IL BLOG DI SERGIO VIVI



giovedì 30 aprile 2009

Sondaggi Elezioni Comunali a Bologna - 3

Nuova rilevazione Lorien Consulting del 27-28 aprile 2009 commissionato da E’-Tv:

Flavio Delbono – PD – 43,9%
Giorgio Guazzaloca – Lista civica, UDC – 27,9%
Alfredo Cazzola – Lista civica, Pdl, Lega Nord – 19,2%
Indecisi 11,9%
Gianfranco Pasquino – Lista civica – 3%
Giovanni Favia – Lista Beppe Grillo – 1,9%
Stefano Morselli – Destra Federale – 1,4%
Valerio Monteventi – Bologna Città Libera – 0,7%

Guardate il video di E’-Tv


martedì 28 aprile 2009

Il bagaglino a Bologna

Mentre a Roma chiude, il Bagaglino sembra avere aperto una succursale a Bologna. Purtroppo mancano "le bellissime".


giovedì 23 aprile 2009

Sondaggi Elezioni Comunali a Bologna - 2

Repubblica pubblica oggi un sondaggio della società Dinamiche sul futuro Sindaco della città. La data delle interviste è la stessa dell’ultimo sondaggio Lorien Consulting (8 aprile). Quindi, a parte qualche differenza, la situazione è immutata.

Giorgio Guazzaloca, nel sondaggio di pagina II su Serietà, Onestà, Concretezza, Carisma, Simpatia, Linguaggio chiaro e semplice, Esperienza politica, Capacità di saper parlare ai cittadini, supera sia Delbono sia Cazzola. Mentre cede 58% a 52% a Delbono sulle Proposte per la città (ma, come è stato detto questa mattina ad Omnibus, ai cittadini, del programma, non ne può fregare di meno).

Nell’ultimo sondaggio Lorien, Guazzaloca era 7,8 punti davanti a Cazzola, mentre per Dinamiche è davanti per soli 5 punti. Ma ancora davanti. Cazzola può solo sperare in un intervento in extremis di Berlusconi (del tipo Sardegna ed Abruzzo) per sperare in un esito a Lui favorevole. Per il momento Silvio tace.

Si ha l’impressione che se il centrodestra avesse puntato, da subito, sull’ex sindaco, avrebbe risolto la questione fin dal primo turno. Si andrà, invece al ballottaggio.


mercoledì 22 aprile 2009

Rita Levi Montalcini compie cento anni

Oggi, 22 aprile, il premio Nobel festeggia il suo centesimo compleanno.

«Lo scopo ultimo di quanto si produce non è il premio, ma il piacere di utilizzare al meglio le capacità cognitive delle quali è dotato l’Homo sapiens.
La passione e interesse nella soluzione di problematiche di qualunque natura non decade con gli anni; il segreto risiede nel mantenere il cervello in piena attività».

Auguri! Tanti anni ancora.

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Auguri a tutti i centenari!

E, secondo la fuzzy logic, auguri a chi ne compie 99,
… 101,
… 83 (la regina Elisabetta II, ieri),
… 60 (Massimo D’Alema, ieri l’altro),
… 49,
… 10,
… 1.

Auguri anche alle morule, in viaggio in questi giorni, di essere tra le prescelte e di trovare l’approdo sicuro.


lunedì 20 aprile 2009

C'è dell'acqua a Bologna?

Per informare che ho aggiornato il post con la risposta pervenuta, oggi, dal candidato Valerio Monteventi della lista Bologna Città Libera.


domenica 19 aprile 2009

Eugenio Scalfari elettore comunista

Sull’editoriale d’oggi, Eugenio Scalfari ha scritto: « … io sono di cultura liberale e tale sono rimasto anche se dopo la morte di Ugo La Malfa ho sempre votato per il Pci, poi per i Ds e infine per il Partito democratico che è il più conforme alle mie idee liberal-democratiche».
Se ne deduce che, prima della fondazione del Partito democratico, erano i Ds i più conformi alle sue idee liberal-democratiche, prima ancora il Pds, prima ancora il Pci.

Ugo La Malfa è morto il 26 marzo 1979. Fino allora Scalfari ha, almeno qualche volta, votato per il Pri. Nelle elezioni politiche del 3 giugno 1979, in quelle del 26 giugno 1983, in quelle del 14 giugno 1987, Scalfari ha votato per il Pci.

In tutte quelle elezioni, oltre alla Dc ed al Pci, erano presenti il Psi, il Psdi, il Pri, il Pli ed il Partito Radicale. Nelle elezioni del 1979, presidente del Pri era Bruno Visentini e segretario Giovanni Spadolini, due noti antiliberali ed antidemocratici.

