IL BLOG DI SERGIO VIVI



sabato 7 febbraio 2009

Novità a Bologna per le amministrative

Finora nel centrosinistra c’era un solo candidato sindaco di rango: il prodiano Flavio Delbono.
Dottorato ad Oxford, studi con Amartya Sen, attualmente vicepresidente ed assessore al bilancio della Regione Delbono è sostenuto dal PD dopo aver vinto (con poco più di 12.000 voti su circa 280.000 elettori) le primarie.
Da ieri l’altro, 5 febbraio, si è candidato con una sua lista civica «ulivista e di centrosinistra» il professor Gianfranco Pasquino che, a suo tempo, aveva criticato i modi delle primarie del PD.
Il politologo punta sui delusi del PD, ma esclude per ora lo strappo estremo col partito se Guazzaloca andrà al ballottaggio con Delbono. «Con ogni probabilità – dice- le nostre posizioni saranno più vicine a quelle di Delbono. Lui però deve esprimerle».

Anche nel centrodestra i candidati di rango sono almeno due:
Giorgio Guazzaloca, già primo sindaco non comunista della città, sostenuto dalla lista civica “La tua Bologna” e dall’UDC e la new entry Alfredo Cazzola, l’imprenditore inventore del Motor Show, già patron della Virus pallacanestro e del Bologna calcio che dovrebbe essere sostenuto dal PDL e che piace alla Lega ma anche alle Coop.

Naturalmente i partiti –sia a destra, sia a sinistra- si sono già messi in moto per conseguire l’opportuna reductio ad unum. «Dobbiamo restare uniti» è la parola d’ordine. Volano accuse di tradimento e richiami alla responsabilità. «Il PD scomunica il professore: è un puntello al centrodestra». «Al ballottaggio decideremo chi appoggiare», replica Pasquino. Delbono: «Macchè civici, Sono maschere». A destra convention all’americana per Guazzaloca che si rivolge ai giovani su Facebook. Mentre Cazzola, sponsorizzato dal socio in affari Giovanni Consorte (ex Unipol), promette, se eletto, di dare in beneficenza il suo stipendio da sindaco.

Con candidati del genere, se non si arriverà a pateracchi dell’ultimo momento, c’è da giurare che il primo turno delle elezioni conterrà «embedded» delle vere primarie.
Una volta tanto, gli elettori potranno scegliere fra veri candidati.


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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