IL BLOG DI SERGIO VIVI



domenica 23 dicembre 2012

Ostriche e champagne per tutti

Il mondo è bello perché è vario.
Ad esempio, c’è chi ha un sacco di soldi e chi fatica a sbarcare il lunario.
Se questo capita perfino in Cina, dopo la lunga marcia vittoriosa di Mao e la rivoluzione culturale della Banda dei Quattro, qualche motivo ci sarà. In generale, nel corso della vita, tutti ci diamo o ci siamo dati da fare per aumentare il nostro benessere economico. Per questo non è il caso di meravigliarsi più del giusto delle disuguaglianze sociali, fatta salva l'uguaglianza dei punti di partenza.

C’è chi può permettersi di andare alla prima della Scala e c’è chi, come me, gode di una pensione d’oro. Per quest’ultima ragione è capitato che sabato 7 dicembre, Sant’Ambrogio, probabilmente negli stessi momenti in cui la giovane ed affascinante moglie dello Sviluppo Economico sceglieva dal suo guardaroba l’elegante abito che avrebbe sfoggiato la sera alla prima della Scala, io avevo il piacere di leggere la garbata letterina con la quale l’INPS mi porgeva gli auguri di Buon Natale (e, retroattivamente, anche quelli di Pasqua, di compleanno e d’onomastico dell’anno che sta terminando).



Pensare che, anche col mio contributo, oltre che a fermare il declino, è stato possibile elevare il trattamento minimo delle pensioni di un buon 10% ha reso me, più taccagno d’Arpagone e piuttosto indifferente alla retorica patriottica, fiero di questo piccolo sacrificio.
Pur rendendomi conto che quest’esborso contribuirà ulteriormente allo smottamento del ceto medio descritto dal professor De Rita.

Che cosa mi dite? Il trattamento minimo (467,43 euro da inizio 2011) non è stato aumentato nemmeno di un centesimo. Non fa niente, quello che importa è il pensiero. Certo, «le pensioni vanno aumentate, le tasse diminuite, ma non è questo il secolo per farlo. … invece, chi ha di più, deve dare di più» (utilizzando mille espedienti perché non si ha il coraggio d’aumentare l’Irpef, istituita a quest’ultimo scopo).

In fondo cosa sono 31,34 euro mensili (376 euro in un anno)? Beh! Rappresentano poco meno dell’abbonamento a Repubblica od al Corriere oppure dell’abbonamento a Sky. Cose di cui posso fare benissimo a meno. Posso provare a privarmi anche delle capsule Vessel (31,50 euro la scatola) che servono a curarmi l’attacco di flebite alla gamba destra (e vedere l’effetto che fa). Oppure acquistare in meno, durante l’anno, 12 kg di prosciutto o 24 kg di parmigiano reggiano.
Non importa che siano soldi sottratti alle cure ed ai consumi (le aziende produttrici emiliane terremotate se ne faranno una ragione), più importante è che entrino nel circuito virtuoso della spesa pubblica per finanziare, per distrazione, le molteplici malefatte dei politici corrotti, compreso l’acquisto dei lecca-lecca per i consiglieri regionali.
 
Il contributo è stato istituito perché l’Inpdai –l’ente erogatore- avrebbe applicato, nel calcolo della pensione, criteri più generosi di quelli dell’Inps. Ohibò! Se è opinione comune che le pensioni italiane sono le più basse d’Europa, non è che siano i criteri di calcolo dell’Inps ad essere esigui? Il motivo mi suona strano, anche se, in effetti, ho sempre percepito lo stipendio e versato i contributi previdenziali in fottutissime miserabili lire. L’Inpdai era talmente generoso che quando riscuoteva i contributi previdenziali ne versava il 10% all’Inps … come contributo di solidarietà.
Ad ogni modo, prendiamo atto che agli amministratori non si addice praticare la generosità.
Nemmeno agli elettori, nei confronti dei partiti.

Visto il criterio applicato, dovrei, infatti, considerare altamente immorale eleggere Parlamentari che guadagnano oltre venticinque volte il minimo Inps. Non sono d’accordo. L’invidia sociale è una gran brutta cosa. Fosse per me, sarei favorevole perfino ad una legge che prevedesse la nomina a deputato a vita degli onorevoli che hanno lustrato i pavimenti del Transatlantico per almeno tre legislature (smetterebbero, una volta per tutte, le stucchevoli discussioni sulle deroghe).

«La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.»
Attualmente le forme sono il porcellum e i suoi porcellini, cioè le centinaia di candidati blindati che le segreterie metteranno come capilista. Le primarie del partito diverso, per quanto spettacolari, avranno l’unico effetto di creare una nuova categoria: i Trombati delle Primarie (che è molto peggio che essere cassati dall’intero corpo elettorale).
Tutti aspetti che, qualche sera fa, il conduttore di Televacca si è ben guardato dal mettere in risalto.
Ad ogni modo, almeno per un giorno, il Sovrano sono Io e, com’erano soliti fare talvolta re e imperatori, anch’Io sono capace di fare le bizze: «limitatamente al periodo dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2017», mi guarderò bene dal mettere piede in una sezione elettorale.

P.S. Non ci sarebbe da stupirsi se invecchiare e riscuotere una pensione diventasse, fra un po’ un reato. Me lo dicono sempre anche i miei amici liberisti: guarda che i contributi che hai versato quando lavoravi sono già stati spesi; sarebbe ora che tu tirassi le cuoia.
Eh, no! Proprio adesso che posso godermi gratis i favolosi T Days.

Anziani di tutta Italia, tiriamo a campare!
Ostriche e champagne per tutti!
Vive la difference! 


venerdì 1 giugno 2012

Quello che non ho

Buongiorno,
sapete cosa piace ai dirigenti italiani?
… sprecare le parole!
 


mercoledì 18 aprile 2012

Semplificazioni




Quello sopra è il ticket di quattro confezioni di colliri (due per tipo) per la cura della mia pressione oculare. È il fabbisogno per 56 giorni (8 settimane).
Prezzo totale (10,94 x 2 più 20,59 x 2) =  63,06 euro.
Costo ticket 43,10.
Risparmio 19,96 euro pari a 36 centesimi il giorno.

È giusto. I politici si stanno finalmente rendendo conto che il carattere universalistico del sistema sanitario non è un valore e che, invece, «chi ha di più deve pagare di più».

