IL BLOG DI SERGIO VIVI



mercoledì 15 giugno 2011

V-Day, G'Day, Quorum Day

V-Day
Dopo il 6 giugno 1944, altrimenti noto come D-Day, che portò alla liberazione dell’Europa dal nazismo, il 12 giugno 2011 sarà ricordato come il V-Day, il giorno della vittoria, che porterà l’Italia (and The Economist) a liberarsi quanto prima dal regime berlusconiano.

Paradossalmente pare che il superamento del quorum sia stato, in parte, reso possibile –almeno secondo i suoi avversari- dall’aver Berlusconi detto alla vigilia del voto, «non andrò a votare». Silvio è fatto così. Se pensa una cosa, la dice. Inoltre, come tutti gli riconoscono, uno dei tratti del suo carattere è la generosità. D’istinto avrà pensato che fosse giusto annullare l’handicap del 20% dell’astensionismo fisiologico che gravava sui fautori della partecipazione.

Il resto lo hanno fatto un nugolo di coraggiosi capitani di ventura –Zaia il Veneto, Alemanno da Roma, Manes il Felsineo ed altri- che, sapendo di lisciare il pelo alla loro truppa, e con il tacito e cinico proposito di mettere sulla graticola il maggior alleato di governo, hanno portato la confusione nel campo d’Agramante.

Quanto a quelli che hanno scelto di votare No (il 4-5%) -perché è giusto partecipare e perché si deve salvare l’istituto del referendum (che era rimasto e rimarrà comunque saldo nella Costituzione)- si stanno accorgendo di aver dato il colpo di grazia a leggi che intendevano mantenere.

Insomma, è stato un bel regalo. O gran bontà de’ cavalieri antichi! [Orlando furioso, I, 22, v. 1]
Anche se era difficile arginare il 54,8% d’elettori che hanno votato sulla spinta delle emozioni e della passione.

«Se non avessimo raggiunto il quorum, qui stasera avremmo fatto un dibattito sulla sconfitta del PD». (D’Alema a Ballarò, martedì 14)
Se ……. Purtroppo coi se, non si fa la storia.
Hanno vinto. Squillino le trombe, rullino i tamburi, si dia il via al legittimo godimento.
Avanti i satiretti e le ninfe, Bacco e Arianna …

Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'è certezza.

Cosa ci riserva il domani?
Se continuerà ad esserci, come sembra, il vento in poppa, è probabile che una nuova generazione di giovani post-marcusiani (più o meno consapevoli) porterà in Parlamento una maggioranza dove prevarranno i Vendola, i De Magistris, i Pisapia, i Travaglio, i Grillo ed i Celentano. Che formeranno un governo dove, almeno, non ci sarà più posto per i personaggi dell’«amalgama malriuscito». Sarebbe un godimento per molti.

G’Day
Oramai non c’è più uno SPECIALE televisivo che non abbia il suo lato satirico.
Il titolo V-Day ci rimanda al G’Day, il divertente spazio di Geppi Cucciari su La7, dove una delle cose più riuscite ed esilaranti sono i titoli del telegiornale estrapolati dalle dichiarazioni dei passanti.

Come dimenticare: «Non sono di sinistra, sono normale».

Oppure: «Bisogna fare in modo che Gheddafi se ne vada, ma niente sparate sulla Libia».

O ancora quest’altra, rilasciata da Virginio, in piazza Maggiore, alla vigilia del referendum:
«L’acqua non si vende, non deve costare per forza poco, la lotta agli sprechi va fatta».

Quorum Day
(1) L’acqua non si vende,
(2) non deve costare per forza poco, la lotta agli sprechi va fatta.

Esaminiamo questo enunciato. Possono darsi quattro interpretazioni:

A - la premessa 1 è vera (è una convinzione) – la conclusione 2 è vera (è una convinzione) [*]
B - la premessa 1 è falsa (è un’opinione) – la conclusione 2 è falsa (è un’opinione) [*]
C - la premessa 1 è falsa (è un’opinione) – la conclusione 2 è vera (è una convinzione) [*]
D - la premessa 1 è vera (è una convinzione) – la conclusione 2 è falsa (è un’opinione) [*]

L’interpretazione A non si può dare stante la contraddizione in termini.
L’interpretazione B non può rappresentare il pensiero del dichiarante.
Cartesio avrebbe scelto l’interpretazione C (la premessa 1 è palesemente falsa).
«Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce», diceva invece Pascal.
Gli elettori hanno scelto col cuore, privilegiando l’interpretazione D, senza pensare alle conseguenze (casi di malagestione, problemi di finanziamento).

* * * * *
Ilvo Diamanti conclude, così, oggi su la Repubblica (15 giugno 2011, pagina 15) la sua Mappa:
Berlusconi –ma anche Bossi- «riuscivano a parlare alla “pancia della gente”, mentre la sinistra pretendeva di parlare alla “testa”. Per questo il centrodestra era popolare. E la sinistra impopolare. Fino a ieri. Oggi, scopriamo che, oltre alla pancia e la testa, c’è anche il cuore. Parlare al cuore: è importante».
Che differenza c’è tra parlare alla “pancia della gente” oppure al “cuore”?
In entrambi i casi si usano argomentazioni retoriche.
Si possono vincere le elezioni. Quanto a governare: i problemi si risolvono con la “testa”.
_ _ _ _ _  
Nota [*] La “nuova retorica” di Chaïm Perelman, insegna le tecniche della persuasione (opinioni) distinte da quelle della convinzione (verità). Le prime sono usate in un quadro in cui non la «verità» ma l’«opinione» abbia la prevalenza.


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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