IL BLOG DI SERGIO VIVI



venerdì 30 marzo 2007

... e Amato boccia il premio di maggioranza

Intervenendo al convegno sul “Bipolarismo mite” organizzato dall’intergruppo per la sussidiarietà ...
Continua


sabato 24 marzo 2007

Al diavolo l'ora legale

Secondo gli studi presentati al congresso annuale della Società europea di urologia, per oltre quattro milioni di italiani il “rapporto” non supera i tre minuti.
Il comico Paolo Rossi, ospite di Fazio a “Che tempo che fa”, faceva argutamente osservare che tutti quegli italiani, con lo scatto dell’ora legale, questa notte potrebbero prolungarlo ad un’ora. Iniziando alle due meno un minuto, il rapporto terminerebbe magicamente alle tre e due minuti.

Ah! Gli effetti dell’ora legale. Peccato che le ore di luce rimangono le stesse.
Personalmente, sono sempre stato contrario al provvedimento.
Per la prima volta, quest'anno, non sposterò in avanti le lancette (nel corso del 2006 mia figlia si è sposata e mia moglie è andata in pensione). Mi limiterò a prendere atto che i negozi e gli uffici anticipano l’apertura e la chiusura di un’ora.


Condurrò una vita illegale, cioè solare, alla faccia del sole che ride.
Al diavolo l’ora legale e i suoi finti benefici!


Update
Leggete di Guido Ceronetti L'ora di Marte


mercoledì 7 marzo 2007

Partitini e cespugliotti

In un articolo sul Corriere del 6 marzo 2006, Giovanni Sartori prende di mira i «nanetti» (partitini, partitucci e cespugliotti), considerati responsabili dell’ingovernabilità del Paese (opinione condivisa da molti) e, a proposito della nuova legge elettorale, afferma: ”Lo sa anche il mio gatto che i nanetti combatteranno a morte qualsiasi riforma sensata, visto che qualsiasi riforma sensata ne deve richiedere la decapitazione. Pertanto se l’accordo risulterà gradito ai nanetti vorrà dire che il nuovo sistema elettorale sarà pessimo”.

Sulla Repubblica, lo stesso giorno, Tito Boeri e Massimo Bordignon si chiedono: “Se ci sono tanti partiti, non sarà semplicemente perché è la frammentazione della società italiana a richiederlo? … Ma non sarà che questa frammentazione parlamentare risponda semplicemente ad una maggiore dispersione nelle preferenze dell’elettorato italiano rispetto ad altri Paesi europei? … Ma in fondo che male c’è? Perché mai dovrebbe essere un problema avere 23 partiti in parlamento e 11 nella maggioranza di governo, se questo ci rende felici?
Sono ovviamente domande retoriche. Per Boeri e Bordignon tanti partiti sono un male non soltanto perché rendono difficile la governabilità, ma anche perché alcuni studi dimostrerebbero che la spesa pubblica e il deficit di bilancio sono più elevati nei paesi con sistemi elettorali proporzionali. Ben venga, quindi, il sistema tedesco con soglia di sbarramento al 5%

Il pluralismo è una risorsa solo a parole?
Nell’immediato dopoguerra il Partito d’Azione era un piccolo partito. Dopo la scissione i Palazzo Barberini il Partito Socialdemocratico era un piccolo partito (destino cinico e baro!). Nel 1953 Unità Popolare di Parri e Calamandrei e Alleanza Democratica Nazionale erano piccoli partiti (ma causarono il fallimento della legge truffa: la coalizione di centro perse per 54.000 voti). Il Partito Repubblicano Italiano e i Radicali sono sempre stati piccoli. Oggi la Lega Nord è al limite del 5% in campo nazionale, l’Italia dei Valori circa al 2%.
Tutti nanetti o cespugliotti passabili di decapitazione?

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale (Art. 49). Tutti gli elettori sono eleggibili a deputati o a senatori (Art. 56 e 58). I partiti che raccolgono voti sufficienti a produrre quozienti interi hanno diritto all’assegnazione di seggi.

