A me pare che cardinali, monsignori e preti, in quanto cittadini italiani con diritto di voto, possano esternare le loro opinioni in piena libertà. Schierarsi a favore di un costruttore di stadi, se lo ritengono opportuno per tutelare i loro legittimi interessi, ed agire come qualsiasi altra lobby.
Capisco anche come per gli elettori d’origine DS venga naturale criticare un sindaco d’area Margherita (cioè cattolico popolare). Difficilmente accade il contrario. Nel 2004, quando fu eletto Sergio Cofferati che aveva condotto la sua campagna elettorale all’insegna della “partecipazione dei cittadini” –accantonandola di brutto, una volta eletto- furono ancora gli illusi dei DS a prendere d’assalto la rubrica “lettere” di Repubblica.
Sembra paradossale ma pare che, questo diverso comportamento, sia dovuto al fatto che gli ex democristiani siano molto più laici degli elettori ex Pci-Pds-Ds.
Come si sa, la politica è l’arte del possibile. Se, per essere sicuri di vincere, si sceglie un candidato invece di un altro, un prezzo da pagare c’è sempre. Inutile protestare. D’altra parte erano stati avvertiti che l’amalgama non era riuscito (e probabilmente acqua e olio sono destinati a rimanere separati). Ma, a quanto pare, ci sono cascati un’altra volta.
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