venerdì 4 maggio 2007
La nuova Telecom
La sera del 28 aprile 2007 è stato finalmente messo un punto fermo alla vicenda Telecom.
La società si è liberata della gestione di almeno tre dei quattro rappresentanti del “capitalismo straccione” e della “scatola cinese” denominata Olimpia.
Al posto di questa, Generali, Mediobanca, Intesa S.Paolo e Benetton assieme alla spagnola Telefonica ne hanno immediatamente costituita una nuova chiamata Telco.
Pirelli & C ha incassato 3,3 miliardi di euro dalla vendita dell’80% di Olimpia
Benetton ha incassato 800 milioni dalla vendita del restante 20%
Totale 4,1 miliardi di euro.
Una volta formalizzata la vendita,
Benetton reinvestirà 400 milioni di euro
Intesa S.Paolo investirà 500 milioni di euro.
Generali e Mediobanca apporteranno le loro azioni già possedute, senza sborsare un euro
Telefonica pagherà circa 2,4 miliardi di euro (pagando le azioni intorno a tre euro, invece dei 2,2 quotati in borsa).
Totale 3,3 miliardi di euro
Telco dovrà accendere un nuovo prestito di 800 milioni per arrivare a pagare i 4,1 miliardi pattuiti
e si accollerà anche i 2,6 miliardi di debiti presenti in Olimpia.
A noi poveri mortali sembrano affari del cavolo. Uno si chiede: ma Telefonica è per caso una società di beneficenza?
Non proprio. Il giorno dopo, tramite un comunicato definito “sibillino” dai giornali filogovernativi, la società spagnola ha annunciato di avere:
un diritto di prelazione sulla vendita di azioni della nuova società;
un diritto di veto sulla modifica dell’azionariato, sulla politica dei dividendi e sulle dismissioni.
Per determinate decisioni servirà la maggioranza qualificata dei due/terzi, per questo dovrà esserci anche l’accordo di Telefonica.
Paradosso. Se si dovesse verificare la confluenza in Telco dei due pacchetti di azioni Telecom possedute da Generali e Mediobanca, l’assetto proprietario varierebbe come rappresentato nel grafico 2 sottostante. Telefonica perderebbe il suo diritto di veto, superando gli altri soci –anche se di poco- la maggioranza dei due/terzi. E’ da prevedere che proprio in quell’occasione Telefonica porrebbe il veto alla confluenza di Generali e Mediobanca, se non accompagnata dall’ingresso di nuovi soci graditi agli spagnoli.
La società si è liberata della gestione di almeno tre dei quattro rappresentanti del “capitalismo straccione” e della “scatola cinese” denominata Olimpia.
Al posto di questa, Generali, Mediobanca, Intesa S.Paolo e Benetton assieme alla spagnola Telefonica ne hanno immediatamente costituita una nuova chiamata Telco.
Pirelli & C ha incassato 3,3 miliardi di euro dalla vendita dell’80% di Olimpia
Benetton ha incassato 800 milioni dalla vendita del restante 20%
Totale 4,1 miliardi di euro.
Una volta formalizzata la vendita,
Benetton reinvestirà 400 milioni di euro
Intesa S.Paolo investirà 500 milioni di euro.
Generali e Mediobanca apporteranno le loro azioni già possedute, senza sborsare un euro
Telefonica pagherà circa 2,4 miliardi di euro (pagando le azioni intorno a tre euro, invece dei 2,2 quotati in borsa).
Totale 3,3 miliardi di euro
Telco dovrà accendere un nuovo prestito di 800 milioni per arrivare a pagare i 4,1 miliardi pattuiti
e si accollerà anche i 2,6 miliardi di debiti presenti in Olimpia.
A noi poveri mortali sembrano affari del cavolo. Uno si chiede: ma Telefonica è per caso una società di beneficenza?
Non proprio. Il giorno dopo, tramite un comunicato definito “sibillino” dai giornali filogovernativi, la società spagnola ha annunciato di avere:
un diritto di prelazione sulla vendita di azioni della nuova società;
un diritto di veto sulla modifica dell’azionariato, sulla politica dei dividendi e sulle dismissioni.
Per determinate decisioni servirà la maggioranza qualificata dei due/terzi, per questo dovrà esserci anche l’accordo di Telefonica.
Paradosso. Se si dovesse verificare la confluenza in Telco dei due pacchetti di azioni Telecom possedute da Generali e Mediobanca, l’assetto proprietario varierebbe come rappresentato nel grafico 2 sottostante. Telefonica perderebbe il suo diritto di veto, superando gli altri soci –anche se di poco- la maggioranza dei due/terzi. E’ da prevedere che proprio in quell’occasione Telefonica porrebbe il veto alla confluenza di Generali e Mediobanca, se non accompagnata dall’ingresso di nuovi soci graditi agli spagnoli.
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