Quello italiano è un sistema parlamentare (ce lo ricorda ad ogni occasione l’On. Tabacci).

Se si vuole assicurare la governabilità, si può assegnare ai parlamentari che sostengono il governo un voto più pesante di uno, atto a garantire la maggioranza, ma solo nel voto di fiducia al governo, non legato però all’approvazione di una specifica legge.
Ci si troverebbe nelle stesse condizioni del sistema presidenziale americano, dove il Presidente, anche se con le elezioni di medio termine perde la maggioranza alle Camere, mantiene tutti i suoi poteri.
Da noi il Presidente del consiglio e il governo rimarrebbero in carica, ma dovrebbero proporre leggi condivisibili con la maggioranza parlamentare.

Non è una questione di felicità. Molta gente, a volte, vota scheda bianca perché vorrebbe il partito che non c’è.


sabato 3 marzo 2007

Riforma elettorale

Urge una nuova legge elettorale.
Aiutiamo i politici a scriverla.
Io ci ho provato: cliccate qui.


sabato 24 febbraio 2007

Hybris e nemesis

«… secondo me, sono stati gli dei a disarcionare l’Unione e il suo leader» ha scritto ieri Luca Ricolfi sulla Stampa, secondo il quale l’Unione, fin dal primo giorno dopo l’elezioni, avrebbe assunto l’atteggiamento che i greci chiamavano hybris che significa orgoglio, arroganza, sfida, incapacità di accettare la propria finitudine e che gli dei, prima o poi, puniscono con la nemesis (castigo, giustizia divina).

In effetti, se l’Unione avesse tenuto conto dei propri limiti, oggi respirerebbe meglio.
Se avesse eletto Presidente della Repubblica chiunque non fosse senatore, se avesse lasciato eleggere Andreotti alla presidenza del Senato, oggi avrebbe più numeri.
Presi per buoni quelli pubblicati oggi da Repubblica, a pagina 2, disporrebbe al senato di 164 voti favorevoli, contro 157 contrari. Oppure di 160 a 157 prescindendo dai quattro senatori a vita favorevoli. Mentre il voto di Andreotti sarebbe stato disinnescato.

Spesso, chi troppo vuole nulla stringe.


lunedì 19 febbraio 2007

2007 Index of Economic Freedom

Romolo traccia con l’aratro il confine di Roma.
Sala dei Carracci – Palazzo Magnani – Bologna
Sede di UniCredit Banca


Venerdì 16 febbraio, nella sede di UniCredit Banca, è stato presentato al pubblico il “2007 INDEX of ECONOMIC FREEDOM”, elaborato dalla Heritage Foundation e dal Wall Street Journal, con la collaborazione di alcuni think tank europei fra cui, per l’Italia, l’Istituto Bruno Leoni.
Sono intervenuti il senatore Franco Debenedetti, il Professor Angelo Panebianco, Tim Kane della Heritage, Antonio Pilati dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Roberto Nicastro amministratore delegato di UniCredit Banca e Kyle Wingfield del Wall Street Journal Europe, coordinati da Alberto Mingardi dell’Istituto Bruno Leoni.

Vi sono 10 libertà, misurate su una scala da 0 a 100.
Il punteggio complessivo è la media (pesi uguali).

