IL BLOG DI SERGIO VIVI



lunedì 28 settembre 2009

Varie

1. Mancano 5 giorni alla manifestazione del 3 ottobre indetta, a Roma, dalla Fnsi per la libertà di stampa sotto lo slogan: «No all’informazione al guinzaglio». Una delle ragioni, ricorda oggi la Repubblica, sono le cause milionarie intentate dal premier Berlusconi contro alcuni quotidiani. Vorrei rilevare che fare una causa non significa vincerla. I giornali chiamati in causa sanno bene che ci sono ancora dei giudici in Italia: se la ragione è dalla loro parte non hanno nulla da temere.
Io tutte le mattine acquisto la Repubblica (lo ritengo un giornale ben fatto e lo compro dalla fondazione, anche se da tempo non ne seguo più i consigli per gli acquisti). Non mi sembra scritto da giornalisti intimoriti e con un guinzaglio al collo.
Vorrà dire che, sabato 5, per solidarietà non andrò in edicola.

2. Libero e il Giornale hanno lanciato una campagna contro il canone Rai.
Mi ricordo che Berlusconi già durante la campagna elettorale dell’aprile 2006 aveva promesso di abolire il canone per gli ultra settantenni, se avesse vinto.
Perse da Prodi e nell’aprile 2008 non se ne ricordò.
Ritengo che un servizio pubblico dovrebbe essere rivolto a tutti i cittadini, non soltanto alle famiglie dei possessori di un apparecchio TV. Dovrebbe, pertanto, essere a carico della fiscalità generale. Non conosco i dati, ma si dia alla TV di stato lo stesso tetto di pubblicità che hanno le private e si abolisca una volta per tutte questo balzello.
S’incolpano sempre i due governi di centrosinistra di non avere risolto il conflitto d’interessi.
Libero e il Giornale facciano pressione sul loro governo perché risolva il problema e la smettano di fare i Masanielli.


L'Italia meglio della Svizzera

La Svizzera ha un sistema politico antiquato. Impiega ancora metodi di democrazia diretta: un sistema elettorale proporzionale, la possibilità di esprimere un numero di preferenze ai candidati pari al numero dei seggi da attribuire, la possibilità di dare voti preferenziali sia ai candidati della lista prescelta sia a candidati d’altre liste, il referendum opzionale o confermativo, l’iniziativa popolare o referendum propositivo. Tutte cose che in Italia non abbiamo più, non abbiamo mai avuto od usiamo raramente. Questo nonostante l’Italia sia una nazione più giovane della Svizzera, pur avendo avuto un regno, una dittatura, due repubbliche e (secondo Sartori) un sultanato.

Leggevo stamattina sul Venerdì di Repubblica (n. 1123) l’articolo: «Non esportiamo democrazia. Ma armi sì».
«Una settimana prima della strage di Kabul lo studio ricerche del congresso Usa aveva stilato il rapporto annuale sul commercio d’armi, con una buona notizia per l’industria militare italiana, tornata la seconda esportatrice del mondo. Primi naturalmente gli Stati Uniti, con 37,8 miliardi, staccata l’Italia con 3,7 miliardi, ma sempre davanti alla Russia e al resto del mondo».
Un tempo, non molto lontano, c’era la Svizzera ai vertici mondiali dell’esportazione d’armi: ora –se i dati pubblicati sono corretti- l’abbiamo superata.

Tanti anni fa, quando in Italia le banche davano interessi a due cifre sui conti correnti, si leggeva che in Svizzera si pagava per lasciare i soldi depositati in banca. Ebbene, la mia banca mi comunica che dal 12 ottobre prossimo il mio tasso d’interesse passerà dall’attuale 0,100% al più adeguato 0,025%.
Qui la comunicazione.

