domenica 8 gennaio 2006
Legalità e furbetti
Mercoledì mattina, 4 gennaio, ore 12,30 circa. Passando per via della Crocetta mi imbatto in due Ausiliarie del Traffico che stanno multando, con rara solerzia, alcune macchine parcheggiate all'interno delle apposite strisce.
Come altre volte mi é capitato, mi trovo di fronte alla stridente contraddizione tra l'applicazione di un regolamento e la sua inutilità, in quanto la gran quantità di posti auto sono vuoti. Ho l'impressione di vedere multare una macchina nel deserto davanti a un cartello con sù scritto "duna blu". Anche se non personalmente coinvolto, avverto come un senso di ostilità delle istituzioni nei confronti dei cittadini. Non riesco a trattenermi e chiedo perchè multare delle macchine che non danno fastidio a nessuno.
«Devono pagare!» é la lapidaria e inconfutabile risposta che mi da, in modo del resto cortese, una delle Addette facendomi intendere: uno, che gli automobilisti multati non hanno pagato il ticket; due, che siamo di fronte ai soliti furbi; tre, che non é il caso che io mi intrometta.
Le strisce, in effetti, sono blu e la legalità va osservata. Ma nulla impedirebbe che fossero bianche. La strada si trova nella prima periferia di Bologna. L'attività commerciale é scarsa. Alcuni negozi hanno abbassato le saracinesche da anni, alcuni sono stati trasformati in garage o in miniappartamenti e il traffico non si é congestionato neppure nella rare occasioni in cui un'importante Rappresentante delle Istituzioni, con relativa scorta, ha fatto visita alla locale sartoria.
Un'altra soluzione sarebbe quella di dotare i Controllori di una certa discrezionalità e insegnare loro i rudimenti della fuzzy logic. In fin dei conti la città e le strade sono dei cittadini. E' ora di finirla di criminalizzare l'auto, strumento indispensabile di lavoro, specialmente in un paese dove i trasporti pubblici sono allo sfascio. Tutti i giornali, ad esempio la Repubblica, tutti gli anni pubblicano lussuosi supplementi dedicati alle «più belle del reame». Non si può dire comperate le auto, ma lasciatele in garage!
Discrezionalità che sistematicamente viene praticata nell'attigua zona dello stadio Dall'Ara, tutte le volte che il Bologna gioca in casa. Il sabato pomeriggio i malcapitati residenti della zona non possono uscire dalle proprie abitazioni (o accedervi), trovandosi le auto dei tifosi parcheggiate davanti ai loro passi carrai.
Perché i rigori della legge si abbattono soltanto sugli individui e mai sulle moltitudini?
A questo punto il discorso si allarga a tutti i Comuni italiani, a prescindere dal colore della Giunta. Non c'é Amministrazione che non iscriva nel bilancio preventivo un importo più o meno alto ricavabile dalle contravvenzioni. E, per fare sì che il consuntivo eguagli o superi il preventivo, non c'é metodo migliore che aumentare i divieti e mettere strisce blu dove non sono strettamente necessarie. Il pericolo é che i cittadini percepiscano i sindaci non più come paladini della legalità, ma come dei gran furbastri.
«UN recente sondaggio realizzato dall'Ispo di Renato Mannheimer e pubblicato dal Corriere della Sera dimostra grosso modo che l'80 per cento degli italiani non sta avendo particolari reazioni di fronte al caso della scalata Unipol a Bnl.» (Klaus Davi, oggi, sulla Stampa).
Io confesso di essere compreso in quell' 80 per cento. L'unica cosa che mi é rimasta impressa é la battuta della Litizzetto: all'Ipercoop il carrello invece di restituire l'euro dà fuori un biglietto con sù scritto: l'OPA sei tu, mi puoi dare di più?
Mi interesserebbe molto di più che i politici, giunti al potere, vessassero di meno i cittadini individui.
Come altre volte mi é capitato, mi trovo di fronte alla stridente contraddizione tra l'applicazione di un regolamento e la sua inutilità, in quanto la gran quantità di posti auto sono vuoti. Ho l'impressione di vedere multare una macchina nel deserto davanti a un cartello con sù scritto "duna blu". Anche se non personalmente coinvolto, avverto come un senso di ostilità delle istituzioni nei confronti dei cittadini. Non riesco a trattenermi e chiedo perchè multare delle macchine che non danno fastidio a nessuno.
«Devono pagare!» é la lapidaria e inconfutabile risposta che mi da, in modo del resto cortese, una delle Addette facendomi intendere: uno, che gli automobilisti multati non hanno pagato il ticket; due, che siamo di fronte ai soliti furbi; tre, che non é il caso che io mi intrometta.
Le strisce, in effetti, sono blu e la legalità va osservata. Ma nulla impedirebbe che fossero bianche. La strada si trova nella prima periferia di Bologna. L'attività commerciale é scarsa. Alcuni negozi hanno abbassato le saracinesche da anni, alcuni sono stati trasformati in garage o in miniappartamenti e il traffico non si é congestionato neppure nella rare occasioni in cui un'importante Rappresentante delle Istituzioni, con relativa scorta, ha fatto visita alla locale sartoria.
Un'altra soluzione sarebbe quella di dotare i Controllori di una certa discrezionalità e insegnare loro i rudimenti della fuzzy logic. In fin dei conti la città e le strade sono dei cittadini. E' ora di finirla di criminalizzare l'auto, strumento indispensabile di lavoro, specialmente in un paese dove i trasporti pubblici sono allo sfascio. Tutti i giornali, ad esempio la Repubblica, tutti gli anni pubblicano lussuosi supplementi dedicati alle «più belle del reame». Non si può dire comperate le auto, ma lasciatele in garage!
Discrezionalità che sistematicamente viene praticata nell'attigua zona dello stadio Dall'Ara, tutte le volte che il Bologna gioca in casa. Il sabato pomeriggio i malcapitati residenti della zona non possono uscire dalle proprie abitazioni (o accedervi), trovandosi le auto dei tifosi parcheggiate davanti ai loro passi carrai.
Perché i rigori della legge si abbattono soltanto sugli individui e mai sulle moltitudini?
A questo punto il discorso si allarga a tutti i Comuni italiani, a prescindere dal colore della Giunta. Non c'é Amministrazione che non iscriva nel bilancio preventivo un importo più o meno alto ricavabile dalle contravvenzioni. E, per fare sì che il consuntivo eguagli o superi il preventivo, non c'é metodo migliore che aumentare i divieti e mettere strisce blu dove non sono strettamente necessarie. Il pericolo é che i cittadini percepiscano i sindaci non più come paladini della legalità, ma come dei gran furbastri.
«UN recente sondaggio realizzato dall'Ispo di Renato Mannheimer e pubblicato dal Corriere della Sera dimostra grosso modo che l'80 per cento degli italiani non sta avendo particolari reazioni di fronte al caso della scalata Unipol a Bnl.» (Klaus Davi, oggi, sulla Stampa).
Io confesso di essere compreso in quell' 80 per cento. L'unica cosa che mi é rimasta impressa é la battuta della Litizzetto: all'Ipercoop il carrello invece di restituire l'euro dà fuori un biglietto con sù scritto: l'OPA sei tu, mi puoi dare di più?
Mi interesserebbe molto di più che i politici, giunti al potere, vessassero di meno i cittadini individui.
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