Presidente Errani, assessore Lusenti ancora un piccolo sforzo, e riuscirete a superare l’ex ministro Calderoli (indimenticabile il suo falò al chiaro di luna) ed anche il presidente Monti che considera una semplificazione fare scadere la carta d’identità il giorno del nostro compleanno.
La vostra, sì, sarebbe una vera semplificazione: acquistare i medicinali (da impiegare a vita) senza doversi più recare dal medico (dopo la prima volta) per avere la ricetta. Quanta carta e quanto tempo (soprattutto per i medici) risparmiati!

* * * * * *
Non sappiamo se il governo dei tecnici interverrà con dei tagli anche nel settore della sanità.
Se non lo facesse, la mia opinione è che ha sbagliato tutto.
Invece di intervenire sulle pensioni nel modo crudele che si è visto, avrebbe fatto meglio a riformare il Servizio Sanitario, abolendo le Usl, Asl, Ausl o come diavolo si chiamano. Facendo pagare un’assicurazione sanitaria. A parità di pressione fiscale, il risparmio di spesa avrebbe potuto essere impiegato per rientrare dal debito.

Qui una mia proposta di due anni fa


L’attuale governo afferma di lavorare per garantire il futuro dei giovani. Quale futuro? Quello di andare in pensione a 67 anni. I giovani adesso non ci pensano ma rischiano di diventare, a tempo debito, altrettanti “esodati”.


martedì 10 aprile 2012

E' troppo tardi



Alfano, Bersani e Casini accelerano sulla riforma del finanziamento pubblico ai partiti. Entro domani [11 aprile 2012], dicono, saranno decise nuove forme di controllo sui soldi dati alla politica.
Non per decreto, per carità. Sarebbero in mano a Monti. Con un disegno di legge, in modo da approvarlo prima delle amministrative almeno in una delle due camere. Per l’altra, si vedrà. Giusto per raccontare un po’ di balle agli elettori.

Frattini suggerisce un meccanismo simile al 5 per mille. Bersani chiede le primarie, la certificazione dei bilanci e la pubblicazione degli stessi su Internet. Sostiene il PD che il finanziamento è di vitale importanza perché, altrimenti, ci rimarrebbe soltanto Berlusconi. Invece la politica costa ed è necessaria per tutte le formazioni politiche. Non fosse altro per pubblicare il programma. Ma non è sempre stato così.

«Non vi era possibilità economica per questa formazione politica di procedere alla pubblicazione del libro, e si realizzò quindi una colletta che portò alla raccolta di venticinque sterline, mediante le quali furono acquistati dei caratteri gotici tedeschi e si stampò la prima edizione in mille copie, diffuse nel febbraio del 1848».
La formazione politica era la Lega dei comunisti, il libro era il Manifesto del Partito Comunista: un testo che ha alimentato un dibattito che ha attraversato la seconda metà dell’Ottocento e tutto il Novecento. Insomma, con sole 25 sterline è cambiata radicalmente la storia del mondo.

È singolare notare come agli esordi anche il movimento comunista abbia preso il nome di Lega.
I destinatari del “Manifesto” –racconta Umberto Curi sul libretto “Marx e la rivoluzione” (la Biblioteca di Repubblica) - furono in realtà soprattutto le organizzazioni dei lavoratori d’ispirazione socialista, e può quindi risultare sorprendente, se non incomprensibile, che un testo destinato ad alimentare le lotte del movimento socialista si sia chiamato Manifesto Comunista.
La spiegazione la dà Engels.«Nel 1947 con la parola “socialisti” si intendevano due tipi di persone: da una parte i seguaci dei vari sistemi utopistici, che già allora si erano rinsecchiti in pure e semplici sette, dall’altra parte i molteplici ciarlatani sociali che volevano eliminare con le loro panacee e con ogni sorta di toppe gli inconvenienti sociali senza fare il più piccolo male né al capitale né al profitto. In entrambi i casi, gente che stava fuori del movimento operaio e cercava anzi appoggio fra le classi colte».

Nel 2012 sono tornati i ciarlatani, le panacee e le toppe che sono peggio dei buchi. Che cercano l’appoggio dei bocconiani esperti solo nell’imporre tasse su tasse, senza tagliare neppure le spese della politica. Provocando, anzi, l’aumento del debito.

Non si tratta di controllare meglio i soldi dati ai partiti. Il finanziamento va semplicemente abolito. Se mi chiedono di pagare l’IMU, io chiedo ai partiti di restituire almeno la metà dei soldi avuti nelle ultime legislature. Altrimenti d’ora in poi voterò soltanto per un’Assemblea Costituente che riscriva la Costituzione.


giovedì 5 aprile 2012

Il modello 730 del 2012

«Smettetela di rompere le scatole con le vostre domande del cavolo.
Leggete il cartello. Imparate, piuttosto, a fare meglio le fotografie col telefonino.»


Come si sa, recandosi al CAF con il Modello 730 precompilato non si paga niente.
Il modello si può comprare da Buffetti, si può scaricare da internet sprecando carta e inchiostro, oppure si può ritirare gratuitamente presso i comuni.
È dai primi di marzo che, quando capito in centro, mi reco all’Urp di Piazza Maggiore per vedere se è in distribuzione.

I Caf sono già aperti. Il mio ha attivato il servizio prenotazioni già a partire dal 19 marzo scorso. Oggi è il 5 aprile.
Questa mattina ho compiuto l’ennesimo tentativo e ho trovato il cartello della foto.
Prima di andare, dalle 10 alle 11 circa, ho cercato più volte di contattare il servizio informazioni dell’Urp (numero 051 20 30 40). Credete che abbia risposto qualcuno? Il numero risultava continuamente occupato.
Strano perché alle 11:30 circa nell’ufficio regnava un silenzio da biblioteca. Alcuni giovani navigavano in internet, nessun telefono squillava e almeno un operatore sembrava assorto nei suoi pensieri.

In queste settimane sono anche entrato più volte nel sito “Iperbole” del comune di Bologna ma, digitando “Modello 730 – 2012” sulla casella CERCA, ottenevo come risposta “NESSUN RISULTATO”.


COMUNIchiamo? Si farebbe ben poca fatica a dare l’informazione in questa pagina.

