Nonostante «fin dalla presentazione del progetto, la struttura di Cucinella fosse apparsa efficiente e particolarmente "sostenibile", anche perché smontabile e rispettosa del contesto urbano, tanto da ottenere un permesso di due anni da una delle soprintendenze più arcigne e intransigenti d'Italia», le Gocce non piacquero a molti.
Furono considerate un’offesa architettonica al centro storico di Bologna.
«Un vespasiano fascista» le definì Vittorio Sgarbi.
Ben presto le “Gocce” divennero argomento di polemica politica.
Fu così che, poco dopo il suo insediamento, il sindaco Cofferati le fece demolire, per puro spirito di rivincita.
Io non so se la teca dell’Ara Pacis sia un obbrobrio architettonico o No.
Immagino che Sgarbi, a suo tempo, l’abbia definita «un vespasiano comunista».
Richard Meier è lo stesso architetto che ha realizzato la pregevole e tecnologicamente innovativa chiesa “Dives in Misericordia” di Tor Tre Teste.
D’altra parte i canoni architettonici applicati mi sembrano quelli impiegati in tanti nuovi progetti.
Tutto un profluvio di ferro e cemento. Eccessive coperture di vetro.
Basta vedere la nuova sede del comune di Bologna progettata dall’architetto Mario Cucinella (sì, quello delle gocce). Oppure il nuovo Palazzo dei Congressi di Riccione firmato dallo Studio Passarelli di Roma con gli architetti Alessandro Anselmi e Carlo e Piero Gandolfi.
Parafrasando il Marino, potremmo dire: «È dell’architetto il fin la meraviglia: / … / chi non sa far stupir vada alla striglia».
So, però, che se Alemanno abbatterà la Teca butterà alle ortiche un sacco di soldi dei contribuenti romani.
Come si sa, l’Italia ha la cassa vuota: non c’è più un euro.
Si vogliono eliminare gli sprechi dalla spesa pubblica.
Per demolire e spostare la teca, pare che occorrano tanti soldi quanti ne sono stati spesi per costruirla. Si parla di QUATTORDICI MILIONI di euro. Non è proprio il caso.
Con questa cifra si possono illuminare a giorno tutte le strade intorno alla stazione di Tor di Quinto, quelle intorno alla stazione di La Storta e quelle intorno a tutte le altre stazioni periferiche di Roma.
Come ha dichiarato oggi su Repubblica Achille Bonito Oliva: «Gli interventi fatti coi soldi dei contribuenti non possono essere ostaggio delle forze politiche che si alternano al governo del paese o di una città».
Alemanno non si comporti come Cofferati.
Update del 5 giugno 2008
Come segnalatomi da Gianluigi nel suo commento, la terza foto dall’alto non rappresenta la nuova sede del Comune bensì quella del Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna.
Il progetto è di Open Project: Ing. Silvio A. Manfredini, Ing. Romano Piolanti, Arch. Barbara Benini, Arch. Stefano Ceccotto, Arch. Christian Diolaiti, Arch. Luca Drago, Arch. Natalia Stanic’.
La nuova sede comunale è invece rappresentata nella foto qui sotto:
2 commenti:
Caro Sergio, da bolognese non viziato da paraocchi ideologici posso garantirti che le "Gocce" erano effettivamente un obbrobrio: stonate, poco funzionali, inopportune e - essendo fatte "in economia" - anche sottoposte ad un rapido degrado, talché quando sono state smontate le lastre in materiale plastico del rivestimento erano in gran parte sporche, fessurate, e la stessa struttura dava una impressione di abbandono. Inoltre, il recupero del sottopassaggio "vive" tuttora pure in loro assenza, a dimostrazione del fatto che fossero una sovrastruttura di pura propaganda: il mausoleo di Guazzaloca... di fatto, la sua unica realizzazione visibile.
Approvo comunque l'impostazione del tuo intervento, in quanto invece non ritengo né particolarmente criticabile l'intervento attuale di copertura dell'Ara Pacis (la precedente "vetrina" sembrava uno degli incubi felliniani degli anni '60...), né particolarmente saggio sostituirla a spese dei contribuenti, dato che comunque non credo che la sconfitta di Rutelli sia stata determinata da un "referendum" su questo progetto.
Ti vorrei solo segnalare una imprecisione: l'immagine che presenti come il nuovo Comune di Bologna non ha niente a che vedere con la costruzione reale, ed è probabilmente frutto di un errato copia-e-incolla dai progetti di Cucinella. La costruzione reale - in procinto ormai di essere inaugurata e messa in funzione - ha tutt'altro aspetto, e tutt'altre dimensioni... ma grazie a Dio recupera a funzione pubblica una area di assoluto degrado!
Per me non è facile liberarmi dai paraocchi ideologici: a sette anni sono stato Figlio della Lupa, ad otto ero Balilla.
A parte gli scherzi, non ho difficoltà ad ammettere che le Gocce non erano proprio un capolavoro. A me non dispiacevano e, a supporto, ho linkato il giudizio dato dal Diario dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia.
In quanto al mausoleo, penso che Guazzaloca si accontentasse di poco. Niente in confronto alla nuova stazione ferroviaria che avrebbe voluto realizzare l’ex sindaco Vitali.
Ti ringrazio per il commento e per la segnalazione dell’errore.
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