani.
Perfino, ad esempio, che D’Alema a 64 anni, finito il suo settennato, cancelli –almeno per una volta- quell’anomalia tutta italiana che consiste nel fare senatore di diritto e a vita chi è stato Presidente della Repubblica, avvalendosi del «salvo rinunzia» dell’articolo 59 della Costituzione.
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