L’Italia ha ottenuto i seguenti punteggi (tra parentesi quelli di Hong Kong, primo in classifica):

1. Libertà d'impresa - facilità di avviare un'impresa: 73,7 (88,3)
2. Libertà di scambio - tariffe e barriere doganali: 76,6 (80,0)
3. Libertà fiscale - aliquote fiscali e gettito: 68,5: (95,3)
4. Libertà dallo Stato - spesa pubblica e proprietà statale: 46,4 (91,6)
5. Libertà monetaria - inflazione e controlli sui prezzi: 80,8 (91,1)
6. Libertà d'investimento - libertà di movimento dei capitali: 70,0 (90,0)
7. Libertà finanziaria - istituti bancari: 60,0 (90,0)
8. Diritti di proprietà - fisica e intellettuale: 50,0 (90,0)
9. Libertà dalla corruzione - percezione della corruzione: 50,0 (83,0)
10. Libertà del lavoro - flessibilità del mercato del lavoro: 57,6 (93,6)

Punteggio complessivo: 63,4 (89,3)
Posizione in classifica: 60esimo posto (primo posto)

Alcuni commenti

Uno.Mi sembra paradossale il primo posto di Hong Kong. L’isola (con i territori annessi), pur essendo un sistema economico a sé stante fin dai tempi dell’impero britannico e pur essendo costituito in Regione Amministrativa Speciale, fa comunque parte, da dieci anni, della Repubblica Popolare Cinese. Notare la stridente differenza di punteggio per quanto riguarda in particolare la libertà fiscale e la libertà dallo stato. Evidentemente in Cina non ci sono più i bei comunisti di una volta come, invece, qui da noi sono i Bertinotti, i Giordano, i Marco Ferrando e i Diliberto. E nemmeno i democratici di sinistra come Vincenzo Visco. E’ anche una prova ulteriore che la politica, quando vuole, può mettere dei confini e frenare l’economia ma, al contrario, soltanto col laisser faire è in grado di favorire la crescita e lo sviluppo.
Due. Se si fosse attuato (e avesse effettivamente funzionato) il disegno di legge di Capezzone per rendere possibile l’apertura di un’azienda in un giorno, l’Italia avrebbe ottenuto, in Libertà d’impresa, almeno lo stesso punteggio dell’Australia (dove un’azienda si apre in due giorni), cioè 91,7. Il punteggio complessivo da 63,4 sarebbe salito a 65,16. Saremmo passati dal 60esimo posto al 51esimo.


venerdì 16 febbraio 2007

Aeroporti e ferrovie

L’aeroporto di Borgo Panigale è situato a meno di quattro chilometri dalle Due Torri.
A suo tempo la popolazione residente sotto la rotta di decollo e di atterraggio si costituì in comitato antirumore, antinquinamento ecc. Il Quartiere, che è il luogo maggiormente deputato alla partecipazione dei cittadini, ascoltò e valutò. Dopo poco tempo la pista fu allungata per permettere l’impiego dei Jumbo. Gli aerei, per circa vent’anni e più volte al giorno, sono passati anche sulla mia testa mentre lavoravo in fabbrica. I primi tempi ero preoccupato perché avevo letto che non c’era nessuna ragione scientifica perché macchine pesanti tonnellate potessero sollevarsi dal suolo. Poi ci ho fatto l’abitudine.

Ci sono persone che, quando possono, evitano di salire su un aereo. Ad esempio, il Presidente Prodi, tutti i lunedì mattina, preferisce andare a Roma in treno. Sembra che molti bolognesi approfittino dello stesso eurostar: se a bordo c’è il Presidente, pensano, Trenitalia si farà in quattro per arrivare in orario. Non sanno che anche Trenitalia confida sulla ben nota fortuna di Romano Prodi.


domenica 21 gennaio 2007

La legge elettorale

E’ vero. Le proposte di nuove leggi elettorali si sprecano e, come dice l’amico Tomaso Freddi, spesso non rispondono a criteri logici ed hanno scarse probabilità di successo.
Oggi, invece di vivere in uno stato democratico e razionale –come auspicava Baruch Spinoza- «dove gli individui cedono i loro diritti non per diventare sudditi di qualcuno ma per continuare ad essere uguali a tutti gli altri … e non in modo (tale) da precludersi la facoltà di prendere nuove decisioni», molti italiani hanno l’impressione di vivere nello stato dispotico-autoritario di Hobbes dove «i singoli uscivano dallo stato di natura con la rinuncia assoluta ai loro precedenti diritti, trasferendoli completamente al sovrano, impersonato da un individuo o da un gruppo di individui» (Franco Restaino, Storia della filosofia, Utet, Vol 3/1, pag 393 e 201). Attualmente i partiti, nelle persone di Prodi, Fassino, Rutelli ma anche di Berlusconi, Fini, Casini, sono il nuovo Leviatano che ci opprime con tasse troppo alte e una moltitudine di divieti.

