IL BLOG DI SERGIO VIVI



venerdì 27 giugno 2008

Se non è tagliando, è bollino

Magari avessero potuto farlo il Comune di Milano e tutti gli altri comuni italiani che si sono imbottiti di “derivati”.

* * *
Questo mese ho dovuto fare il tagliando (Bollino Blu) all’auto di famiglia.
La ricevuta fiscale:
Versamento "diritti" a favore del Ministero Trasporti 9,00 euro
Documenti di collaudo e prova gas di scarico 66,00
Sostituzione due lampadine bruciate della targa 3,00
Mano d’opera 25,00
Totale 103,00 euro.
E non mi hanno presentato nemmeno l’omonimo di un attore.

In gennaio avevo fatto –di mia iniziativa- un primo controllo completo dell’auto, inclusi cambio olio, cambio dei filtri (olio, aria, abitacolo), sostituzione candele, additivo lavavetri . Una cosa seria che faccio e che ho sempre fatto, prima che s’inventassero i bollini, due volte l’anno.
Materiale 149,00; mano d’opera 35,00 euro.
Non c’e paragone -nei due casi- tra costi e benefici, anche per l’ambiente. Il Bollino blu diventa sempre più caro, la tassa di 9,00 euro è un vero balzello!


domenica 22 giugno 2008

Tempus fugit

Anche per Camillo Ruini, «un principe della Chiesa, fra i più lucidi e sofisticati, e l’ultimo grande politico cattolico italiano di fine Novecento», è giunto il momento di lasciare il suo posto di comando in Vicariato. Ieri il suo addio nella basilica di San Giovanni in Laterano.
Tre anni fa il presidente Ciampi lo aveva nominato Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Forse non tutti sanno che, come prete, Ruini è reggiano, come cittadino italiano è modenese.
Sassuolo –dove è nato- è in provincia di Modena, ma è sempre appartenuta, fin dal Medioevo, alla diocesi di Reggio Emilia.
L’attuale chiesa parrocchiale di San Giorgio Arcangelo dipendeva a quei tempi dalla pieve di Castellarano, situata sulla sponda sinistra del Secchia. I sassolesi quando volevano battezzare un figlio dovevano risalire la sponda destra del fiume fino a San Michele dei Mucchietti per poterlo guadare. Soltanto nel 1428 Sassuolo ottenne il privilegio di un proprio fonte battesimale.

L’abolizione delle province (sacrosanta!) potrebbe risolvere questo tipo di contraddizioni. Dopo di che, per classificare i cittadini secondo il territorio, non resterebbe –inevitabilmente- che ricorrere alla diocesi di appartenenza del comune, con buona pace dello stato laico.

Quanto sopra per ricordare, anche, che la Chiesa cattolica si è data da duemila anni il modello più semplice di organizzazione territoriale: Chiesa, diocesi, parrocchia. A cui corrisponde una gerarchia altrettanto semplice: esiste un solo livello organizzativo tra il Papa e il più umile dei parroci, il vescovo.

Prendiamo esempio se vogliamo realizzare il federalismo. Tempus fugit.


mercoledì 4 giugno 2008

Il favoloso 1993

Correva l’anno 1993. Dopo avere smesso di produrre l’idrolitina, la pasticca del re sole e le dietorelle ebbe la folle idea. Prese per mano un Bologna finito in tribunale e lo traghettò ad alti livelli. I rossoblu tornarono in pianta stabile in serie A e, nel 1999, mancarono di poco la finale di Coppa Uefa. Pochi anni dopo le contestazioni al “presidente che non spende”, le dimissioni, calciopoli ed il fallimento di Victoria srl.
La settimana scorsa, mentre la città festeggiava un altro ritorno in serie A, l’antico palazzo di Strada Maggiore –già residenza di Giuseppe Gazzoni Frascara- era venduto all’asta per 3 milioni e mezzo di euro. Nemmeno il costo di un giocatore di serie B.

Correva l’anno 1993. Ereditato dal padre un impero di celluloide, prende per mano la Fiorentina con la foga del più sfegatato tifoso viola. «Regala alla curva Fiesole Gabriel Batistuta, due Coppe Italia e una Supercoppa. Ma dalla tasca destra esce molto di più di quanto entri nella sinistra. E alla fine è il (primo) crac». Ieri il terzo fallimento e il secondo arresto.

Correva l’anno 1993. Il padrone dell’Italpetroli, prende per mano la Roma e regala ai suoi tifosi lo scudetto del 2001. «Purtroppo i conti della holding godono solo marginalmente del boom delle quotazioni del greggio perché le attività nel settore si concentrano esclusivamente nello stoccaggio e nella distribuzione di carburanti» (Affari e Finanza del 2 giugno 2008).
Soprattutto a causa dello sforzo fatto per portare il calcio sul tetto d’Italia, l’Italpetroli si indebita con le banche tanto che, nel 2004, cede il 49% delle azioni a Capitalia. Oggi le tre sorelle Sensi sono a un bivio: devono decidere tra pallone e petrolio. Cedendo il primo magari a Joe Tacopina.


* * * * * *
Come si vede la passione per il calcio può essere un abbraccio mortale, quand’anche celebrato dagli streap tease della bella Sabrina.
Purtroppo, essendo pochi nel mondo, i giocatori di talento costano molto. E per fare una squadra n’occorrono più di uno.
Hai voglia vendere polverina effervescente, caramelle o produrre film.
Eppure c’è sempre chi ci prova.

Il padrone della Mapei, leader mondiale nel settore dell’edilizia, compra la squadra della città delle piastrelle in C2 e la porta in C1.
Nell’ultimo campionato, al secondo tentativo, il Sassuolo ottiene la promozione in B. Il dott. Giorgio Squinzi ha grandi ambizioni: vuole addirittura la serie A perché il suo sogno è quello, un giorno, di battere l’Inter. Auguri, ma si prepari a spendere.

Come abbiamo visto nel caso della Roma, a volte non basta nemmeno avere un piede nel petrolio. Bisogna averceli tutti e due.

Si calcola che soltanto per cambiare allenatore potrebbe spendere 75 milioni di euro. Non ci sono problemi. Alla Saras hanno previsto per tempo (dicono già da una decina di anni) l’aumento della richiesta di gasolio ed hanno limitato la produzione della benzina ai minimi tecnici. «In soli tre mesi, da gennaio a marzo, l’utile è stato di 75,4 milioni di euro» (Affari e Finanza del 2 giugno 2008). Giusto la cifra che serve.
A meno che non ci si metta di traverso Robin Hood, portando via ai petrolieri quanto serve per il calcio.
Chissà se ha fatto bene Mister Mourinho ad accettare l’offerta dell’Inter. Lui ha dichiarato: «Sono il più bravo. Non sono un pirla». Beh! Forse che Robin Hood non può affermare entrambe le cose?


 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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