IL BLOG DI SERGIO VIVI



mercoledì 17 novembre 2010

Arsenico e vecchi merletti



  
C’è qualcosa di surreale e d’insolito nelle primarie del PD. Il partito ha adottato, per statuto, lo strumento delle primarie e ne va orgoglioso; se il risultato, però, è diverso da quello “desiderato”, mezza direzione si dimette.
E’ capitato in questi giorni a Milano, dove ha vinto l’avvocato Giuliano Pisapia, invece dell’architetto Stefano Boeri, appoggiato dal PD: a differenza degli Abbracci (che sono una bontà di biscottini) l’abbraccio del partito sempre più spesso si rivela mortale.

La faccenda, purtroppo, è complicata dal fatto che in Italia non abbiamo il BIPARTITISMO come negli Stati Uniti, ma un BIPOLARISMO pasticciato formato da COALIZIONI di partiti con programmi diversi. Finisce che le nostre sono PRIMARIE DI COALIZIONE, con la partecipazione di candidati dei diversi partiti e d’altri detti “civici”.
La faccenda è ulteriormente complicata dalla presenza di candidati provvisti di CARISMA, come dimostrò il risultato di Nichi Vendola in occasione delle regionali pugliesi.

Che cosa possono contrapporre i candidati normali al “carisma? Di solito, è loro richiesto di presentare il PROGETTO PER LA CITTA’. Una città ha dei problemi che richiedono, in genere, poche soluzioni (possibilmente attuabili). Invece otto candidati diversi, otto “progetti” diversi di cui la gente fa fatica a cogliere le differenze, mentre il carisma è colto al volo.
Nei “progetti per la città” si può trovare di tutto. In quello di Flavio Delbono, ad esempio, era illustrato il proposito di riportare alla luce il canale di Reno nel centro della città: vinse anche per questo.
I segretari di partito possono cambiare ma, se c’è un leader, questo rimane a vita. Un esempio è certamente Marco Pannella.
Col carisma, purtroppo, non si risolvono mai i problemi: vedi ad esempio Obama. Eugenio Scalfari l’ha scritto chiaramente: «Vendola ci porti alla vittoria, poi governi Bersani».

* * * * * *
Il dilemma delle primarie per il PD si sta riproponendo oggi a Bologna.
Dopo il ritiro, per problemi di salute, di Maurizio Cevenini che, con pazienza e determinazione, si era costruito, negli anni, un suo “carisma”, e che teneva unito tutto il partito, si sta discutendo, proprio in questi giorni, come arrivare ad una candidatura unitaria.
Hanno già raccolto le firme ed il diritto di presentarsi alle primarie due “civici”: Benedetto Zacchiroli ed Amelia Frascaroli. Il primo non preoccupa il PD perché già invischiato nella gestione Cofferati. La seconda, già attiva nell’associazionismo cattolico di sinistra e sostenuta da SEL, un po’ di più.
Gli esponenti PD sono convinti che il caso di Bologna sia diverso da quello di Milano, e che un esito analogo non possa verificarsi qui da noi.
In verità è peggio, perché la “cattolica rossa” è sostenuta, oltre che da SEL, anche dalla fetta prodiana del PD e da un pezzo della Cgil. Oggi, la signora Amelia ha rifiutato l’abbraccio di SEL («non sono vendoliana», ha detto) anche se non disdegna di farsi “incoronare” il 25 novembre a Bologna dal Governatore della Puglia, che le trasferirà parte del suo carisma (chi lo ha, è anche in grado di trasferirlo ad altri).

Probabilmente, il solo modo di esorcizzare il pericolo per il PD sarebbe di non presentare un candidato unico, ma di presentarne almeno dieci, di tutte le correnti del partito, e di non appoggiarne nessuno. Infatti, nel caso dell’”unico” si rischierebbe che molti simpatizzanti delle correnti escluse potrebbero votare, per ripicca, per l’Amelia mentre, nel caso dei “molti” gli elettori troverebbero senz’altro un nome a loro gradito ed, in mezzo a tanti, la signora apparirebbe di meno.
Sembra, però, che questa tattica non si possa perseguire a causa delle regole bizantine sulla raccolta delle firme, necessarie per candidarsi, con cui il PD ha imbrigliato la libera scelta degli elettori.

Nel frattempo, mentre hanno luogo le franche ma pacate discussioni all’interno dell’assemblea del PD, nel tentativo di arrivare ad una candidatura unica, la signora Amelia sfrutta il tempo ricevendo amici e simpatizzanti a casa sua, il pomeriggio, offrendo loro tea e torte fatte con le sue mani. Questo modo di fare e le poche foto della signora Frascaroli apparse sui giornali fanno venire in mente il film “Arsenico e vecchi merletti”. I candidati del PD faranno bene a rimandare ad altro momento l’eventuale invito della signora Amelia, perchè potrebbe aiutarli ad abbandonare la competizione, con un sorriso sulle labbra, offrendo loro un te corretto con un miscuglio di carisma.


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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