IL BLOG DI SERGIO VIVI



mercoledì 6 giugno 2007

Chi ha messo il pelo nell'uovo?

Oggi ho calcolato quanto debbo pagare di ICI.
Non essendoci stata nessuna variazione, avrei potuto copiare il bollettino dello scorso anno: 395,32 euro io e 395,32 euro mia moglie, per un totale di 790,64 euro per l’appartamento in comproprietà al 50%.

Com’è mia abitudine, ho, tuttavia, dato un’occhiata alle istruzioni.
Oh cavolo! Da quest’anno «il pagamento dei tributi locali deve essere effettuato con arrotondamento all’euro per difetto se la frazione è inferiore a 49 centesimi, ovvero per eccesso se superiore a detto importo». Ai sensi della legge 296/2006, Art.1, comma 166 che, scopro in internet, altro non è che la famigerata finanziaria. Sì, quella composta da un unico articolo comprendente la bellezza di 1364 commi.

Per me nessun problema. Essendo l’imposta totale di 790.64, dividendo per 2 ottengo 395,32, per cui pago due bollettini da 395 €. Mi sembra l’interpretazione corretta.

Ma cosa significa effettuare il pagamento con arrotondamento all’euro?
Devo arrotondare l’imposta totale prima di ripartirla oppure posso arrotondare quella pro capite?
Mica te lo spiegano.
Nel primo caso 790,64 diventa 791 che diviso per 2 fa 395,50 per cui dovrei pagare due bollettini da 396 €. Interpretazione prudenziale.
Verrei, però, a pagare l’arrotondamento sull’arrotondamento (niente di nuovo, allo stesso modo nella bolletta del gas si paga l’Iva sulle imposte addizionali).

Come si vede, anche in questo caso, come capita spesso in Italia, la certezza della legge va a ramengo.
Purtroppo alla Camera siedono troppi filosofi e troppi avvocati, ma troppo pochi matematici e ingegneri.
Altro che quote rosa, occorrerebbero le quote logiche!
Rivoglio il voto di preferenza.

Una considerazione. Quando fu introdotto l’euro, l’Unione Europea stabilì che i risultati dei calcoli andassero arrotondati, col criterio sopra riportato, al centesimo di euro, tanto che sugli assegni e nei bollettini postali sono previste due caselle per i decimali e c’è l’obbligo di compilarli con due zeri anche in caso di cifra intera.
Che vantaggio c’è scrivere 395,00 o peggio 396,00 invece di 395,32?
Perché voler mettere fuori corso i centesimi, perfino il 50 cent cioè l’equivalente di 963 vecchie lirette?
Una risposta altisonante si trova sul sito di Equitalia SpA, la società per azioni a totale capitale pubblico (51% Agenzia delle Entrate, 49% Inps) che dal 1 ottobre 2006 svolge l'attività di riscossione nazionale dei tributi. Fra i suoi obiettivi anche quello di «introdurre un nuovo approccio al contribuente, basato anche sulla possibilità di utilizzo di nuovi e più efficaci strumenti di relazione, focalizzato sulla riscossione, orientato all'ascolto dei cittadini e all'efficacia dei risultati».

Perché personalità come Carlo Azeglio Ciampi, che ha avuto il merito d’imporre l’uomo vitruviano sul verso italiano dell’euro, ha votato quel comma? Sa benissimo che questi arrotondamenti costituiscono un forte incentivo psicologico all’inflazione. Che per contenere quest’ultima la BCE è costretta a continui aumenti del tasso di sconto con conseguente aumento della rata dei mutui-casa.
E’ così che si aiutano le giovani coppie?

Molti diranno: ma tu vai a cercare il pelo nell’uovo.
E’ vero, ma chi ha messo il pelo nell’uovo?


UPDATE del 16 giugno 07



Non c’è che dire. L’obiettivo d’Equitalia, del cui gruppo fa parte anche Gestline, è certamente «focalizzato sulla riscossione e orientato all'efficacia dei risultati», molto meno –pare- all’ascolto dei cittadini.


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Il punto di vista, magari irrilevante e sbagliato, di un cittadino qualunque, confidente nella libertà, detentore saltuario della sovranità, indotto a cederla, nell’occasione, a rappresentanti per niente fidati.

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