lunedì 7 aprile 2008
Il punto e virgola
Oggi, in un articolo pubblicato sulla Repubblica, Pietro Citati spezza una lancia a favore del punto e virgola; il proto del giornale lo trafigge.
Almeno nell’edizione di Bologna.
Per mostrare l’eleganza di questo segno d’interpunzione, lo scrittore lo utilizza otto volte nel corso dell’articolo lungo circa poco più di una colonna: sette volte nel secondo paragrafo e una nell’ultimo.
Per ironia della sorte (la legge di Peter non perdona) per ben sei volte, nel secondo paragrafo, il punto e virgola è stato sostituito dai due punti.
La colpa, ovviamente, non è del proto, ma della tastiera qwerty dove i due segni si trovano affiancati uno all’altro come due simboli sulla scheda elettorale.
Almeno nell’edizione di Bologna.
Per mostrare l’eleganza di questo segno d’interpunzione, lo scrittore lo utilizza otto volte nel corso dell’articolo lungo circa poco più di una colonna: sette volte nel secondo paragrafo e una nell’ultimo.
Per ironia della sorte (la legge di Peter non perdona) per ben sei volte, nel secondo paragrafo, il punto e virgola è stato sostituito dai due punti.
La colpa, ovviamente, non è del proto, ma della tastiera qwerty dove i due segni si trovano affiancati uno all’altro come due simboli sulla scheda elettorale.
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