Se fossi investito, per un’ora, di quei poteri dittatoriali che alcune settimane fa Eugenio Scalfari chiedeva fossero attribuiti a Prodi, n’approfitterei per promulgare la seguente legge costituzionale di riforma elettorale e di governo.

UNO. Sono eleggibili e possono candidarsi alla Camera dei Deputati tutti i cittadini che hanno diritto di voto. Per candidarsi basta registrarsi –nel comune di residenza, magari via internet- nell'apposito elenco. Non occorre raccogliere firme ma, in compenso, versare a fondo perduto una tassa pari a 1/24 del proprio reddito personale complessivo annuo denunciato con l’ultima dichiarazione dei redditi. Sarà comunque fissato un tetto massimo per gli alti redditi ed uno minimo per chi è nullatenente.

In questo modo non ci sono problemi di quote rosa. La tassa serve per ridurre le candidature velleitarie. Chi guadagna poco, può sempre fare una colletta fra amici ed estimatori. Al limite quell’anno rinuncia alle ferie.

DUE. Il collegio elettorale è unico e nazionale. A ciascun candidato è assegnato un numero. La scheda elettorale contiene due rettangoli di nove caselle ciascuno. L’elettore può esprimere fino a due preferenze, anche appartenenti a partiti diversi, scrivendo il numero del candidato iniziando da sinistra e barrando la prima casella rimasta libera con il cancelletto per evitare brogli.

1#

40235678#

Gli elettori sono circa 43 milioni, perciò serve un massimo di otto cifre più il cancelletto (si usa già sugli assegni, ma può essere anche un altro segno ad esempio la X).
I partiti continueranno a compilare le liste dei loro candidati che possono essere lunghe fin che si vuole, senza bisogno di escludere nessuno. Solo che invece di avere delle liste bloccate tutti i candidati avranno sulla scheda la stessa invisibilità. Spetta ai partiti ed ai candidati farsi propaganda. Si potranno studiare modalità di assegnazione del numero per riservare, ad esempio, i primi numeri ai candidati dei partiti presenti in parlamento.

TRE. Saranno eletti i 630 candidati che avranno ottenuto più voti. La legge d’attuazione specificherà chi eleggere in caso di parità per l’attribuzione dell’ultimo seggio.

Nel caso che al seicentotrentesimo posto ci fossero quattro candidati con ugual numero di voti, potrebbero essere eletti 633 deputati (tre più, tre meno cosa cambia?) In questo modo gli elettori torneranno ad avere la massima possibilità di scelta. Sono convinto che ci sarebbe, alla Camera, qualche deputato più qualificato e qualche burocrate in meno. Il Paese sarebbe rappresentato in modo proporzionale puro. Qualunque premio di maggioranza è una truffa.
E la governabilità, direte Voi? Vediamo.


QUATTRO. Entro cinque giorni dalla prima convocazione della Camera, devono essere costituiti i gruppi parlamentari. Il Presidente della Repubblica assegnerà l’incarico di formare il governo alla persona indicata dal gruppo più numeroso. I deputati appartenenti al gruppo maggioritario avranno ciascuno a disposizione, da quel momento, un voto P più pesante di uno, sia votino a favore sia contro.
Il peso P si calcola con la formula:
P * Sm = So + 20
P = (So + 20) / Sm dove
So è il numero di seggi dell’opposizione
Sm è il numero di seggi della maggioranza
20 (in numero di seggi) è il margine di sicurezza del premio

