lunedì 2 aprile 2007
Salari, pressione fiscale e promesse
In Italia abbiamo i salari (e ovviamente le pensioni) tra più bassi d’Europa.
Lo pubblicava venerdì 30 marzo la Repubblica.
Salario medio annuo lordo per lavoratore
dati in euro 2004 (Crescita dei salari dal 2000 al 2005 in %)
Danimarca ------- 42.484 --- (+16,0)
Germania -------- 41.046 --- (+11,7)
Gran Bretagna --- 39.765 --- (+27,8)
Olanda ----------- 37.026 --- (+21,3)
Belgio ------------ 35.578 --- (+15,9)
Norvegia ---------- (n.d.) ---- (+25,6)
Svezia ------------ 32.457 --- (+7,7)
Finlandia --------- 31.539 --- (+21,1)
Irlanda ----------- 30.170 ---- (n.d.)
Valore medio ---– 30.148 --- (+17,7)
Francia ----------- 29.549 --- (+17,5)
ITALIA ------------ 22.053 --- (+13,7)
Spagna ----------- 19.928 --- (+17,2)
Grecia ------------ 17.360 ---- (n.d.)
Portogallo -------- 12.969 --- (+16,6)
Come si vede siamo un paese molto virtuoso: il salario medio italiano è il 73,1 % di quello medio europeo, ed esattamente la metà di quello danese (49,6 %).
La crescita dei salari dal 2005 al 2006 è superiore soltanto a quello della Germania che, però, ha un salario medio quasi doppio. La Svezia è, come sempre, un caso a sé.
I dipendenti, a partire dall’introduzione dell’Euro, hanno goduto di un aumento dei salari del 13,7 % contro una perdita del potere d’acquisto del 40 % (un euro uguale mille lire).
Per i pensionati gli aumenti sono stati la metà.
In compenso paghiamo più tasse che nel resto d’Europa.
Nel Bollettino Economico relativo al primo trimestre diffuso oggi, ancora una volta la Banca d’Italia denuncia l’incremento della pressione fiscale e sollecita una riduzione delle tasse. Via Nazionale rileva che la pressione fiscale supera “quella media dell'euro e si colloca in prossimità dei valori massimi storici”.
Come ho già scritto in questo post "In un paese normale sarebbe auspicabile che, nel determinare un’equilibrata “politica dei redditi”, anche la pressione fiscale fosse calibrata sul potere d’acquisto dei contribuenti”.
Per il bene dell’Italia.
Programma di Governo 2006-2011
Pagina 203 di 281
“In questi anni si è realizzato un drammatico impoverimento del potere d’acquisto dei redditi medio-bassi. Ma è anche stato riconosciuto un vantaggio fiscale alla rendita piuttosto che ai redditi prodotti dalle imprese. Dobbiamo invertire questa situazione attraverso una politica fiscale che realizzi:
il sostegno alle responsabilità familiari […] ;
la restituzione del fiscal drag;
la uniformità del sistema di tassazione delle rendite finanziari […]”
A quando il lieto evento?
Lo pubblicava venerdì 30 marzo la Repubblica.
Salario medio annuo lordo per lavoratore
dati in euro 2004 (Crescita dei salari dal 2000 al 2005 in %)
Danimarca ------- 42.484 --- (+16,0)
Germania -------- 41.046 --- (+11,7)
Gran Bretagna --- 39.765 --- (+27,8)
Olanda ----------- 37.026 --- (+21,3)
Belgio ------------ 35.578 --- (+15,9)
Norvegia ---------- (n.d.) ---- (+25,6)
Svezia ------------ 32.457 --- (+7,7)
Finlandia --------- 31.539 --- (+21,1)
Irlanda ----------- 30.170 ---- (n.d.)
Valore medio ---– 30.148 --- (+17,7)
Francia ----------- 29.549 --- (+17,5)
ITALIA ------------ 22.053 --- (+13,7)
Spagna ----------- 19.928 --- (+17,2)
Grecia ------------ 17.360 ---- (n.d.)
Portogallo -------- 12.969 --- (+16,6)
Come si vede siamo un paese molto virtuoso: il salario medio italiano è il 73,1 % di quello medio europeo, ed esattamente la metà di quello danese (49,6 %).
La crescita dei salari dal 2005 al 2006 è superiore soltanto a quello della Germania che, però, ha un salario medio quasi doppio. La Svezia è, come sempre, un caso a sé.
I dipendenti, a partire dall’introduzione dell’Euro, hanno goduto di un aumento dei salari del 13,7 % contro una perdita del potere d’acquisto del 40 % (un euro uguale mille lire).
Per i pensionati gli aumenti sono stati la metà.
In compenso paghiamo più tasse che nel resto d’Europa.
Nel Bollettino Economico relativo al primo trimestre diffuso oggi, ancora una volta la Banca d’Italia denuncia l’incremento della pressione fiscale e sollecita una riduzione delle tasse. Via Nazionale rileva che la pressione fiscale supera “quella media dell'euro e si colloca in prossimità dei valori massimi storici”.
Come ho già scritto in questo post "In un paese normale sarebbe auspicabile che, nel determinare un’equilibrata “politica dei redditi”, anche la pressione fiscale fosse calibrata sul potere d’acquisto dei contribuenti”.
Per il bene dell’Italia.
Programma di Governo 2006-2011
Pagina 203 di 281
“In questi anni si è realizzato un drammatico impoverimento del potere d’acquisto dei redditi medio-bassi. Ma è anche stato riconosciuto un vantaggio fiscale alla rendita piuttosto che ai redditi prodotti dalle imprese. Dobbiamo invertire questa situazione attraverso una politica fiscale che realizzi:
il sostegno alle responsabilità familiari […] ;
la restituzione del fiscal drag;
la uniformità del sistema di tassazione delle rendite finanziari […]”
A quando il lieto evento?
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