«Come si comporta la Pubblica Amministrazione on line?
I vari enti pubblici, nazionali e locali, offrono siti Internet validi, con servizi innovativi, che consentono ai cittadini di risparmiare tempo e denaro e ai dipendenti di fornire prestazioni ottimizzate?
Secondo l’inchiesta condotta da Federico Ferrazza su L’Espresso, la fotografia della PA su Internet è di qualità scadente.
Il giornalista ha monitorato alcuni siti e ha dovuto prendere atto che nella maggior parte dei casi i cittadini si trovano di fronte a delle semplici vetrine, che presentano poche informazioni e non offrono la possibilità di interagire e di effettuare le operazioni desiderate. Di esempi se ne possono fare diversi.»


UPDATE del 10 aprile 2012
Questa mattina il Modello 730 era in distribuzione all'URP di Piazza Maggiore. 


martedì 3 aprile 2012

L'IMU e i sindaci

Signor Sindaco di Bologna,
con la nuova legge le famiglie avranno di nuovo l’obbligo di pagare al Comune ed allo Stato l'IMU sulle case di loro proprietà.
Si tratta di una norma profondamente ingiusta che toglie ulteriori risorse alle famiglie e mette ulteriormente in croce i risparmiatori che hanno maggiormente confidato nella Costituzione che, all’articolo 47, recita:
«La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.
Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.»
Risparmiatori che hanno accumulato, con non pochi sacrifici, un cospicuo patrimonio d’edilizia residenziale privata ostentato ora, con tutti i mezzi mediatici, come la migliore garanzia della solvibilità dell’immenso debito pubblico accumulato da Voi politici.
I cittadini Le rivolgono, pertanto, un pressante invito ad applicare le aliquote IMU più basse possibili. Buon lavoro!

L’idea di questa brutta, insulsa ed inutile letterina mi è venuta questa mattina, quando, entrato nel sito del Comune, per cercare informazioni, ho trovato alla voce IMU soltanto il seguente comunicato.

Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha promosso un appello dei  sindaci delle Città metropolitane, a sostegno delle proposte dell'Anci, affinché il Governo esenti i Comuni dal pagamento dell'IMU per gli immobili comunali.

L'appello è stato sottoscritto dai sindaci: Virginio Merola (Bologna), Michele Emiliano (Bari), Massimo Zedda (Cagliari), Matteo Renzi (Firenze), Giuliano Pisapia (Milano), Luigi De Magistris (Napoli), Piero Fassino (Torino), Roberto Cosolini (Trieste), Gianni Alemanno (Roma) e Giorgio Orsoni (Venezia).

"I sindaci delle città metropolitane rivolgono al Governo e al Parlamento un pressante invito a modificare la disciplina dell'IMU contenuta nel decreto legge n.201/2011 (legge 214/2011) e ad accogliere gli emendamenti presentati dall'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani nel decreto legge n.16/2012 varato dal Governo, e attualmente in corso di conversione al Senato.
Va in particolare modificata la norma del decreto che sottopone a tassazione IMU i beni di proprietà comunale, che erano esenti dall'ICI e dall'IMU a regime prevista dal d.lgs. n.23/2011 sul federalismo municipale.
Con questa norma i Comuni avranno l'obbligo di versare allo Stato il 50% del relativo gettito e, per l'altra metà, vedranno ridursi ulteriormente il Fondo sperimentale di riequilibrio, già oggetto di ripetuti tagli. I Comuni dovranno pagare allo Stato l'IMU sulle case popolari di loro proprietà; la stessa cosa dovranno fare i vari Istituti Case Popolari presenti nei Comuni italiani.
Si tratta di una norma profondamente ingiusta che toglie ulteriori risorse ai Comuni e mette in ulteriore grande difficoltà gli enti locali che hanno maggiormente investito sulle politiche per la casa. E' questo il caso dei grandi Comuni che hanno un cospicuo patrimonio di edilizia residenziale pubblica".

Nell’attesa della risposta del governo, la maggioranza dei sindaci non delibererà le aliquote prima del 30 giugno, mentre la scadenza della prima rata è fissata al 18 giugno. Aspettano di sapere quanti soldi darà loro Monti. Bell’esempio di capacità di amministrare. 

«Si tratta di una norma profondamente ingiusta.» Come si vede i Sindaci metropolitani sono in grado di vedere il mondo anche “con le lenti del giusto e dell’ingiusto, che sono le lenti della morale” e dell’equità. Perché non le usano anche nei confronti dei loro amministrati?
Ci vuole tanto coraggio a fissare due aliquote? L’equità è un criterio a fisarmonica dipendente dalla maggiore o minore iniquità del governo?

E dire che il professor Prodi, inaugurando il forum del Piano Strategico Metropolitano, chiamandolo per nome, aveva invitato il sindaco Merola a non avere paura di fare le scelte difficili.

* * * * * *
Mancano i soldi, si lamenta il Sindaco che chiede di non pagare l’IMU per i beni di proprietà comunale.
Perché non riporta gli uffici comunali a Palazzo d’Accursio, in Via Cà Selvatica e in Sala Borsa.
Risparmierebbe l’affitto annuale di 6,6 milioni di Piazza Liber Paradisus (e i dipendenti ne sarebbero felici).


lunedì 2 aprile 2012

2 aprile 2012

Il ministro dello Sviluppo (della crisi), Corrado Passera, nel tentativo di trovare un briciolo di visibilità, continua a fare dichiarazioni prive di senso. Due giorni fa, a margine del Workshop Ambrosetti sulla finanza, ha dichiarato: «se sapremo utilizzare risorse italiane, giacimenti di petrolio e di gas non ancora sviluppati», anche questo potrà contribuire ad evitare che le bollette dell’energia «crescano ulteriormente».
Cosa fa? Si mette a trivellarlo Lui, il petrolio?
Avrebbe fatto meglio a ricordare che l’energia non costerebbe così cara se gli italiani non avessero votato SI al referendum antinucleare del 1987.
E non avessero votato ancora SI a quello dello scorso anno, abolendo la legge che impegnava il governo allo sviluppo di un Piano Energetico Nazionale e precludendo la strada all’impiego delle più sicure centrali di quarta generazione.
Solo in quel caso avremmo bollette più basse.
Oppure No. Perché sul prezzo del Kwh nucleare graverebbero sicuramente accise da fare impallidire quelle attuali sulla benzina. Maggiorate dalle addizionali comunali, provinciali e regionali e da innumerevoli altre. Ad esempio, pro parlamentari che faticano a pagare il mutuo o pro primarie. Perché la politica costa, cosa credete?

