IL BLOG DI SERGIO VIVI



sabato 13 ottobre 2007

Vocazione maggioritaria

Alcuni autorevoli membri dei DS non hanno seguito i loro compagni nell’avventura del Partito Democratico e si sono scissi. A loro il leader del PD potrebbe rivolgere un’esortazione di questo tenore (tra parentesi alcune modifiche lessicali per aggiornarla ai nostri tempi):

«Se saremo all’altezza del compito che la realtà italiana ci propone, trascineremo dietro la gloriosa bandiera del socialismo rivoluzionario e democratico (dietro al glorioso simbolo del ramoscello d’ulivo), le classi lavoratrici (le classi dei contribuenti e consumatori). Perché non basta aver restituito ai lavoratori (ai contribuenti e consumatori) lo strumento della loro emancipazione. Occorre che tutti i lavoratori (i contribuenti e consumatori) intendano che il nostro Partito è il loro partito, che i nostri ideali sono i loro ideali. Iniziando questo duro cammino, il nostro pensiero fraterno si rivolge ai compagni che non hanno creduto di unirsi a noi, perché convinti di poter ancora lottare per i comuni ideali in quella che avrebbe dovuto essere, e non è più, la casa di tutti i socialisti. Siamo certi che li ritroveremo e l’approvazione che un giorno ci verrà da loro, cancellerà il ricordo di un distacco amaro».

No, non è un brano del discorso di Walter Veltroni al Lingotto, ma è la conclusione del discorso che Giuseppe Saragat tenne a Palazzo Barberini il 9 gennaio 1947, sessanta anni fa. Saragat non ha ancora ottenuto l’ambita approvazione per il semplice fatto che il PD lo ha scavalcato a destra.
Altre storie, altre cause, altre imprese.

Veltroni garantisce che il Partito Democratico nasce con una vocazione maggioritaria.
Sicuramente sarà eletto dal voto di uno o due milioni d’elettori. Io penso che non sarà per niente un flop, anzi non mi stupirei se domani gli elettori fossero anche più di cinque milioni (con conseguente clamore di fanfare). Tanto più saranno i voti, tanto prima Veltroni dovrà portare il PD, da solo, alle elezioni per dimostrare che quella vocazione può realizzarsi.

Nel 1948 la Democrazia Cristiana ebbe il 48,5% di voti, il Fronte Democratico Popolare di Nenni e Togliatti il 31% e Unità Socialista di Saragat il 7%. La sua coraggiosa e lungimirante scelta contribuì ad impedire in Italia la vittoria delle sinistre e la formazione di un governo marxista e filo-sovietico (evento che avrebbe costretto anche il giovane Veltroni a diventare comunista, suo malgrado, e gli avrebbe impedito di vedere tanti bei film americani).
Oggi per essere maggioritari occorrono tredici milioni di voti.
I promotori del PD sottolineano il coraggio della loro scelta. Purtroppo con le scelte coraggiose (a volte disperate) il destino si rivela spesso “cinico e baro”.


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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