Era notte, nevicava e non c’era posto negli alberghi. Ci ritirarono i passaporti, ci dettero un panno e ci fecero accomodare sul pavimento della sala d’aspetto (assieme al personale civile che aveva giudicato inopportuno raggiungere le proprie abitazioni).
Aspettando l’alba, non riuscendo a dormire, detti un’occhiata ad alcuni opuscoli in lingua italiana messi su un tavolino a disposizione dei viaggiatori extrasovietici.
Uno era la presentazione della nuova costituzione dell’Urss entrata in vigore nel 1977, con elencati i principali articoli sui diritti e sulle libertà garantite ai cittadini.
Ogni articolo era corredato da un’intervista ad un’eminente personalità.
In particolare, l’articolo 42 sulla tutela della salute, era illustrato dal Ministro della sanità pubblica.
Non c’è che dire. Sulla carta era una delle migliori costituzioni del mondo.
Lo Stato provvedeva a tutto.
«Si può rendere a pagamento l’assistenza medica? No, ciò è impossibile».
Poi si è visto com’è andata a finire.
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