Il premio di maggioranza è cioè dato in peso invece che in numero. E’ democratico questo metodo? Credo sia più democratico stemperare il premio tra i 290 deputati della maggioranza che attribuire più poteri a un sol uomo (il presidente del consiglio). Si allontana il rischio del leviatano.
Ciascun partito –diversamente da adesso- potrà presentarsi per conto suo alle elezioni e misurare esattamente il suo peso elettorale, ma sarà costretto “ad unirsi” ad altri alla Camera se vorrà governare. Quanti gruppi parlamentari si formerebbero? Potrebbe essere la strada per arrivare a un bipartitismo. Per finire, nessuno dei grossi partiti dovrà più dissanguarsi per garantire collegi sicuri ai piccoli partiti della propria coalizione.

Esempio di calcolo di P. Supposta la costituzione di tre gruppi parlamentari rispettivamente di 290, 285, 55 componenti, vale la formula:
P * 290 =340 + 20 da cui
P = 360 / 290 = 1,241 da arrotondare a 1,24.
I rapporti di forza in voti saranno (290 * 1,24) = 359,6 per la maggioranza contro 340 per la minoranza. E’ come se il gruppo di maggioranza avesse avuto un premio in seggi di 69,6 (290 * 0,24)

P.S.Secondo me, assieme alle Province, andrebbe abolito anche il Senato.


giovedì 4 gennaio 2007

Mucche e riforme

«Le emissioni di gas metano, fuoriuscite dal posteriore dei bovini britannici ammontano, tutte insieme, al 7% dei gas che provocano l’effetto serra nel Regno Unito; e a più di un terzo di tutte le emissioni di metano, uno dei gas più nocivi per l’ambiente». Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente britannico, il laburista David Milliband, al convegno annuale degli allevatori. Che ha anche ammonito: entro il 2020 l’industria dell’allevamento dovrà giocare un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni dannose per l’ambiente, flatulenze bovine incluse. (la Repubblica, 4 gennaio 2007, pagina 31)

Gli uomini possono tirare un sospiro di sollievo. Non sono più i soli a causare il disastro ambientale, anche gli animali devono prendersi le loro brave responsabilità. Che paradosso! Neanche il tanto rimpianto mondo bucolico di una volta va più bene ai nostri ambientalisti. E dire che aveva un suo equilibrio nel quale era compreso anche il fenomeno sopra denunciato.

«Non passerà molto tempo prima che l’Unione Europea ci imporrà anche di respirare di meno e mangiare cibi che limitino al massimo flatulenze, il tutto nel nome della lotta alle emissioni di gas serra. [....] il presidente della Commissione José Manuel Barroso e il Commissario all’Ambiente Stavros Dimas hanno infatti lanciato una campagna di sensibilizzazione dal titolo “Il cambiamento climatico: potete controllarlo”.
… Così, avendo scoperto che “i nuclei familiari della UE sono all’origine di circa il 16% delle emissioni totali di gas a effetto serra dell’Unione” hanno deciso di “rieducare” i cittadini. Parola d’ordine della campagna: “Risparmiate l’energia. Riciclate. Camminate”
… Basta andare nel sito internet creato per l’occasione
http://www.climatechange.eu.com/) per trovare il “calcolatore di carbonio” che ci fa misurare le emissioni di CO2 (anidride carbonica) per ogni azione che compiamo». (Da una email ricevuta da un’amica che ha trovato la notizia sol sito Sviluppo e Popolazione)

Se un ministro laburista vuole omologare le mucche in Euro1, Euro2 …; se si sostituisce l’agenda Giavazzi con l’agenda Pecoraro Scanio, non ci si può, poi, sorprendere se i veri riformisti lasciano i DS.


sabato 23 dicembre 2006

Season's greetings

Auguri di buon Natale e Felice Anno Nuovo!
Arrivederci a gennaio


domenica 3 dicembre 2006

Le vele bianche

La chiesa “Dives in Misericordia” è stata progettata dall’architetto americano Richard Meier, nell’ambito del programma “50 chiese per Roma 2000” promosso dal Vicariato di Roma. Fortemente voluta da Paolo Giovanni Magno come “simbolo del nuovo millennio”, è caratterizzata da tre grandi vele bianche che si gonfiano come sospinte da un vento proveniente da est. Per ottenere un «bianco più bianco che si può» è stato impiegato un nuovo tipo di cemento chiamato Bianco TX Millennium, creato e brevettato dall’Italcementi.

