IL BLOG DI SERGIO VIVI



mercoledì 26 novembre 2008

Il costo dell'acqua

IL COSTO DI PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DELL’ACQUA

In questo post ho esaminato la politica dell’Agenzia d’Ambito Territoriale Ottimale di Bologna.
Mi propongo, qui, di fare una valutazione di quale possa essere il costo di produzione e di distribuzione dell’acqua a Bologna.

Mi avvalgo dei dati trovati su una pubblicazione
della EHS S.r.l. Società di Ingegneria Idraulica ed Ambientale, incaricata da Hera Spa di sviluppare il modello di ottimizzazione del sistema idrico. Leggiamo:

«Il costo unitario dell’acqua è definito in corrispondenza dei punti di consegna ed è dato dalla somma dei costi relativi agli impianti a monte, dal punto di prelievo dell’acqua, fino al punto di consegna.
La “rete primaria o di adduzione” è quella parte di rete che comprende gli impianti necessari alla captazione e alla potabilizzazione dell’acqua, diversamente dalla “rete secondaria o di distribuzione” che ha la funzione di portare l’acqua potabile alle utenze.
Il “punto di consegna” dell’acqua potabile è il confine fra reti adduzione e di distribuzione.



In Tabella 1 sono stati riportati i costi unitari di produzione delle fonti del distretto di Bologna, esclusi i costi di distribuzione locale.


Il costo unitario medio è 7,932 eurocent/mc, pari a 0,0793 euro/mc.
Il costo unitario medio dell’energia elettrica impiegata è 5,4433 eurocent/mc, pari a 0,0544 euro/mc.
Il costo medio totale di produzione, al punto di consegna, è dato dalla somma dei due costi, pari a 0,1337 euro/mc.

A questo costo di produzione occorre aggiungere il costo medio di distribuzione dal punto di consegna alle utenze. In genere questo costo è minore di quello di produzione. Ipotizzando che sia la metà, vale a dire 0,0669 euro/mc, risulta un costo totale dell’acqua di 0,201 euro/mc.

La pubblicazione dell’EHS non è datata, ma sicuramente posteriore al 2004, anno in cui Hera ha avviato il progetto di ottimizzazione denominato MIG (Modello Idraulico Gestionale). Per cui il costo nel 2007 non poteva essere tanto più alto. Di fatto, deve essere inferiore ai 0,595 euro/mc della tariffa base fissata da ATO5 per il 2008, tariffa che deve per legge coprire tutti i costi del servizio e comprendere quindi –oltre al costo di produzione- le seguenti voci:

- ammortamenti delle opere realizzate (quota annuale dei costi di realizzazione);
- remunerazione del capitale pre-investito dal gestore per la realizzazione delle opere;
- rimborso dei mutui contratti dai Comuni per la realizzazione delle opere;
- costi di funzionamento di ATO 5»

Un secondo modo per valutare il costo di produzione e distribuzione dell’acqua è di partire dal prezzo, vale a dire dalla tariffa base di 0,595 euro/mc fissata da ATO 5.
Utilizzando la tabella 4 del bilancio sociale di ATO 5, che ci dice il peso percentuale che le diverse voci della tariffa hanno sul totale della tariffa stessa, ricaviamo la seguente tabella:



I costi operativi della prima riga comprendono oltre alla voce acquedotto anche le voci fognatura e depurazione. Applicando gli stessi pesi % alla tariffa base 0,595 (quarta colonna), si ottiene un prezzo base di 0,331 euro/mc. Supponendo che ci sia stato un ricarico del 40 % si ottiene un costo base di 0,236 euro/mc, di poco superiore al costo di 0,201 euro/mc calcolato partendo dai costi.

Ricordiamo le cinque tariffe fissate da ATO 5:
(costo base: .… 0,236 euro/mc, calcolato utilizzando fonti Hera)


Agevolata 1: …. 0,164
Agevolata 2: …. 0,353 più 49,5 % rispetto al costo base 0,236 (fonte Hera)
Base: …………….. 0,595 più 152,1 % ovvero 2,5 volte il costo base
Eccedenza 1: … 1,370 più 480,5 % ovvero 5,8 volte il c.b.
Eccedenza 2: … 2,015 più 753,8 % ovvero 8,5 volte il c.b.


Così come detta la “mission” di ATO 5:
«… e contrastare lo spreco di risorsa, aumentando sensibilmente il costo dei consumi che vanno oltre la dotazione di base».


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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