Mi dispiace che Scalfari non l’abbia mai scritto sul suo giornale. Ho sempre letto, e leggo ancora, la Repubblica. Probabilmente l’avrei seguito. Capisco, invece, perché l’Unità è andata in crisi profonda.


Per chi vuole abolire le province

Importanti News – messaggio di Luca Parziale
Ai membri di
Aboliamo le province!


Cari amici e care amiche,eccoci giunti al consueto aggiornamento dal fronte della battaglia per l'abolizione delle province. La prima novità di rilievo che mi preme comunicarvi è l'adesione al nostro gruppo del -niente meno che- Ministro per gli affari esteri, onorevole Franco Frattini, personaggio di primo piano assoluto. Per me (e credo anche per voi) un ulteriore stimolo a continuare a credere alla nostra causa con rinnovato ardore. Della serie "scusate se è poco!".Ne approfitto per ricordarvi che il nostro movimento è assolutamente super-partes, ovvero che le adesioni da parte di esponenti del mondo politico avvengono spontaneamente. Detto questo passiamo ora alle novità sostanziali. La parola magica di queste settimane è "Carta delle autonomie locali", un documento che era già stato approvato dalla I Commissione Affari costituzionali sul finire del 2007
e che ora è stato rivisto dal Consigli dei ministri e che presto dovrebbe essere votato in aula. Le principali modifiche riguarderanno gli articoli 118 e 119 della Costituzione e la ripartizione delle competenze degli enti locali, dalle regioni a statuto speciale alle province. Apriremo a breve una discussion sull'argomento, e vi terremo informati su questo importante documento che consideriamo un fondamentale passo in avanti sulla via della semplificazione amministrativo-burocratica. Tuttavia manterremo gli occhi aperti.Rinnovo infine come sempre l'invito a tutti voi a pubblicizzare quanto più è possibile la nostra iniziativa presso i vostri contatti, sperando in uma maggiore partecipazione di cittadini incavolati come noi. In parole povere INVITATE-INVITATE-INVITATE!Visitate la pagina perché viene aggiornata continuamente.A presto, La crew dell'abolizione delle province!


giovedì 16 aprile 2009

"Dove c'è unione c'è vittoria"

La convention tenuta al teatro delle Celebrazioni, dove per una sera sono stati sloggiati Enzo Iachetti e i comici di Zelig, mi ha ricordato “la Fabbrica del Programma” del 2005.
Il candidato sindaco del PD, Flavio Delbono, ha esposto le sue idee sul futuro della Città, dopo aver ottenuto poche ore prima il via libera della coalizione modello Unione (PD, dipietristi, popolari, La Sinistra di vendoliani e SD, Rifondazione e il Pdci mentre i Verdi debbono ancora decidere se aderire o no). Tutto sotto lo sguardo benedicente di Romano Prodi.

Ho letto attentamente il resoconto di Repubblica. Delbono ha parlato un po’ di tutto: da una “casa della sicurezza” alla realizzazione di un Central Park ai Prati di Caprara.
Non ha parlato, invece, di problemi ben più importanti, quale, ad esempio, il controllo e la gestione dell’acqua (e dello smaltimento rifiuti). Sono in atto lotte feroci in tutta Italia su questo “business” (Hera, Iride, Enìa, A2A, Acea, Suez). Delbono è per la gestione pubblica o privata? Per qualunque soluzione propenda, non ritiene indispensabile che il Regolatore debba disfarsi delle partecipazioni che ha nelle Società di Gestione? O il conflitto d’interessi è soltanto a senso unico?

Anche in quest’occasione Bologna dimostra di essere un laboratorio della politica italiana.
E’ in gioco il sistema del bipartitismo e della democrazia rappresentativa.
Vedremo, ad esempio, se la Sinistra che aderisce a quest’Unione avrà, o non, più voti di quella che non ha aderito. Vedremo fino a che punto il primo turno delle comunali possa considerarsi come una vera elezione primaria. Sia nel centrosinistra (Delbono-Pasquino) che nel centrodestra (Guazzaloca-Cazzola). Interessante.


martedì 14 aprile 2009

Il 5 per mille ai terremotati

Le proposte per aiutare i terremotati sono numerose.
C’è chi vuole destinare a questo scopo il montepremi (40 milioni di euro) del Superenalotto. Con la conseguenza che la gente che, tutte le settimane, gioca tre euro di speranza, smetterebbe di farlo e lo stato smetterebbe d’incassare le laute imposte sul gioco, maggiori del montepremi.
C’è chi propone che lo stato riduca gli acquisti dell’1%, magari la benzina per le auto della polizia, per trovare tre miliardi.
Il presidente dell’Associazione delle ong italiane suggerisce d’impiegare parte dei finanziamenti utilizzati per gli armamenti (basterebbe il 10% dice).
I radicali, infine, insistono sull’uso dell’8 per mille, in particolare della quota di chi sceglie lo Stato.