In questi giorni, la chiesa è stata oggetto di articoli di giornale: il primo del New York Time è stato ripreso dal Corriere, da Repubblica e da tanti altri.
Ci si è accorti, a tre anni dall’inaugurazione, che le vele non solo sono rimaste immacolate come il giorno della prima messa ma hanno anche contribuito a “pulire” il cielo che le circonda (nonostante nella capitale i valori delle polveri sottili siano arrivati spesso alle stelle). Oltre ad un'altissima resistenza e alla maggior lavorabilità, il materiale offre una caratteristica sorprendente: grazie alla presenza di particelle di fotocatalizzatori, la superficie di cemento sotto l'effetto della luce si autopulisce, eliminando depositi organici.

Spiega Enrico Borgarello, che dirige il settore Ricerche dell’impresa lombarda: «E’ stato il principio della fotocatalisi, la forza della luce, ad attivare il biossido di titanio che, accelerando i processi di ossidazione esistenti in natura, ha reso inerti le sostanze inquinanti depositate sulle alte vele di Meier. Poi è arrivata la pioggia a portare a terra le polveri. E ci ha pensato il sacrestano a spazzare il sagrato dall’inquinamento ormai innocuo».


* * * * * * * * *
E’ così nato il cemento «mangiasmog». Secondo test citati dalla Italcementi, l'effetto di alcuni inquinanti potrebbe essere ridotto dal 20 al 70%. «La presenza di particelle di fotocatalizzatori nel cemento bianco permette di ossidare in presenza di luce e aria le sostanze inquinanti organiche ed inorganiche presenti nell'atmosfera. L'azione fotocatalitica consente di distruggere i diversi agenti inquinanti organici atmosferici -scarichi di automobili, fumi di riscaldamenti abitativi, scarichi industriali di sostanze chimiche aromatiche, pesticidi - che vengono a contatto con le superfici cementizie, ossidandoli sino ad anidride carbonica».

Questa scoperta scientifica apre nuove prospettive nella lotta all’inquinamento ambientale.
In un primo esperimento «1500 metri di mattonelle mangia smog messe in Via Borgo Palazzo a Bergamo, hanno abbattuto i NOx (ossidi inquinanti) del 30-40 per cento. All’ultima Biennale di architettura di Venezia è stata esposta una “Città ideale” dove il 50% dell’inquinamento veniva ripulito dal 15% di strade e muri trattati con l’eco-cemento».
C’è da scommettere che nel prossimo futuro sarà tutto un fiorire d’applicazioni dell’ossido di titanio (il diossido di titanio è economico, facilmente disponibile in grandi quantità, e largamente utilizzato come pigmento bianco in vernici, plastiche e cemento da costruzione – da wikipedia): marmitte catalitiche più potenti perché illuminate internamente, asfalti mangia smog, mescole per pneumatici che rotolando ossideranno i fumi delle auto precedenti, mascherine per la bocca, tettucci per le carrozzine dei bambini, creme per il viso. Le carrozzerie delle auto in sosta, verniciate di bianco TI, puliranno l’aria come le vele di Meier.

I sindaci non potranno esimersi dall’abrogare ogni divieto di circolazione se non vorranno incorrere nelle ire di Beppe Grillo, che inviterà gli automobilisti ad invadere i centri delle città e pretenderà, ad esempio, che a Bologna siano abbattute le Due Torri per fare posto ad un parcheggio, accampando il motivo che erano state costruite in contrasto con le Direttive E 822 (1) del Sacro Romano Impero, ancora in vigore all’epoca dei liberi comuni.

