IL BLOG DI SERGIO VIVI



martedì 29 gennaio 2008

Repetita iuvant

Titola oggi la Repubblica: «Allarme Bankitalia. Stipendi fermi dal Duemila».
E, a pagina 3, riporta l’intervento tenuto da Luca Corsero di Montezemolo davanti agli imprenditori di Pordenone.
«La riforma del sistema contrattuale dipende in parte dalle politiche fiscali del governo, ma per buona parte è di nostra competenza … Dobbiamo far sì che anche il sistema contrattuale punti all’obiettivo della crescita e dell’incremento di produttività … Ma per poter aumentare i salari dei nostri collaboratori c’è solo una strada: incrementare, appunto, il tasso di produttività … Noi vogliamo pagare di più chi lavora di più».

Nel post precedente a questo è stato riportato un giudizio del professor Deaglio, che qui ripetiamo:
«E’ come un gioco di prestigio: quando si fanno i confronti della produttività per addetto, settore per settore, l’Italia non esce affatto male. Il numero di ore, o il numero di lavoratori necessari per produrre in Italia un’auto, un frigorifero, un paio di scarpe o un gelato rientra ampiamente nella media europea. Quando invece si sommano i dati dei vari settori e si fa il confronto complessivo, l’Italia precipita in fondo alle classifiche della produttività, dell’efficienza, dell’innovazione.
Il mistero è presto svelato. È questione di pesi: l’Italia si è sempre più concentrata nei settori in cui la produttività cresce poco mentre ha abbandonato quelli in cui la produttività fa balzi enormi. I settori nei quali la produttività per addetto è molto elevata, come l’elettronica, il software e tutte le applicazioni di Internet sono quasi inesistenti in Italia». (Se il Paese scende dal treno, Mario Deaglio, La Stampa, 6 novembre 2007)

Mario Deaglio è un autorevole commentatore economico della Stampa, quotidiano che appartiene alla Fiat, di cui Montezemolo è amministratore delegato. Se il suo giudizio è vero, se ne dovrebbe dedurre che la produttività della Fiat non è che possa aumentare più di tanto e che ci si possa aspettare un aumento dei salari decente.
A meno che Montezemolo non intendesse dire: fate più ore straordinarie.
Ma la Banca d’Italia non dice che la Fiat non paga gli straordinari. Dice che i salari, con gli attuali tassi di produttività, sono bassi.


lunedì 28 gennaio 2008

L'Italia è una repubblica fondata ... sui nasi turati.

« L’aria che si respira fra la gente si è fatta pesante. Non c’è speranza né rabbia, non c’è voglia di cambiare né impegno. Solo una grande rassegnazione, e un cocktail pericoloso di scetticismo e di paura per la situazione economica delle famiglie. Governi, Confindustria e autorità statistiche tentano periodicamente di rassicurarci, raccontandoci che in questi anni il potere di acquisto delle famiglie è aumentato. Ma la realtà, molto probabilmente, è che le statistiche non sono
state in grado di registrare lo «scalino» dell’euro (fra il 2002 e il 2003), e ora sottovalutano le difficoltà delle famiglie a far quadrare i bilanci». ( Le nostre paure più grandi, Luca Ricolfi, La Stampa, 17 dicembre 2007)

L’economia italiana ristagna.
Pensioni, salari e stipendi sono i più bassi d’Europa.
I prezzi dei beni di prima necessità sono i più alti.
Per aumentare i consumi, occorrerebbe aumentare il potere d’acquisto delle famiglie.
Diminuendo le tasse e/o aumentando pensioni, salari e stipendi.

Non si possono, però, diminuire le tasse se non diminuiscono le spese pubbliche correnti (cioè gli stipendi degli impiegati statali, le pensioni, i costi della sanità).
Non si possono aumentare i salari e gli stipendi se non si aumenta la produttività.
Se non si punta, cioè, sulla formazione e sull’innovazione.

E’ il monito che ci arriva da un esperto al di sopra delle parti.
«Del discorso del Governatore della Banca d’Italia moltissimi italiani coglieranno soprattutto il richiamo a considerare che una riduzione di imposte si può avere solo a fronte di una riduzione della spesa pubblica corrente; si tratta di un richiamo duro ma necessario per una classe politica e
un’opinione pubblica che periodicamente si illudono di realizzare la prima ma non la seconda. Ugualmente necessaria è l’indicazione di uno «scatto di produttività» senza il quale è illusorio pensare di aumentare i salari e per conseguenza il basso livello attuale dei consumi …» (Borse in crisi e nuovi padroni dell'economia, Mario Deaglio, La Stampa, 20 gennaio 2008)

Diminuzione delle tasse
Il dimissionario Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Economia e il suo Vice alle Finanze ci hanno assicurato che verrà realizzata utilizzando i “tesoretti ricavati dalla lotta all’evasione”, se questi diventeranno “strutturali” e se la crescita mondiale non rallenterà.

