IL BLOG DI SERGIO VIVI



martedì 23 novembre 2010

Destra, Sinistra e Centro

Il discusso programma televisivo “Vieni via con me” di Fazio e Saviano almeno un merito l’ha: quello di avere riportato all’ordine del giorno due categorie della politica, su cui sono stati scritti montagne di libri, tra i quali “Destra e Sinistra – Ragioni e significati di una distinzione politica” di Norberto Bobbio.

Nel capitolo I della sua analisi, il professore torinese spiega come si possano avere almeno tre visioni diverse della linea continua sulla quale viene rappresentato lo spettro politico.

Se «lo spazio politico viene concepito diviso in due sole parti, di cui l’una esclude l’altra, e nulla tra loro s’interpone», questa «visione diadica o assiale della politica può essere definita del TERZO ESCLUSO».

Se tra i due estremi Destra e Sinistra «si collocano posizioni intermedie che occupano lo spazio centrale fra i due estremi, e che viene chiamato, ed è ben conosciuto, col nome di CENTRO…che non è né di destra né di sinistra, ma sta in mezzo all’una e all’altra», questa visione triadica si può definire del TERZO INCLUSO.
«In molti sistemi democratici a pluralismo accentuato il Terzo incluso tende a diventare tanto esorbitante da occupare la parte più estesa del sistema politico, relegando la destra e la sinistra ai margini».

Infine, si può dare il caso di un TERZO INCLUDENTE che «tende ad andare al di là dei due opposti inglobandoli in una sintesi superiore, e quindi annullandoli in quanto tali … Nel dibattito politico, il Terzo includente si presenta di solito come un tentativo di TERZA VIA, cioè di una posizione che diversamente da quella del centro non sta in mezzo alla destra e alla sinistra, ma pretende di andare al di là della destra e della sinistra».
L’ideale del socialismo liberale o del liberal-socialismo è una tipica espressione di un pensiero terzo-includente.

* * * * * *
Della coppia destra e sinistra si può fare un USO DESCRITTIVO per rappresentare sinteticamente due parti in conflitto. Un USO VALUTATIVO per esprimere un giudizio di valore positivo o negativo. Un USO STORICO per segnare il passaggio da una fase all’altra della vita politica di una nazione.

Secondo l’uso storico (ma anche descrittivo) si può affermare che, durante la prima repubblica, il campo è stato tenuto da un Terzo incluso, la Democrazia cristiana ed i suoi alleati, che relegava ai margini la Sinistra, cioè il Partito Comunista Italiano, e la Destra, cioè il Movimento Sociale Italiano.

Immediatamente prima delle elezioni del 2008, con il discorso del Lingotto di Veltroni (la vocazione maggioritaria) e col discorso del “predellino” di Berlusconi (fondazione del Pdl), si è cercato, anche tramite l’aiuto della vigente legge elettorale, di forzare la mano per passare dal bipolarismo al bipartitismo, nel tentativo di passare ad un assetto politico del tipo Terzo escluso.

Attualmente si fa un gran parlare del terzo polo. UDC di Casini, API di Rutelli, FLI di Fini, MPA di Lombardo, d’accordo con altri pezzi di establishment politico-economico, dovrebbero dar vita ad un Patto per la Nazione, o di Solidarietà nazionale.
Come fece Blair in Gran Bretagna, Rutelli si sarebbe spostato da sinistra (e Fini da destra) per congiungersi al centro con Casini, con l’obiettivo ambizioso di dar vita ad un assetto del tipo Terzo includente, e ridurre agli estremi sia la destra sia la sinistra residuali. Una Terza via insomma. Ma c’è di mezzo il porcellum che, anche se nei sondaggi ormai la somma del PD+Pdl si è ridotta dal 70% del 2008 all’attuale 50%, nessuno sarà in grado di cambiare. Per il Terzo includente (o incluso) sarebbe necessaria una legge elettorale di tipo proporzionale.

* * * * * *
Sulle suddette distinzioni ad uso storico-descrittivo sono quasi tutti d’accordo.
Diverso è il discorso quando si passa all’uso valutativo.

Osserviamo che sono soprattutto coloro che si definiscono di sinistra a cercare di definire nel miglior modo possibile cosa sia la sinistra, ma anche a fare convegni intitolati «Per una definizione della destra reazionaria». A destra sono meno sofisticati: «Piaccia o non piaccia, nessun uomo è uguale a un altro e, quel che è peggio, o meglio, dipende dai punti di vista, è che nessuno vuol esserlo».

L’interpretazione più condivisa, in particolare da Bobbio, consisterebbe nel diverso atteggiamento mostrato nei confronti dell’idea d’eguaglianza.
«Coloro che si dichiarano di sinistra danno maggiore importanza, nella loro condotta morale e nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini eguali, o ai modi di attenuare e ridurre i fattori della disuguaglianza; mentre coloro che si proclamano di destra sono convinti che le disuguaglianze siano un dato ineliminabile, e che in fin dei conti non se ne debba neanche auspicare la soppressione».

Secondo un’altra formula, invece d’Eguaglianza e Disuguaglianza, si prende in considerazione la coppia Emancipazione e Tradizione. L’uomo di sinistra mira a liberare i propri simili dalle catene loro imposte dai privilegi di razza, di ceto, di classe, ecc. L’uomo di destra ha come motto: «Nulla fuori e contro la tradizione, tutto nella e per la tradizione».

Concludendo, è meglio la Destra, oppure la Sinistra? La sinistra è a sinistra? Hanno ancora un senso, in politica, queste due categorie, oppure sono due scatole vuote?

Nella trasmissione di Fazio, Fini e Bersani hanno provato a riempirle di contenuti. Non si sono accorti, però, che le loro parole scivolavano via perché la scatola della sinistra, quella della destra (ed anche quella del centro) erano già stracolme delle cambiali del debito pubblico, firmate dai politici di sinistra, di destra (e di centro), ancora tutte da pagare.


Nessun commento:

 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.

L'autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti "linkati".

Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via E-mail. Saranno immediatamente rimosse.

Some text or image, in this blog, were obtained via internet and, for that reason, considered of public domain. I have no intention of infringing copyright. In the case, send me an E-mail and I will provide immediately.