Il ministro vicario delle finanze ha anche auspicato “sanzioni sociali” contro chi pratica l'evasione fiscale. Come se non fossero sufficienti le leggi che –giustamente- la sanzionano e come se il governo non vantasse i mezzi per combatterla (vedi Serpico).
Intanto, qualche contribuente, spinto dalla disperazione, ricorre a mezzi estremi che ci richiamano alla mente l’atroce morte sul rogo di Girolamo Savonarola (1498) e di Giordano Bruno (1600).
Belli i tempi della Santa Inquisizione, nonostante le sue “rozze” sentenze!
Oggi abbiamo il fisco “amico”, e si può morire per “fuoco” amico. 


venerdì 30 marzo 2012

30 marzo 2012

''Siamo nel pieno di una seconda recessione e questo trend, se dobbiamo prendere per buone le previsioni, durera' tutto l'anno''. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, in audizione alla commissione Bilancio della Camera. Ottimista il ministro. Per Ferrero di Rifondazione comunista durerà almeno 40 anni (ad Omnibus, questa mattina).
Se non serve a niente, perché allora non lo chiudiamo quel ministero? Perché non licenziamo il suo direttore generale e tutti i dirigenti? Sarebbero licenziamenti per motivi economici: diamo loro 27 mensilità e via!

Qualche settimana fa, si leggeva: «Avremmo dovuto fare come la Spagna. Invece di governi tecnici, nuove elezioni, via Zapatero, viva Mariano Rajoy.»
Con che risultato? Che ieri, in Spagna, c’è stato contro le misure anticrisi del governo «un magnifico sciopero generale» (sempre Ferrero).

Morale della favola.
La crisi economica europea è gravissima. Anche per i prossimi anni, in Italia, non si potrà fare a meno dei tecnici.
I partiti, tutti, non hanno la bacchetta magica. Certamente sono differenti. Certamente uno migliore dell’altro. Ma in una cosa sono uguali: sono impotenti. Che governi l’uno o l’altro per il popolo non cambia niente.

Perché perdere tempo e soldi con elezioni politiche?
Mentre i tecnici continueranno il loro sgradito e sgradevole lavoro, eleggiamo una nuova Costituente che cerchi almeno di migliorare le regole per i tempi migliori, quando verranno.


martedì 27 marzo 2012

Come salvare il somaro Benjamin dalle grinfie dei partiti




RICAPITOLIAMO
Le pensioni e gli stipendi degli italiani sono tra i più bassi d’Europa.
Il peso delle tasse punta a superare il 45% «un livello che ha pochi confronti nel mondo» afferma il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino secondo cui «il nostro sistema è disegnato in modo da far gravare un carico sui contribuenti fedeli eccessivo» (dichiarazione del marzo 2012).
La benzina tocca ormai i 2 euro per litro.
L’Iva è passata al 21%.
Da ottobre l’aliquota del 21 passerà al 23% e quella del 10 al 12%.
Aumentano le addizionali Irpef comunali e regionali.
Con conseguente aumento del costo della vita che colpisce soprattutto i percettori di redditi fissi.
Sono aumentate anche la luce e il gas.
A Bologna è aumentata la tassa sul rusco del 4%.
In Provincia è aumentata l’acqua del 10%.
Il sindaco Merola, nel sostenere il doppio Sì al referendum, l’aveva detto:
«L’acqua non si vende, non deve costare per forza poco, la lotta agli sprechi va fatta».
Con buona pace del Movimento per l’Acqua Bene Comune.
In Regione emergono i ticket sanitari.

Entro il 30 giugno si dovrà versare la nuova IMU – Imposta Municipale Unica
Ma i sindaci avranno tempo fino al 30 giugno per fissare le aliquote: fate con comodo!
Con il moltiplicatore della rendita catastale che passa da 100 a 160.
Gli agricoltori pagheranno anche per le stalle.
Gesù bambino, se rinascesse oggi, in quel di Ceccano, riceverebbe di nuovo la visita dei Re Magi.
Ma solo per chiedere a Giuseppe lo scontrino fiscale per l’affitto della mangiatoia e per multarlo perché trovato sprovvisto di regolare carta di credito.
Carta che non potrà più permettersi, in quanto finora si guadagnava la vita montando sedie. Lavorava con la partita Iva, libero di organizzare modi e tempo, per un grosso fabbricante di mobili che era, però, il suo unico cliente. Cosa non più permessa. (Nota *)
Da oggi, in Italia, nascere al di fuori delle regole (illiberali) è come vivere al di sopra delle proprie possibilità.
Soltanto il Diavolo veste Prada e, in Cina, i delegati dell’Assemblea Nazionale del Popolo.

RISULTATO
«Sappiamo già che il pil nel primo trimestre del 2012 non è andato bene a causa della caduta dei consumi». Lo ha detto il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, intervenuto all'assemblea annuale di Ibc, l'associazione che raccoglie le industrie di beni di consumo. «La variazione media annua - ha aggiunto Giovannini - già acquisita per il 2012 è -0,5%» (Corriere della Sera del 20 marzo).
Di questo passo, alla fine dell’anno, arriveremmo a –2%.

Tutte misure, si dice, che salveranno l’Italia, ma che faranno diminuire il Pil ed impoverire gli italiani.
Che devono essere, comunque, orgogliosi perché così l’Italia salverà l’Europa.
L’Europa, da parte sua, ha salvato dal fallimento qualche dozzina di banche (per salvare, beninteso, i nostri risparmi).
La BCE, facendo funzionare a pieno ritmo la stampante della moneta, ha compiuto una duplice maxi-operazione di rifinanziamento da 1.000 miliardi di euro.
Il cosiddetto doppio LTRO - Long Term Refinancing Operation.
Le banche non smetterebbero mai di “bere”. A Ma’! Versace n’artro LTRO!!!! Ha intitolato il Fatto Quotidiano.
Dato però che non si può esagerare ecco che, per compensare l’emissione di liquidità in favore delle banche, i cittadini europei sono chiamati a collaborare.
A pagare più caro qualsiasi prodotto.
Ad erodere i loro risparmi per pagare più tasse.
Così il cerchio si chiude.


