IL BLOG DI SERGIO VIVI



lunedì 2 aprile 2012

2 aprile 2012

Il ministro dello Sviluppo (della crisi), Corrado Passera, nel tentativo di trovare un briciolo di visibilità, continua a fare dichiarazioni prive di senso. Due giorni fa, a margine del Workshop Ambrosetti sulla finanza, ha dichiarato: «se sapremo utilizzare risorse italiane, giacimenti di petrolio e di gas non ancora sviluppati», anche questo potrà contribuire ad evitare che le bollette dell’energia «crescano ulteriormente».
Cosa fa? Si mette a trivellarlo Lui, il petrolio?
Avrebbe fatto meglio a ricordare che l’energia non costerebbe così cara se gli italiani non avessero votato SI al referendum antinucleare del 1987.
E non avessero votato ancora SI a quello dello scorso anno, abolendo la legge che impegnava il governo allo sviluppo di un Piano Energetico Nazionale e precludendo la strada all’impiego delle più sicure centrali di quarta generazione.
Solo in quel caso avremmo bollette più basse.
Oppure No. Perché sul prezzo del Kwh nucleare graverebbero sicuramente accise da fare impallidire quelle attuali sulla benzina. Maggiorate dalle addizionali comunali, provinciali e regionali e da innumerevoli altre. Ad esempio, pro parlamentari che faticano a pagare il mutuo o pro primarie. Perché la politica costa, cosa credete?

Il ministro vicario delle finanze ha anche auspicato “sanzioni sociali” contro chi pratica l'evasione fiscale. Come se non fossero sufficienti le leggi che –giustamente- la sanzionano e come se il governo non vantasse i mezzi per combatterla (vedi Serpico).
Intanto, qualche contribuente, spinto dalla disperazione, ricorre a mezzi estremi che ci richiamano alla mente l’atroce morte sul rogo di Girolamo Savonarola (1498) e di Giordano Bruno (1600).
Belli i tempi della Santa Inquisizione, nonostante le sue “rozze” sentenze!
Oggi abbiamo il fisco “amico”, e si può morire per “fuoco” amico. 


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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