IL BLOG DI SERGIO VIVI



venerdì 20 maggio 2011

Ato 5 Bologna for ever

Quando provate a scrivere «Scalfari è il fondatore de la Repubblica», il controllo ortografico di Windows corregge automaticamente “Scalfari” in “Scalari”, perché nel suo vocabolario “scalfare” non c’è.
Lo strumento non solo corregge la grammatica ma aiuta anche a correggere la forma del discorso. Fino a suggerirvi che un termine è abusato oppure che è tipico del linguaggio parlato. Cerca, al limite, di “tradurre” il pensiero dello scrivente e lo fa con la certezza di quell’etnolinguista che, recatosi presso una tribù di cui ignora la lingua, sente pronunciare la parola «gavagai» quando passa un coniglio. Muovendo dai suoi schemi mentali consolidati da precedenti esperienze di linguaggio, l’etnolinguista è portato ad affermare che «gavagai» significa «coniglio», Ma se questo termine, invece che coniglio, volesse dire “cibo” o “prendiamolo”?
Con quest’esempio –maggiormente sviluppato dall’autore- il filosofo del linguaggio Willard Quine avanza la tesi della «indeterminatezza della traduzione»: ogni traduzione (o correzione, nel caso dello strumento di Windows) fra parole e linguaggi diversi è «indeterminata».
     
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Il 15 novembre 2008 copiavo ed incollavo dal Bilancio sociale 2006 di Ato 5 Bologna, per la prima volta in un mio post, il seguente Testo A:
«La nuova tariffa pro capite del servizio idrico integrato è introdotta da ATO 5 con lo scopo di raggiungere due obiettivi principali: da un lato garantire una maggiore equità nella tariffa, riconoscendo a ogni persona il necessario quantitativo giornaliero di acqua potabile ad un prezzo agevolato; dall’altro, favorire il risparmio idrico e contrastare lo spreco di risorsa, aumentando sensibilmente il costo dei consumi che vanno oltre la dotazione di base. I vantaggi sono economici e culturali perché, oltre al risparmio in bolletta, la nuova tariffa conduce ad un maggior rispetto delle risorse ambientali».

A partire da qualche tempo -penso qualche giorno prima delle ultime amministrative- sul sito di Ato 5, il suddetto testo è stato sostituito dal seguente Testo B:
«Il passaggio al sistema pro capite permetterà di conseguire un duplice obiettivo: da un lato, favorire le famiglie numerose e in generale garantire una maggiore equità nella tariffa, riconoscendo a ogni persona il necessario quantitativo giornaliero di acqua potabile ad un prezzo agevolato; dall’altro, favorire il risparmio idrico e contrastare lo spreco di risorsa, potendo incrementare maggiormente il costo dei consumi eccedenti la dotazione di base».

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Bene. Sulle prime, si potrebbe pensare che gli estensori del Bilancio sociale 2006 possano essere rimasti vittime -a suo tempo- della «indeterminatezza della traduzione», con il “controllore dei testi” da loro impiegato che, pervicacemente, correggeva “potendo incrementare” in “aumentando” e “maggiormente” in “sensibilmente”.
Quando se ne sono accorti -cinque anni dopo- hanno provveduto a rimettere le cose a posto.
Però, il fatto che sia stata aggiunta l’integrazione «favorire le famiglie numerose» quasi a voler porre l’enfasi sulla vocazione sociale di Ato 5 ed il fatto che sia stata eliminata l’ultima frase, abbastanza demagogica e che si prestava a facili ironie, inducono a pensare che il testo sia stato cambiato per “addolcire” il proposito punitivo della “tariffa pro capite”.

Ne valeva la pena? Non è una questione di forma. Cambiano le parole ma la sostanza resta.
Anzi, il testo B pare richiamare «maggiormente» quella che passa come «arroganza del potere».
C’è quel “potendo”, gerundio di potere. Già, il potere. Quello di un sindaco, con la legge attuale, è quasi assoluto. Figuratevi il potere di un’Assemblea composta da sessanta sindaci tutti del Centrosinistra. Di certo, votando la delibera n. 3 del 28 maggio 2008, hanno potuto. Dittatura della maggioranza? Ato 5 è soltanto un tassello del formidabile CENTRO DI POTERE che detta legge a Bologna, e in tutta l’Emilia Romagna, da oltre mezzo secolo.

P.S. Qualcuno potrà sostenere che io ho avuto le traveggole ed ho preso un abbaglio perché, on line, c’è sempre stato soltanto il testo B, mentre il testo A non è mai esistito … almeno fino a che non salti fuori una copia del bilancio stampato a suo tempo (*).
Ad ogni modo, avverto i miei due lettori che, quando s’imbattono -nei miei post- nel testo A, questo deve intendersi sostituito dal testo B.

(*)
Progetto grafico e impaginazione: Mediamorphosis
Stampa: Tipografia Moderna, Bologna
Stampato su carta ecologica Free Life Fedrigoni
Finito di stampare nel mese di novembre 2007


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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