La scoperta dell’eco-cemento è una conferma di quanto sostenuto, pervicacemente, da Popper in un’intervista a Corrado Augias che, altrettanto pervicacemente, cercava d’indurre il filosofo ad ammettere le colpe del progresso: «la tecnologia ha permesso di recuperare situazioni ambientali che sembravano disperate. Solo la tecnologia potrà consentire di riparare agli errori commessi dalla tecnologia» (2).
Gli scienziati e la tecnologia sono molto meglio dei burocrati europei e delle loro direttive.

E’ vero, le vele bianche ci condurranno verso un mondo nuovo!



= = = = = = = = = N O T E = = = = = = = = =

1) E come Eginardo, cui si attribuisce la paternità delle direttive
822 anno presumibile di promulgazione

Eginardo (Einhard), autore di una famosa biografia di Carlo Magno, fece parte dell’accademia Palatina assumendo, secondo la moda imperante, il nome di Beseleel, il personaggio biblico che nell’Esodo (31,2-5; 35, 30-33) è prescelto da Dio per la costruzione del tabernacolo dell’Alleanza. Grazie al suo senso estetico fu scelto da Carlo come soprintendente alle costruzioni monumentali e architettoniche.
Mortificato da un fisico gracile, mingherlino, fu tributato, per l’invidia che sempre si nutre per i grandi uomini, del nomignolo non certo esalante di nardulus (ovvero … il nardo nano d’Aquisgrana).


2) Dall'intervista di Corrado Augias a Karl Raimund Popper La Repubblica, sabato 3 marzo 1990

…si tratta di cose che l'umanità non aveva mai vissuto prima.

A che cosa lo dobbiamo secondo lei?

Alla scienza e alle sue applicazioni, cioè alla tecnologia. Si tratta di miglioramenti di dimensioni planetarie che hanno permesso a milioni di persone di vivere come mai in precedenza, fin da quando l'uomo è apparso sulla terra. L'argomento che in genere prevale è invece l'opposto, e cioè che la tecnologia ha rovinato o sta rovinando il pianeta. E' falso, si tratta di un mito, di un altro mito. E' proprio vero che l'uomo ha bisogno di costruirsi dei miti, credere alla ragione è molto difficile.

Professor Popper, ma "il buco nell'ozono" … a lei non fa paura?

La vita commette errori e crea problemi per la vita. Ma, come dimostra il fatto che lei ed io stiamo qui seduti a parlare, la vita ha creato un mondo prevalentemente adatto alla vita.

E i deserti?

Ci sono i deserti e i posti dove la vita non può esistere. E tuttavia, ciò che in prevalenza la vita ha fatto, fin dall'inizio, è stato di aumentare le condizioni che permettevano la prosecuzione della vita. Questo è successo. E le cose stanno andando ancora avanti. Negli Stati Uniti la tecnologia ha permesso di recuperare situazioni ambientali che sembravano disperate. Solo la tecnologia potrà consentire di riparare agli errori commessi dalla tecnologia.

I verdi, gli ambientalisti, gli ecologisti…

Il punto di vista che va respinto è quello secondo il quale la tecnologia è male perché senza la tecnologia la terra sarebbe un paradiso incontaminato. Chi sostiene che bisognerebbe tornare ai bei tempi di una volta, non considera che in pratica questo vorrebbe dire sopprimere buona parte dell'umanità esistente perché, senza tecnologia, milioni di persone morirebbero di fame. Puro "nonsense". Una battaglia giusta è combattere invece contro un eccessivo aumento della popolazione sulla terra. Problema medico e tecnologico che non siamo attrezzati a risolvere.


giovedì 30 novembre 2006

Antenna a scomparsa

Gli italiani ne sanno una più del diavolo!


 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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