lunedì 2 marzo 2009
Macchine invendute
Quante volte, negli ultimi tempi, sui giornali o per televisione abbiamo visto immagini come queste? Milioni di macchine invendute.
Provate ad andare a comprare un’auto oggi. Tutti i concessionari vi accoglieranno a braccia aperte, ma non sapranno dirvi il tempo di consegna. Due mesi, speriamo. Tre o quattro, se non va troppo male. Inconcepibile con tanti milioni di macchine disponibili.
La verità è che i costruttori producono su commessa, ad ordini acquisiti.
Quando questi hanno cominciato a scarseggiare, hanno ridimensionato la produzione, secondo una comprensibile, legittima logica industriale, sospendendola del tutto in alcuni stabilimenti e ricorrendo alla cassa integrazione in altri. Misure che non sono subito interrotte quando gli ordini, in seguito agli incentivi, ricominciano a fare capolino, ma con un opportuno ritardo di fase.
Altrettanto comprensibile che i sindacati chiedano che gli stabilimenti siano riaperti il prima possibile e che la cassa integrazione sia ridotta.
Altrimenti cosa avremmo dato gli incentivi a fare?
Quello, poi, che non si può accettare è che i media raccontino lucciole per lanterne.
Si tratta quasi sempre di auto già vendute.
L’ immagine in alto, ad esempio, è stata scattata nel porto di Civitavecchia: sono auto Peugeot appena scaricate, in attesa delle bisarche che le distribuiranno alle concessionarie.
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