Signori Ministri tecnici, Signori Amministratori locali, quello che avete fatto è ancora poco: vogliamo spendere molto di più!

LA PRIVACY
Tra le misure introdotte dal "Decreto Salva Italia" c'è l'abbassamento della soglia della tracciabilità del denaro a mille euro.
Per il Garante per la privacy, Francesco Pizzetti, le nuove norme sulla trasparenza amministrativa nei controlli fiscali rappresentano «strappi forti allo Stato di diritto». Per Pizzetti quella attuale «è una fase di emergenza dalla quale uscire al più presto» altrimenti «lo spread fra democrazia italiana e occidentali crescerebbe».
«È proprio dei sudditi essere considerati dei potenziali mariuoli - ha proseguito Pizzetti -. È proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori». «Sentiamo il bisogno di lanciare questo monito - ha aggiunto Pizzetti - anche perchè vediamo che è in atto, a ogni livello dell'amministrazione, e specialmente in ambito locale, una spinta al controllo e all'acquisizione di informazioni sui comportamenti dei cittadini che cresce di giorno in giorno. Un fenomeno che, unito all'amministrazione digitale, a una concezione potenzialmente illimitata dell'open data e all'invocazione della trasparenza declinata come diritto di ogni cittadino di conoscere tutto, può condurre a fenomeni di controllo sociale di dimensioni spaventose» (dichiarazioni del marzo 2012) .

I recenti provvedimenti governativi sembrano dar ragione a quella testa calda di Pierre-Joseph Proudhon che a metà dell’ottocento scriveva: «Essere governato significa essere guardato a vista, registrato, censito, spiato, catechizzato, censurato da esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Vuol dire essere tassato, taglieggiato, sfruttato, concusso, spremuto, mistificato.» (letto giorni fa sul Venerdì di Repubblica n°1250, pag.102).
Sulla virtù non mi pronuncio, ma la scienza (per tassarci) ce l’hanno, e come!

A proposito di controllo sociale va segnalata la prossima messa in campo dei cassonetti del rusco “intelligenti” che si aprono soltanto con una smart card. La loro funzione sarà proprio quella di riconoscere il cittadino che getta i rifiuti e mappare le sue abitudini sulla raccolta differenziata.
È un progetto finanziato dall’Europa.
Speriamo soltanto che ai burocrati europei non venga in mente, un domani, di applicare lo stesso meccanismo al coperchio dei water domestici.
Farla in un campo d’ortiche, oltre che irritante, diventerebbe reato penale.
In fatto di produzione di norme cervellottiche l’Europa non è seconda a nessuno.
Una volta è riuscita perfino a suscitare le proteste di un popolo ordinato come quello tedesco.

IL DEBITO E LA PARTITOCRAZIA
Siamo stati ad un passo dal baratro, che però è sempre lì davanti a noi.
Com’è profondo il baratro!
E dire che avevamo tutti i fondamentali dell’economia a posto.
Cos’è che ci poteva spingere giù?
Il mostruoso debito pubblico, perbacco!
Apparso improvvisamente non più sostenibile.

Come e quando si è formato il debito. Chi sono i responsabili?
Siamo tutti noi –dicono alcuni gazzettieri- perchè è il popolo sovrano che dal 1948 elegge il parlamento.
Molto comodo!

Gli unici responsabili sono i partiti che hanno occupato il Parlamento.

Già nella prima metà degli anni Cinquanta il professor Giuseppe Maranini conia l'espressione "partitocrazia" e afferma, in un articolo del 1952, che «la forma di governo creata dalla nostra Costituzione così come da altre costituzioni continentali, approda ad una forma esplicita di partitocrazia, e non di governo parlamentare. La nostra Costituzione vieta ogni mandato imperativo, che leghi il rappresentante alla volontà degli elettori; ma allo stesso tempo la Costituzione e le leggi elettorali creano i presupposti di un ben più temibile mandato imperativo, il quale subordina gli eletti ai loro veri committenti, i quali non sono più gli elettori bensì le direzioni dei partiti. Il Parlamento controlla il Governo ma le direzioni di partito controllano il Parlamento e, attraverso il Parlamento, il Governo; se poi direzione di partito e governo s'identificano, il controllato diventa controllore, con evidente eversione di ogni schema di governo parlamentare.»
Le conseguenze del porcellum non si potevano prevedere meglio.
P come partiti. DUE  i partiti “a vocazione maggioritaria”. La P2 della seconda repubblica.
Una classe politica irresponsabile [fatte salve poche singole valide persone], demagogica, incapace, corrotta, famelica ed anche antipatica, che si è andata formando a partire dagli anni ottanta.
Una masnada non più in grado di esprimere alcun tipo di governo credibile.

Se si tenesse conto della costituzione cosiddetta materiale, l’articolo 1 andrebbe così riscritto:
«L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul welfare»,
cioè su uno dei debiti pubblici più alti al mondo, accumulato –a partire dagli anni ottanta- da una classe politica animata da buone intenzioni ma incapace di far di conto.
Sintomatica questa confidenza del Presidente emerito Francesco Cossiga, ricordata nei giorni delle sue esequie: «In nome della carità e della solidarietà ho sbagliato. Credevo che la politica economica dello stato dovesse ricalcare le linee della San Vincenzo. Abbiamo scambiato la solidarietà con lo spreco. La solidarietà con l'inefficienza. Pensavamo che i soldi non sarebbero finiti mai» (Ceccio da Chiaramonti, L’eterno provocatore, Gian Antonio Stella, 18 agosto 2010, Corriere della Sera.it).

I BUONI PROPOSITI
Ora i partiti si preparano alle elezioni del 2013 e cercano di correre ai ripari.
Sarebbero al via le “riforme parallele”, tutti d’amore e d’accordo. Le proposte di riforma sono le più varie. Una nuova legge elettorale. La riduzione del numero dei parlamentari. Il rafforzamento dei poteri del Premier. L’avvio (solo l’avvio) del superamento del bicameralismo perfetto …. l’istituzionalizzazione delle metafore.
La previsione è quella di “fumo e chiacchiere” fino al voto di maggio. Poi, nemici come prima.