Infine il Tesoro pensa a un decreto per inserire l’opzione "terremotati" tra quelle del 5 per mille.
«Una guerra fra poveri», protesta il mondo del volontariato.
Entro la prossima settimana il ministero dell’Economia indicherà la dicitura e il codice fiscale da scrivere sulla dichiarazione dei redditi, se si vorrà devolvere il 5 per mille delle imposte ai terremotati.

Non capisco. Perché burocratizzare la cosa? Chi vuole devolvere al volontariato, lo faccia. Lo Stato può benissimo destinare automaticamente il 5 per mille di chi non fa nessuna scelta allo scopo.
No, non si può. Non è lo Stato che deve aiutare. Sono i contribuenti che devono scegliere di essere solidali. Anche perché la torta messa a disposizione dal Tesoro è limitata e va tagliata a fette.
Una finzione, insomma.

Come il solito, si aumenteranno le sigarette, le accise sulla benzina, i bolli di ogni tipo.

Una soluzione che metterebbe d’accordo tutti, a mio modesto parere, sarebbe quella di fissare un’ADDIZIONALE IRPEF FACOLTATIVA: nel chiuso del CAF o nell’ufficio del commercialista ciascuno è libero di scegliere se può e se vuole essere solidale, mettendo o non una crocetta.


venerdì 10 aprile 2009

Cento province per la ricostruzione

I presidenti delle Province italiane rispondono quasi all’unisono all’invito lanciato dal premier Silvio Berlusconi di affidare, ad ognuno di loro, un’opera per la ricostruzione delle aree abruzzesi colpite dal terremoto. Sono entusiasti ed euforici. Il presidente dell’Unione Province siciliane, assicurando piena disponibilità, dichiara: «La proposta del premier dice quanto importanti siano le Province».
Poi, si scopre che, a mettere l’idea in testa al premier, è stato il presidente dell’Unione Province italiane, Fabio Melilli (PD) alla guida dell’ente di Rieti.
Siccome tra le sue virtù c’è anche quella di essere generoso, Berlusconi ha fatto sua l’idea.

L’idea dei cento cantieri può benissimo essere attuata ricorrendo a cento comuni (scelti con particolari criteri). Enti i cui Uffici tecnici hanno competenze maggiori, in fatto di costruzioni di case, di quante non n’abbiano quelli delle province.

Niente spot, quindi. Le Province sono da abolire.


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giovedì 9 aprile 2009

25 aprile: la mia Festa della Liberazione

Nell’autunno del 1944 Bologna fu considerata città bianca o città aperta.
Significava che, tramite la Croce Rossa Internazionale, gli Alleati s’impegnavano a non bombardare più il centro della città. In realtà, questa convenzione non fu mai concordata ufficialmente. Ci fu soltanto un mezzo impegno del maresciallo Kesserling a non coinvolgere la città in operazioni belliche. Di fatto, dopo il 12 ottobre, giorno del più lungo e massiccio bombardamento aereo, quando fu rasa al suolo anche la Ducati, il centro della città fu risparmiato. Con la conseguenza che tutti quelli che n’avevano una possibilità “sfollarono” dentro le mura.


Ai primi di novembre, anche noi con la mamma, caricammo quattro materassi e qualche coperta sopra un barroccino, io davanti a tirare, mio fratello più piccolo dietro a spingere, e ci avviammo verso il centro. A porta Saragozza superammo senza troppi problemi lo sbarramento della Feldgendarmerie. Mia madre mostrò un lasciapassare che si era fatta prestare da una collega. Il soldato la guardò un po’ dubbioso, poi fece cenno di proseguire.

Ci sistemammo in una stanza, al secondo piano, del palazzo dell’INA, in via de’ Pignattari sul fianco destro di San Petronio. Al piano terreno c’era l’immenso salone di ricevimento per il pubblico della Confederazione Nazionale dei Sindacati, dove mia madre era impiegata. Ai piani superiori gli uffici della direzione. Assieme a noi avevano trovato ricovero altre due famiglie.
Tutte le case del centro si riempirono fino all’inverosimile. Nei piani terreni, perfino in certe cantine, furono alloggiate anche le mucche. Divenne possibile trovare qualche mezzo litro di latte fresco “a prezzi di favore”.
«All'interno dell'antica cerchia muraria si riversa[rono], negli ultimi mesi di guerra, più di 500.000 persone, cittadini in precedenza sfollati, abitanti del contado bolognese e famiglie di profughi delle regioni del sud liberate».