Due eventi altamente improbabili.
«Un brusco rallentamento della crescita mondiale avrebbe effetti negativi anche sulle entrate fiscali: i tesoretti di Vincenzo Visco sono maturati in gran parte sul lato delle imprese (nei primi 10 mesi del 2007 il gettito derivante dall'imposta sui profitti aziendali è cresciuto del 35,4% rispetto al medesimo periodo del 2006) e di fronte a una congiuntura negativa il miracolo non si ripeterebbe». (La fregola del tesoretto, Dario Di Vico, Corriere della Sera, 12 gennaio 2008)

Produttività
«E’ come un gioco di prestigio: quando si fanno i confronti della produttività per addetto, settore per settore, l’Italia non esce affatto male. Il numero di ore, o il numero di lavoratori necessari per
produrre in Italia un’auto, un frigorifero, un paio di scarpe o un gelato rientra ampiamente nella media europea. Quando invece si sommano i dati dei vari settori e si fa il confronto complessivo, l’Italia precipita in fondo alle classifiche della produttività, dell’efficienza, dell’innovazione.

Il mistero è presto svelato. È questione di pesi: l’Italia si è sempre più concentrata nei settori in cui la produttività cresce poco mentre ha abbandonato quelli in cui la produttività fa balzi enormi. I settori nei quali la produttività per addetto è molto elevata, come l’elettronica, il software e tutte le applicazioni di Internet sono quasi inesistenti in Italia». (Se il Paese scende dal treno, Mario Deaglio, La Stampa, 6 novembre 2007)

Il prof. Deaglio ricorda l’indifferenza con cui il Paese ha lasciato chiudere l’Olivetti o venduto le attività chimiche di Montedison e di Enichem o si è si è sbarazzato come se fosse robaccia di una grande industria farmaceutica come Farmitalia Carlo Erba.
Purtroppo le nostre Università non hanno sfornato dei Bill Gates, degli Steve Jobs, dei Sergey Brin e dei Larry Page.
L’unica nuova realtà industriale ad alto valore aggiunto sorta negli ultimi decenni è stata Mediaset. Ha ricevuto sì aiuti politici, ma non soldi. (Quante volte il governo francese ha aiutato le sue industrie?)
Ne fossero sorte altre di aziende come Mediaset che ha creato posti di lavoro, macinato utili e pagato le relative tasse.

Addirittura, dopo avere comperato le aziende italiane più valide, gli stranieri cercano ora di restituirci i settori delle stesse meno redditizi. E’ di questi giorni la notizia che la Nestlè mette in vendita “la pasta e i biscotti Buitoni”: ormai si tratta di una commodity e per poter guadagnare sono necessari grossi volumi. Il brand Buitoni, però, resterà di proprietà della Nestlè che manterrà il controllo delle attività a maggior valore aggiunto come, ad esempio, i surgelati. (la Repubblica, pagina 47, 24 gennaio 2008)
E’ un affare che vale ricavi per cento milioni di euro. Occorre un “progetto” industriale che rilanci il brand, puntando sui grandi numeri (soprattutto in fatto di esuberi) e sul contenimento dei salari.
Si troverà certamente qualche “business angel” con la vocazione di fare “l’imprenditore a progetto”.

Formazione e innovazione
I politici non mancano occasione per proclamare che bisogna puntare sulla scuola e sulla formazione dei giovani: i laureati in materie scientifiche sono troppo pochi.
In effetti i laureati in materie scientifiche sul totale laureati sono il 7% e gli occupati HI-Tech (laureati e diplomati) nell’industria sono il 7,4%. (la Repubblica, pagina 11, 24 gennaio 2008). Peccato che ben pochi dei nuovi laureati scientifici trovano lavoro. E che quelli che lo trovano sono assunti con contratti a progetto o a tempo determinato e pagati 900-1000 euro il mese anche se si sono laureati col massimo dei voti.

Conclusione
«Possiamo fare qualcosa? Sì, liberarci il più in fretta possibile di questo ceto politico, e non credere a chi proverà a prenderne il posto sventolando ricette semplici e promettendo soluzioni rapide».
( Le nostre paure più grandi, Luca Ricolfi, La Stampa, 17 dicembre 2007)

Sul fronte dell’economia, penso che si tratti di un’impresa impossibile come quella della quadratura del cerchio.
Sull’auspicio di Ricolfi, temo che “strano e i suoi fratelli” -di entrambi i poli- stiano già preparando i cannoli per festeggiare.


venerdì 18 gennaio 2008

Semel in anno licet insavire


Il vispo Camillo

Il vispo Camillo avea nel transetto
Per caso sorpresa gentil Littizzetto
E tutto giulivo stringendola viva
Gridava a distesa: ”L’ho presa! L’ho presa!”
A lui supplicando l’afflitta gridò:

“Vivendo, parlando che male ti fò?
Tu sì mi fai male stringendomi il collo!
Deh! Lasciami anch’io son figlia di Dio!”
Camillo, sornione, un pò ci pensò,
poi strinse le dita e quella esalò


Il teatrino della vita

Wojtyla, Ruini, Messori
Ratzinger, Bagnasco, Ferrara

De Gasperi, Togliatti, Nenni
Berlusconi, Prodi, Veltroni

Proporzionale, Voto di Preferenza, Pluralismo
Porcate, Liste bloccate, Bipolarismo all’italiana

Totò, Macario, Taranto
Luttazzi, Guzzanti, Littizzetto

Eh, sì! Non ci sono più i comici di una volta


martedì 15 gennaio 2008

A chi si potrebbe chiedere una moratoria?