SCENARI FUTURI
La globalizzazione ha cambiato il mondo. Dopo le “tigri asiatiche”, si sono affacciati sulla scena dell’economia mondiale i Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) con il 40% circa della popolazione mondiale, distribuita su territori immensi, con abbondanti risorse naturali strategiche.
Governare i popoli e mantenere la pace diventerà sempre più problematico.
Due sono le strade possibili.

La prima conduce a governi autoritari basati sulle ideologie. Sotto i quali si è più sudditi che cittadini.
Si va dai casi più estremi della Corea del Nord oppressa da una feroce imbecillità, ai paesi dove la religione è la legge, alla Cina del capitalismo comunista, alla Russia dello zar Putin e giù, di grado in grado, si può arrivare –sperando si tratti di eccezioni temporanee- a periodi di sospensione della sovranità di uno stato (vedi Grecia), o dei poteri sostanziali di un parlamento (è il caso del governo Monti).

La seconda strada è quella di governi parlamentari, basati su una costituzione democratica, dove la rappresentanza e la partecipazione siano effettive. Nello spirito della società aperta di Popper.
La forma di governo da perseguire è il federalismo (senza alcun aggettivo), di modo che il potere sia controllabile dagli elettori.
Pertanto i livelli di governo devono essere ridotti al minimo ed il livello più basso deve essere il più vicino possibile alla gente.
Il modello –che ricordo di avere letto in The Practice of Management di Peter F. Drucker- è quello della più antica e più prospera organizzazione della civiltà occidentale, la Chiesa Cattolica. Esiste un solo livello organizzativo tra il Papa e il più umile dei parroci: il vescovo.

Stato, provincia, comune.

Ecco, allora, che la prima cosa da fare in Italia è di mantenere le province ed abolire le regioni.
Notiamo infatti che una diocesi ha più o meno l’estensione di una provincia, anzi molto spesso corrisponde.
Meglio non parlare delle regioni che, dalla Lombardia alla Puglia, sono state un disastro.

PER UNA NUOVA COSTITUENTE
Occorre dare vita ad una nuova Assemblea Costituente, eletta con il sistema proporzionale.
Per riformare la Carta del 1948.
Con l’istituzione di un’unica Assemblea Nazionale di 500 deputati.
L’abolizione del Senato (il centinaio di Assemblee legislative delle Province basta e avanza).
L’abolizione delle Regioni.
La regolamentazione giuridica dei partiti.
Una nuova unica legge elettorale valida per stato, province e comuni con modello proporzionale.
La riforma della giustizia.
La riforma del fisco.

IL CONTRIBUTO DEI PARTITI
Abbiamo vissuto tutti al di sopra delle nostre possibilità, è il mantra ricorrente.
Tutti siamo chiamati a cedere qualcosa. Cittadini consumatori, risparmiatori di enniodoris, ex scudati, lavoratori ultrasessantenni con la prostata, anziani che vivono soli o con la badante, ministri ricchi e poveri, prostitute (escort, pardon!), aziende e negozi, partite Iva, associazioni di categoria, sindacati, comuni, perfino la Cei.

Meno i partiti.

Cosa possono dare, queste nullità giuridiche?
Devono restituire, sotto il controllo della Corte dei Conti e prima delle elezioni, la metà dei soldi che ci hanno estorto –con una legge ad porcellum- nelle ultime due/tre legislature come rimborsi elettorali (due miliardi di euro negli ultimi 10 anni, fa sapere l’IDV).
Hanno già speso i soldi? Nessun problema: ci sono le fondazioni dei partiti che possono vendere i beni immobili che hanno accumulato.
Se il tesoriere della Margherita, ha comperato una villa da trenta milioni di euro, figuriamoci quanti palazzi possano avere acquistato i partiti più grandi.
Se i partiti ritengono che sia materia del Parlamento, provvedano in fretta.
Altrimenti, il governo dei tecnici –il primo ad affermare che tutti devono cedere qualcosa- emani un decreto in proposito.
Non occorre che metta la fiducia. Se non fosse approvato, noi elettori capiremmo.

Ricordate Animal Farm di George Orwell.
Io, povero somaro Benjamin, non starò ad ascoltare i clarinetti della partitocrazia, che potranno anche sprecare tutto il fiato che hanno in gola. Semplicemente, senza quella contropartita, alle prossime politiche non andrò a votare per i maiali. Vecchi o nuovi che siano.
Pur consapevole che le pecore (ingenue sognatrici) sarebbero ancora la maggioranza.
Cambierò idea soltanto per votare un’Assemblea Costituente.

ASTENSIONE DAL VOTO,
L’UNICA FORZA RIFORMATRICE LIBERALE TRAVOLGENTE!
PER UNA NUOVA COSTITUENTE.

- - - - - - - - -
Nota *) Con la Riforma Fornero, la proposta normativa è quella di prevedere la partita Iva per un solo committente solo per i primi sei mesi, scaduti i quali lo stesso committente avrà l’obbligo di assumere il collaboratore con contratto di lavoro subordinato.
Occorre distinguere tra VERE e false Partite Iva: fare di tutta l’erba un fascio, è sempre sbagliato e non è un metodo degno per dei professori!

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martedì 10 gennaio 2012

Serpico contro l'evasione fiscale ovvero la ricerca del Santo Graal

 

Michael Sipser, insigne docente al Massachusset Institute of Technology, spiegava già vent’anni fa (la Repubblica, martedì 15 settembre 1992, pagina 38) che «sotto l’arido nome “problema di P verso NP” si nasconde la ricerca del Santo Graal della matematica moderna, a colpi di codici segreti, mobilitando talenti che combinano James Bond, Pitagora e il mago dei computer».
Si tratta di uno dei sette problemi per il millennio che il Clay Mathematics Institute ha posto all'attenzione dei matematici mettendo in palio un premio di un milione di dollari, per ognuno di essi, a chi ne fornisca la soluzione.

In informatica, la teoria della complessità computazionale è una branca della teoria della computabilità che studia le risorse minime necessarie (principalmente tempo di calcolo e memoria) per la risoluzione di un problema. I problemi vengono così classificati in differenti classi di complessità, in base all'efficienza del migliore algoritmo noto che sia in grado di risolvere quello specifico problema.