Quell’anno “frequentavo” la prima media, nel senso che andavamo a lezione soltanto una mattina e un pomeriggio dell’ultima settimana del mese (in aule ricavate nel palazzo d’angolo tra via Farini e piazza de’ Calderini). Era inevitabile che ci riempissero di compiti: temi, esercizi di matematica, declinazioni di rosa, rosae, poesie e capitoli di storia e geografia da mandare a memoria. Io, sconsideratamente, iniziavo a farli soltanto il giorno prima. Preferivo girovagare per Bologna, che imparai a conoscere come le mie tasche. Gli insegnati furono magnanimi: mi mandarono ad ottobre solo in italiano, latino e matematica. L’estate non ebbi bisogno di studiare, perché mia madre aveva già deciso che era meglio per me ripetere l’anno. Fossimo stati ai nostri giorni, magari iscritti alle Longhena, saremmo stati tutti promossi colla media del dieci.

Fu così che, trascorso l’inverno, arrivò l’alba del 21 aprile 1945.
Quella mattina, la mamma ci svegliò, attorno alle cinque e mezza, al grido di: «Arrivano gli americani!».
Ci mettemmo di vedetta sul minuscolo terrazzino della camera. Si vedeva uno scorcio di piazza Vittorio Emanuele II (così allora si chiamava piazza Maggiore) tra il palazzo dei Notai e la Basilica.
La piazza era deserta, il silenzio era assoluto. Dopo una decina di minuti, vidi tre civili di mezza età attraversare con passo marziale quel tratto di piazza. Provenivano dai portici del Pavaglione, quello di mezzo sorreggeva un gagliardetto, ed andavano a prendere possesso di palazzo d’Accursio. Temetti per loro. Fino il giorno prima erano braccati dai tedeschi e dai repubblichini, possibile che questi se ne fossero tutti andati?

La liberazione di Bologna, per me, resta legata a quella scena, quasi spettrale. Non ho mai saputo chi fossero quei tre uomini. Certamente membri del Comitato Nazionale di Liberazione.
Dopo anni, tramite internet, posso immaginare che fossero il comunista Giuseppe Dozza già designato Sindaco, il liberale Antonio Zoccoli presidente regionale del CLN, e il nuovo prefetto Gianguido Borghese. Cioè le tre personalità che si affacceranno, nella tarda mattinata, dal balcone di palazzo d'Accursio. O forse No.

Intorno alle sei fecero capolino, dietro le colonne del palazzo del Podestà, alcuni soldati con l'elmetto inglese. Erano i polacchi del generale Anders. Verso le nove -ero sceso in strada- da via dell’Archiginnasio vidi entrare «avanguardie dei gruppi di combattimento italiani Legnano, Friuli, Folgore e parte della brigata partigiana Maiella, aggregata all'VIII Armata».
Alle dieci l’apoteosi degli americani tra un tripudio di folla. La piazza si riempì di carri armati.
Chiesi ed ottenni da un soldato carrista una barretta di cioccolato. Qualche giorno dopo assaggiai la prima banana della mia vita: era senza succo. La prima delusione della libertà.

Tre, quattro giorni dopo, forse proprio il 25, facemmo frettolosamente ritorno nella nostra casa in periferia. C’era il rischio che qualche sinistrato la occupasse: ognuno per sé e Dio per tutti.
La Confederazione dei Sindacati fu sciolta, la mamma rimase disoccupata. La preoccupazione fu di breve durata, il personale fu “provvisoriamente” inserito nel nuovo ufficio del Lavoro. Fortunatamente non c’è nulla di più definitivo del provvisorio.


martedì 7 aprile 2009

Modello 730/2009, Redditi 2008, Rigo C5

Ricordate il provvedimento, approvato nel 2008, che prevede l’aliquota agevolata del 10% per gli straordinari e i premi produttività prestati da luglio a dicembre 2008? A beneficiarne saranno quei lavoratori con un reddito annuo inferiore ai 30 mila euro lordi. Non potranno accedere invece alla tassazione agevolata tutti quelli con un reddito superiore alla soglia "secca", e non graduale, di 30 mila euro lordi. Inoltre, la retribuzione straordinaria detassabile non potrà superare il tetto di 3 mila euro totali. Esclusi dal provvedimento i dipendenti del settore pubblico.

