Tutti e due avemmo la soddisfazione di arrivare davanti a personalità come Angelo Panebianco, Massimo D’Alema e Vittorio Sgarbi, ma Alberto, il sacrilego, ebbe l’impudenza di superare perfino Silvio, come si può vedere dallo stralcio di classifica sotto riportato:
Le primarie indette come gioco da Repubblica nel gennaio 1994, poco prima delle amministrative per l’elezione del Sindaco di Bologna, potrebbero essere un modello nel caso si volesse istituzionalizzare per legge questo sistema.
Nessuna regola. Tutti potevano votare: bastava saper scrivere un nome ed avere i soldi per il francobollo.
Tutti erano candidati, senza bisogno di raccogliere firme. Naturalmente i partiti e le associazioni potevano promuovere loro candidature e pubblicizzarle.
Nessun bisogno di firmare dichiarazioni di qualsiasi sorta.
Non erano primarie di partito e nemmeno di coalizione.
Erano PRIMARIE CONGIUNTE.
Ogni elettore aveva a disposizione un’unica scheda (nel 1994 il giornale la stampò per più giorni, ma a questo si può benissimo ovviare) per votare il suo candidato, a qualunque partito appartenesse. Questo fatto limitò molto il pericolo d’inquinamento del voto. Se votavi per un nome di un partito avversario perdevi la possibilità di votare per un nome del tuo partito preferito.
Eventuali inquinatori di uno schieramento sarebbero stati, in parte, neutralizzati dagli inquinatori dell’altro. Dall’esito della votazione ogni partito, volendo, ebbe la possibilità di scegliere il proprio candidato alla carica in gioco.
* * * * * *
Dai dati riportati nella classifica completa, si può vedere che su circa 12.000 schede i nomi votati furono circa 900, dei quali circa la metà non ottenne più di 2 preferenze.
In una primaria non c’è, in ogni modo, nessun problema di voto disperso, essendo unico il posto in gioco (quello di sindaco, nel caso specifico).
* * * * * *
Proprio tutta un’altra cosa rispetto alle primarie di domani del Partito Democratico.
Qui la classifica completa.