Particolarmente importanti sono la Classe P e la Classe NP.

P [Polynomial time] è la classe dei problemi di decisione che possono essere risolti su una macchina di Turing deterministica in un tempo polimoniale (rispetto alla dimensione dei dati d’ingresso).

NP [Non deterministic Polynomial time] è la classe dei problemi di decisione che possono essere risolti su una macchina di Turing non deterministica in un tempo polimoniale. Ma le cui soluzioni positive possono essere verificate in un tempo polimoniale su una macchina di Turing deterministica avendo le giuste informazioni.

La macchina di Turing non deterministica si distingue da quella deterministica per il fatto che, in presenza di un determinato stato e di un determinato carattere letto, essa permette più transizioni.

Altra definizione:
Un algoritmo si dirà deterministico se per ogni istruzione esiste, a parità di dati d'ingresso, un solo passo successivo.
Invece, non deterministico se contiene almeno un’istruzione che ammette più passi successivi.

Il computer che noi conosciamo è una macchina deterministica.

Problema P versus NP

Come abbiamo detto, NP è la classe dei problemi risolvibili in tempo polinomiale da una macchina di Turing non deterministica o, equivalentemente, dei problemi verificabili in tempo polinomiale da una “normale” MT (deterministica). Un problema in questa classe può essere risolto da una MT deterministica con un costo aggiuntivo (in termini di tempo) esponenziale; ad oggi non si sa se si può “fare di meglio”. Quindi, dei problemi NP-completi si sa solo che si possono risolvere in tempo esponenziale, ma non si sa se questo è un limite intrinseco (nel caso P diverso da NP) oppure se è dovuto alla nostra incapacità di trovare algoritmi più efficienti (nel caso P=NP).

Più semplicemente la domanda è: NP non potrebbe essere solo una versione mascherata di P?
Il problema è riuscire a dimostrare o confutare il fatto che non esistono problemi NP, ovvero, detto con termini diversi, dimostrare che tutti i problemi NP possono essere resi di tipo P.

Conseguenze. La soluzione del problema potrebbe avere importanti implicazioni in diversi campi. Ad esempio sulla produzione di codici segreti per comunicare. In tutti i casi in cui è importante poter contare sul fatto che il messaggio rimanga inalterato e confidenziale, come nelle operazioni militari oppure in quelle di trasferimento elettronico di fondi tra banche, «sarebbe ideale avere un codice assolutamente, dimostrabilmente impenetrabile. Cioè uno per il quale esistesse un teorema matematico a prova del fatto che solo la forza bruta può arrivare a decifrarlo. Ma questo risulterà impossibile finchè non verrà risolta la questione di P verso NP.»
La recente dimostrazione di un ricercatore indiano, Vinay Deolalikar, confermerebbe ciò che i matematici di tutto il mondo pensano da anni: P è diverso da NP.

Esempi di problemi NP. Purtroppo, la maggior parte dei grandi problemi computazionali che sorgono nell'industria, nel commercio e nell’amministrazione ricade nella categoria NP.
L’esempio più comune è quella della scomposizione di un numero n in fattori primi.
Il procedimento più immediato è quella di dividere il numero n per tutti i numeri che gli sono minori ed è chiamato Metodo della forza bruta.
Fin che si tratta di un numero piccolo non c’è problema ma, per un numero «a quindici cifre, ad esempio 333.333.333.333.337, il numero di fattori possibili è decisamente alto, ed un computer impiegherebbe moltissimo tempo ad esaminarli uno ad uno, prima di trovare i fattori 1.628.093 e 204.738.509. Se si trattasse, poi, di numeri con migliaia di cifre, perfino il più potente computer che si possa immaginare impiegherebbe migliaia di miliardi di anni per completare la ricerca. Il sole avrebbe esaurito le sue energie, la terra sarebbe completamente gelata e il nostro computer, ammesso che funzionasse sempre, non sarebbe ancora riuscito ad individuare i fattori.»

Altro esempio classico è quello del commesso viaggiatore (Traveling Salesman Problem – TSP) .
Data una rete di città, connesse tramite delle strade, trovare il percorso di minore lunghezza che un commesso viaggiatore deve seguire per visitare tutte le città una e una sola volta.

Sono state compiute numerose ricerche. Una anche in Italia.
 7.2 Italy Tour (pagina 27)
E visto che siamo terribilmente nazionalisti poteva forse mancare un Tsp
italiano? Il Tour passa per 16 862 città ed è lungo 557 315 chilometri ed è
stato calcolato il 14 Marzo 2002 dopo 14 anni di calcolo con un AMD Athlon
1900+ usando il Concorde.

LA RICERCA DEGLI EVASORI

Da James Bond al mago dei computer il passo è d’obbligo.
Per contrastare l’evasione fiscale arriva SERPICO un supercomputer da un milione di miliardi di byte di memoria che, funzionerà per 24 ore il giorno sette giorni su sette.
L’obiettivo è quello di utilizzare le 22mila informazioni al secondo che transiteranno nel cervello elettronico della macchina per scoprire gli evasori e recuperare il più possibile l’ammontare dell’evasione annua, stimata oggi attorno a 125 miliardi di euro.
Serpico è l’acronimo di SERvizi Per I COntribuenti. Lavora già da 5 anni e, secondo i tecnici ha contribuito a raddoppiare le cifre recuperate dall’erario.
A Serpico sono collegate tutte le banche dati di catasto, demanio, motorizzazione, Inps, Inail, dogane e registri. Dall’inizio del 2012 anche i data base delle banche con i saldi e i movimenti dei conti correnti. Se non sono un milione di miliardi di byte, poco ci manca. 

La “ricerca degli evasori” è un problema N oppure NP?

È senz’altro un problema complesso. Certamente più della ricerca del «guadagno medio dei parlamentari europei» che la Commissione Giovannini sta cercando di risolvere da diversi mesi, senza avere ancora trovato una soluzione soddisfacente (e dire che i parlamentari europei con i rispettivi collaboratori saranno alcune decina di migliaia, contro i 50 milioni di contribuenti italiani).
Più difficile un confronto con la scomposizione di un numero in fattori primi, sia perché un numero può avere infinite cifre, sia perché «l’evasione» potrebbe essere il risultato di più risultati successivi.