Bene. Per ottenere l’agevolazione è necessario compilare il RIGO C5 aggiunto al QUADRO C del modello 730/2009.

Un semplice rigo comprendente tre colonne e due caselle.
Peccato che per compilarlo occorra leggere SESSANTA RIGHE d’istruzioni. Quasi una pagina.


Il numero delle pagine delle istruzioni è rimasto inalterato (67) rispetto allo scorso anno, ricorrendo all’artifizio di aumentare un poco il numero delle righe per pagina, pressappoco da 69 (pagina 23 del 2008) a 72 (pagina 13 del 2009) e di diminuire un poco la grandezza del carattere. Ormai, per leggere, occorre una lente con ingrandimento 4.

In quanto al merito, il fisco italiano è ormai talmente incasinato, che non sempre conviene chiedere l’agevolazione. Per questo, la compilazione del Rigo C5 può essere facoltativa (quando non è obbligatoria) ed esistono casi in cui il contribuente può avere interesse ad assoggettare a tassazione ordinaria i compensi che il datore di lavoro ha assoggettato a tassazione sostitutiva (10%).
Misteri del fisco, come direbbe chi teme che ci stiamo avviando verso uno stato etico.

Già che ci siamo, osserviamo che anche nel Modello CUD 2009 è stato inserito, per quanto riguarda gli “straordinari”, un Rigo comprendente i punti 77, 78, 79, 80. Il Datore di lavoro, però, è più fortunato: se la cava con appena VENTISEI RIGHE d’istruzioni.

Per fortuna che esiste un Ministero della Semplificazione.

Ministro Tremonti, ci faccia un regalo. Tra una stesura e l’altra di uno dei suoi singolari e dibattuti saggi, prenda a mano personalmente il Modello 730 e cerchi di riportarlo a quelle SEDICI PAGINE d’istruzione com’erano prima del 17 maggio 1996, data in cui Vincenzo Visco s’insediò al ministero delle Finanze, dove restò ininterrottamente per quattro anni, semplificando il modello fino all’attuale versione. Per non parlare del Modello UNICO.

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venerdì 3 aprile 2009

Corte Costituzionale sulla legge 40

Ho letto che Nefertiti, nel celebre busto conservato a Berlino, appare imperturbabile e di una bellezza sconvolgente. Che lo sguardo enigmatico giustificherebbe il confronto con la Gioconda di Leonardo. Che l’eleganza dell’opera è sconfinata.

Io credo che il volto esprima anche compostezza, sicurezza di sé e serenità.
Espressione che devono avere assunto molte italiane subito dopo aver letto la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40 della procreazione assistita.

Tema correlato:
Sul referendum popolare del giugno 2005 sulla fecondazione assistita


mercoledì 1 aprile 2009

Brunetta "svuota" le Province

Renato Brunetta in un’intervista al Tgcom ha anticipato un provvedimento che il governo discuterà «tra una settimana».
Gli enti intermedi che stanno a metà strada tra Comune e regione saranno «svuotati».
La Provincia non sparirà dal punto di vista formale, ma non avrà più un costo politico: «Rimarrà l’ente provincia ma non avrà più degli eletti», ha chiarito Brunetta: «I consiglieri provinciali e presidente non saranno altro che i sindaci dei comuni nella provincia». Il presidente sarà il sindaco del capoluogo di provincia, e il parlamentino sarà formata dagli altri primi cittadini del territorio.

Si «elimineranno così un po’ di costi della politica - ha detto ancora il ministro nemico dei fannulloni - e quello che fa ora la provincia lo faranno i Comuni all'interno della provincia». Tra cittadino e Stato rimarranno quindi solo due livelli: «Regione e comune». Che possono bastare.

Allo stesso modo si potrà fare con il Senato: i senatori e il presidente non saranno altro che i presidenti e i consiglieri regionali. Un’assemblea nazionale basta e avanza.

Forza Brunetta che ti do una mano anch’io.


Update
Porca miseria ci sono cascato un’altra volta.
Ieri era il primo d’aprile.
O il ministro ci ha giocato uno scherzo, oppure n’è rimasto vittima anche lui: credeva di parlare con Maroni invece era Maroni-Ballantini di Striscia.

Organismi così composti esistono già. Sono le AATO composte dal presidente della provincia e dai sindaci dei comuni. Ve l’immaginate la provincia “formale” di Brunetta? A Bologna formata solo da democratici e a Varese solo da leghisti.


 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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