La scienza, a proposito dell’embrione, dice:
«… possiamo affermare, come già detto, che la vita di un particolare organismo comincia in condizioni normali con la fecondazione, cioè con l'unione del gamete paterno con quello materno. Non è un processo istantaneo per cui non ha senso chiedersi esattamente il momento di questa unione, ma certo questo cadrà all'interno delle ore della prima giornata.
Lo zigote così ottenuto è un individuo?
E, soprattutto, è un individuo la morula di otto o sedici cellule presente il giorno dopo, cioè il secondo giorno di gestazione, quando si può eseguire, volendo, una diagnosi preimpianto?
È certamente un progetto di individuo, ma lo diverrà effettivamente soltanto nel 15-20% dei casi, perché la maggioranza delle morule non porterà, anche in condizioni normali, a nessun embrione e una percentuale non trascurabile di queste porteranno a due o più embrioni». (Edoardo Boncinelli - Embrioni: Non esiste l’ora X - Corriere della Sera - 25 gennaio 2005)

Dice la Chiesa:
«… il frutto della generazione umana dal primo momento della sua esistenza, e cioè a partire dal costituirsi dello zigote, esige il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all'essere umano nella sua totalità corporale e spirituale». (Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede intitolata «IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE E LA DIGNITÀ DELLA PROCREAZIONE », emanata il 22 febbraio 1987, a firma del Prefetto Joseph Card. Ratzinger)

«L’embrione, pertanto, dal tempo della fusione dei gameti è un reale individuo umano, non un potenziale individuo umano». [A. Serra e R. Colombo, Identità e statuto dell’embrione umano: il contributo della biologia, in Pontificia Accademia Pro Vita, Identità e statuto dell’embrione umano, LEV, Città del Vaticano 1998, pag. 146].

Ergo:
lo zigote è già un individuo unico e irripetibile, una persona, cioè l'insieme del corpo materiale e dello spirito, dove lo spirito è naturalmente l'anima direttamente insufflata da Dio al momento della fusione dei gameti. Anima che accompagna lo sviluppo dello zigote nei diversi stadi di morula, di blastocisti, di embrioblasto, di pre-embrione e infine di embrione fino alla nascita, fino alla morte e alla risurrezione della carne, per l’eternità.

Conferma la Chiesa:
« I termini di "zigote", "pre-embrione", "embrione" e "feto" possono indicare nel vocabolario della biologia stadi successivi dello sviluppo di un essere umano.
La presente Istruzione usa liberamente di questi termini, attribuendo ad essi un'identica rilevanza etica, per designare il frutto, visibile o non, della generazione umana, dal primo momento della sua esistenza fino alla nascita». (Nota messa all’inizio dell’Istruzione sopra citata)

Il che significa che, quando muore una morula, muore una persona.


Minimizza la scienza:
«È bene notare che è una fortuna che non tutte le morule giungano a dare un embrione. Si tratta infatti di un fondamentale «periodo di prova» durante il quale le morule che potrebbero dar luogo a embrioni difettosi vengono «saggiate» dalla natura e eventualmente scartate». (Edoardo Boncinelli - Embrioni: Non esiste l’ora X - Corriere della Sera - 25 gennaio 2005)

Rassicura la Chiesa:
«… la morte è l’esito inevitabile di ogni vita umana. Il 100% degli uomini muore e la loro mortalità non elimina la loro umanità, né la precocità della morte può avere un significato ontologico». (Sì alla vita, N°2, febbraio 2005).

Ma, adesso, chi glielo dice a Giuliano Ferrara che, mentre venivano al mondo gli odierni sei miliardi di abitanti della terra, circa ventiquattro miliardi di persone sono state fatte fuori dalla “natura” mentre vagavano nelle tube materne in cerca dell’approdo?

Argomenti correlati: Referendum Legge 40


sabato 12 gennaio 2008

Si può non osservare la legge?

Evidentemente c’è chi può!


giovedì 10 gennaio 2008

Allegoria

Beati coloro che credono che con la raccolta bi-differenziata si risolveranno tutti i problemi che affliggono il nostro Paese.

Post scriptum
L’immagine inserita in questo post è stata volutamente degradata in ottemperanza al comma 1-bis dell’Art. 70 della nuova legge per la Siae, che recita:

«1-bis. È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete Internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del ministro per i Beni e le attività culturali, sentiti il ministro della Pubblica istruzione e il ministro dell’Università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma».

Gli unici elementi di qualità –tratti da internet- erano i cassonetti, ma si è provveduto apponendovi sopra i due nuovi incantevoli simboli.


mercoledì 9 gennaio 2008

Segnalazione: soldi meritati

Segnalati da da Random Bits


lunedì 7 gennaio 2008

Segnalazione: sulla spazzatura

Segnalo uno degli articoli più interessanti letti sui problemi della spazzatura in Campania.
Di Michele Boldrin


 

Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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