Intanto diciamo che, per quanto potente possa essere, anche Serpico è una macchina deterministica. Può, pertanto, risolvere un problema NP con un costo aggiuntivo (in termini di tempo) esponenziale.
Ad ogni modo i casi sono due.

Primo. Gli esperti matematici di cui si avvale certamente la SOGEI (la società che gestisce Serpico) hanno scoperto uno o più algoritmi sofisticati in grado di ricondurre “la ricerca degli evasori” ad un problema P. Uno di loro (magari un giovane neolaureato alla Normale, retribuito 900 euro il mese) ha trovato, addirittura, la dimostrazione che ogni problema NP è riconducibile a P e per il momento non ha reso pubblico il fatto perché il governo italiano lo ha ricompensato, per mantenere il segreto, con due milioni di dollari.
In questo caso entro l’estate 2012 l’Agenzia delle Entrate disporrà dell’intera lista di evasori dell’anno 2010 e/o 2011 che hanno evaso ben 125 e rotti miliardi di euro (o quelli che sono).

Secondo. L’algoritmo risolutore non è stato trovato e la ricerca non può che essere condotta col metodo della forza bruta, esaminando le singole posizioni una per volta. Le indiscrezioni che si possono trovare in rete fanno propendere per questa ipotesi.
Si partirebbe digitando in una casella il codice fiscale della persona fisica oppure la partita IVA dell’azienda. Appare una prima schermata con i dati identificazione e le ultime cinque dichiarazioni dei redditi. Se l’operatore annusa qualcosa di sospetto può cliccare su uno oppure, uno alla volta,  sui pulsanti che aprono rispettivamente i database di: Catasto, Demanio, Motorizzazione, Inps, Inail, Dogane e Registri d’ogni genere. Un’altra schermata con le Utenze (luce, gas, telefono) e le Iscrizioni ad associazioni o club che richiedono il codice fiscale. L’ultima schermata del sistema raccoglierà tutti i dati riguardanti i conti correnti bancari, i movimenti sopra i mille euro, i saldi e le altre operazioni.
Come si capisce, se la procedura è quella descritta, Serpico non fa tutto da solo. I suoi algoritmi possono essere anche i più sofisticati, ma l’intervento discrezionale dell’uomo rallenta maledettamente la ricerca.

Supponiamo che, mediamente, l’analisi di una singola posizione richieda 5 minuti.
Basteranno? Sono troppi? Ah, saperlo!
I contribuenti Irpef sono 41 milioni, le partite IVA circa 9 milioni. Totale 50 milioni di soggetti.
50 milioni per 5 minuti fanno 250 milioni di minuti > 4.166.667 ore > 173.611 giorni > 475 anni.
475 anni per esaminare ogni soggetto, lavorando 24 ore il giorno con un solo terminale.
Questo tempo si può ridurre utilizzando più terminali e facendo, naturalmente, lavorare tre operatori su tre turni d’otto ore sullo stesso terminale.
Utilizzando 10 terminali (30 operatori) il tempo si riduce a 47,5 anni.
Utilizzando 100 terminali (300 operatori) a circa 4,75 anni.
Utilizzando 1000 terminali (3000 operatori) a poco meno di 6 mesi.

Quest'ultimo è il costo aggiuntivo, in termini di personale, che lo Stato (tramite la SOGEI) dovrà pagare per ricavare tutti gli anni “l’elenco degli evasori”, in tempo utile per eseguire i successivi adempimenti burocratici e denunciarli senza incorrere nei termini di prescrizione previsti dalla legge.

Pazienza se per questo 3mila  controllori (che devono avere un buon fiuto) saranno costretti ad un lavoro alienante, tale da fare impallidire quello alle catene di montaggio così magistralmente descritto da Charlie Chaplin.
Pazienza anche se Serpico, occasionalmente, dovesse fornire “elenchi pazzi” che potrebbero indurre al suicidio qualche persona troppo sensibile.

L’obiettivo è di capitale importanza. Il governo non ha più alibi: possiede l’arma finale. L’evasione fiscale può e deve essere debellata almeno entro giugno 2013. Si prenderebbero due piccioni con una fava: verrebbe inferto un colpo mortale anche alla criminalità organizzata responsabile di un terzo dell’evasione totale.

CONCLUSIONE

Sarebbe grave se, lo Stato non riuscisse in questa impresa, dopo essersi impadronito di tutti i dati possibili e immaginabili di ciascuno di noi. Cosa inevitabile nell’attuale società.

Scrive infatti (spiegando Michel Foucault) Stefano Rodotà:
«Viviamo in una società della comunicazione caratterizzata da ininterrotti flussi informativi nei quali tutti siamo continuamente immersi. Siamo, insieme, destinatari e produttori di comunicazioni. E sono proprio le informazioni direttamente prodotte da noi a renderci più controllabili e più vulnerabili.»
Rodotà, ricordando come l’habeas corpus della Magna Charta sia stata la prima forma di limitazione del potere politico sui corpi delle persone, ritiene però necessario, davanti ai nuovi poteri che percorrono il mondo digitale, un habeas data, che difenda la persona identificata e costruita non più soltanto intorno alla sua fisicità, ma ai suoi dati personali.
Naturalmente si riferisce ai dati sensibili della persona. Ma qual è il confine? I miei acquisti da 1100 euro non lo sono?

Anche Jacques Derrida aveva previsto che la moderna società della comunicazione «sarebbe stata caratterizzata dall’esplosione della registrazione, cioè dalle enormi possibilità di archiviazione, registrazione, immagazzinamento di dati e immagini che caratterizzano il mondo contemporaneo.»
Il potere della scrittura, il potere della comunicazione, tra i tanti poteri che ci opprimono.
Ne è un esempio «la forza mediatica» di dissuasione dispiegata, giorni fa, nel blitz di Cortina.

* * * * * *
Il mondo è proprio cambiato. Ricordo che alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, al posto dell’Irpef, si pagavano l’imposta di famiglia e la complementare.
Mia madre (come tutti) andava (o era convocata) in comune e si metteva d’accordo su quanto pagare. Non si raschiava il fondo del barile. Allora Bologna era amministrata dal sindaco Dozza ed aveva il bilancio in pareggio. Il comune spendeva quello che incassava, non di più. E non c'era bisogno di controlli.


 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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