Istituzioni politiche, capacità d’esportazione, sistema bancario avanzato. Oramai la Svizzera ci fa un baffo!


giovedì 24 settembre 2009

L'odiosa contabilità fiscale

Ha scritto il ministro del­l’Economia, Giulio Tremonti: «La contabilità fiscale è dun­que diventata la forma moder­na, ma non per questo meno odiosa, delle antiche corvées. Tra il sistema attuale delle com­pliances sociali e quello antico fatto dalle corvées e dalle ga­bellari servitù medievali, le analogie sono impressionanti, così come gli effetti paralizzan­ti » («Lo Stato criminogeno», ed. Laterza).
L'imprenditore Giorgio Fidenato l'ha preso in parola.


venerdì 11 settembre 2009

Ricordo dell'11 settembre 2001



Keith Haring Grief and Mourning September 11, 2001

[ from the Official web site of the Keith Haring Foundation ]


mercoledì 2 settembre 2009

L'importante è uscirne bene

Non dalla crisi ma da un’estate non proprio entusiasmante.
Da venerdì ho ripreso ad acquistare il giornale ed a rileggere, in internet, gli editoriali ed i blog. Riprenderò a scrivere anche qualche post. Intendiamoci, come di consueto, niente di profondo o d’originale, ragionamenti piuttosto rozzi e argomenti poco interessanti, giusto con lo scopo di tenere in esercizio quei pochi miliardi di connessioni sinaptiche che mi sono rimaste, con l’obiettivo di mantenerle attive almeno fino al prossimo 31 agosto.

Qualcosa di quanto successo in questo mese -dato che ancora vedo, sento e parlo- mi è lo stesso giunto. Ad esempio, l’istituzione della “Tessera del Tifoso” che va ad aggiungersi alla proibizione di vendere i biglietti ai tifosi della squadra ospite per le partite dichiarate a rischio. Un padre di Genova si è lamentato, con una lettera ad un giornale, per non avere potuto portare il figlio di dieci anni a vedere Genoa-Sampdoria, perché a questi, residente ad Alessandria, in quanto tifoso esterno, non è stato venduto il biglietto.

Interessante anche la comparsa, nell’atrio di casa, pochi giorni fa, della “Targa identificativa dell’amministratore di condominio”, resa obbligatoria dal Comune di Bologna, con tanto di dati identificativi dell’amministratore e di codice fiscale del condominio stesso. La burocrazia non si stanca mai d’inventare nuovi lacci e laccioli.

Questi due provvedimenti mi ricordano le restrizioni ai viaggi, fuori il luogo di residenza, vigenti nell’ex Unione Sovietica e l’esistenza dei portieri-spia nei caseggiati. Fatto che fece scrivere a Michail Bulgakov in “Cuore di cane” « Fra tutti i proletari, i portinai sono la razza più abbietta, l'infima categoria: autentici rifiuti umani». Fortunatamente i nostri amministratori non sono proletari.

E’ singolare, poi, che il secondo provvedimento avvenga nel momento in cui il Comune di Bologna si trasferisce nella nuova sede di Piazza Liber Paradisus: morto un paradiso, se ne fa un altro.

Venendo all’attualità, sull’ultimo numero del Venerdì di Repubblica (1119) vedo un’inchiesta: «VITA. L’evoluzione in dieci mosse.
Il grande turbo è il sessoUn sistema geniale, e divertente, per accelerare l’evoluzione». Alla luce di quanto sopra, non si capisce perché Repubblica continui a mettere in croce un uomo che dovrebbe essere considerato un benemerito dell’evoluzione.
A meno che non si pretenda che il Presidente del Consiglio debba essere (o comportarsi come) un eunuco.
Bersani, Franceschini, e Marino soprattutto –anche se per il momento non corrono pericoli- sono avvertiti.

Sullo stesso Venerdì c’è un servizio sul romanzo storico «999. L’ultimo custode» di Carlo A. Martigli, sulla vita e sulla morte di Pico della Mirandola. Si ricorda che Papa Innocenzo VIII considerò eretiche 13 delle 900 tesi pubblicate da Pico, scritte col proposito di rivendicare un Dio unico e di unificare le tre religioni monoteiste. Il libro fu messo all’indice e bruciato.
Si ricorda anche che quel papa ebbe diversi figli. Uno dei quali si favoleggia che potesse essere Cristoforo Colombo. Correva l’anno 1487. Fosse vissuto in quei tempi Vittorio Feltri avrebbe scritto «da che pulpito viene la predica», ma sarebbe stato impiccato come autore di una pasquinata.


 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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